Nel leggere, sono tornata indietro negli anni. Era il 1973 e mi preparavo per la Comunione. La domenica mattina dopo la Messa, mamma mi portava sempre al cinema parrocchiale "San Nicola", dove proiettavano quasi sempre i loro film!
È lì che ho imparato a conoscerli. Di Franchi avevo paura, crescendo ho imparato ad apprezzare entrambi, soprattutto attraverso la Televisione.
La lettura del libro mi ha trasportato in quegli anni. Tante cose non le ricordavo, altre non le conoscevo. È stato piacevole. Le pagine raccontano i loro primi passi nel mondo dello spettacolo. Fa ebano la lotta a scappare da un vagone all'altro per evitare i controllori. Franchi non ha mai negato il periodo di fame e miseria. Ciccio veniva chiamato dalle compagnie di avanspettacolo per piccoli ruoli...
"È teatro di strada ma sempre teatro è".
Successivamente si lanciarono nell'avanspettacolo che allora era il Paradiso dei comici. Il 72 fu l'anno della separazione. Erano molto diversi tra loro ma qualsiasi cosa facevano era un grande successo. Curavano i loro film nei minimi dettagli. La loro maschera meridionale era più seguita di quella di Totò e di De Filippo, segnata dalla fame, dalla povertà, dall'arretratezza culturale.
Nell'inquadratura sembrano provenire non dalla Sicilia ma dalla terra dei dimenticati di ogni tempo, conoscendo solo l'arte della sopravvivenza
Guidati da Vittorio De Sica mostrano di possedere anche corde drammatiche. Dopo l'Onorata società iniziarono l'incredibile percorso nel cinema italiano che in undici anni li porterà a girare insieme circa 130 film. Il libro si legge facilmente! È godibile soprattutto per chi ha visto i loro film ma forse anche da altre persone. Indimenticabili non solo sulla scena ma anche nei nostri cuori!
Elisabetta Ruffolo