Intervista a Vasco Barbieri per il singolo “Fughe e Compromessi”

Oggi incontriamo il cantautore Vasco Barbieri, che ci racconterà del suo nuovo singolo “Fughe e Compromessi”, una canzone stratificata e dai molti livelli di lettura.

Scopriamo qualcosa di più su di lui, sul brano e sul suo progetto.

Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?

Quest’ultimo singolo è l’esito dell’elaborazione della perdita di mio padre. La fase iniziale della sua scrittura è avvenuta prima di tale perdita durante la malattia e, pertanto, aveva un significato diverso il singolo, infatti, ha avuto un’evoluzione stratificata in tre fasi distinte intervallate dal lutto: se, infatti, all’inizio raccontava di un clown che si strucca davanti allo specchio perché vuole liberarsi della sua maschera ma si rende conto che è proprio quella finzione a mantenerlo in scena(con valore molto autobiografico poiché legato al mio volermi liberare dal passato di attore), improvvisamente è diventata la richiesta di aiuto di un malato terminale che è diviso fra l’arrendersi e l’insistere per rimanere accanto ai suoi cari. Il singolo, pertanto, racconta il confronto col passato e la presa di coscienza di essere fondamentalmente ambivalente: conservatore e rivoluzionario.

Questa canzone è una confessione a se stessi, l’ammissione di vivere in una continua tensione fra quello che si è e quello che invece si vorrebbe diventare. Possiamo considerarla come il riconoscimento della propria ambivalenza, come nel mito della biga alata di Platone dove c’è un cavallo bianco ed uno nero che tirano in due direzioni opposte, per cui ci si sente scissi fra il volersi superare ed il bisogno, invece, di una continuità con il proprio passato... Infine, grazie alla collaborazione con il regista del video, Ari Takahashi, la canzone può anche essere interpretata come una relazione d’amore intensa e complessa che si conclude (momentaneamente?) con un interruzione dei rapporti a causa di un blocco delle comunicazioni, che li riporterà in contatto con se stessi. La canzone si rivolge a tutte quelle persone che come me si sono dimenticate della propria intimità in favore di un ruolo che hanno preteso essere più importante della sincerità con se stessi. È un invito a rientrare in contatto con le proprie speranze facendo i conti con il personaggio che si è diventati, per riaprire un dialogo fra intimità ed esteriorità, fra piaceri e doveri. Pertanto, nonostante di primo acchito possa risultare una canzone triste, in realtà è un brano liberatorio. Tuttavia, per me costituisce sempre il legame con mio padre, ecco perché quando la suono mi commuovo.

A quale idea si ispira il videoclip?

Il videoclip del singolo che è stato candidato al Prisma, Rome Indipendant Film Awards e al BARCIFF (Barcelona Film festival) e nasce dall’incontro con il maestro Ari Takahashi: rappresenta il continuo inseguirsi, persino passarsi accanto, senza però riuscire a raggiungersi mai, perché distratti dalla mentale che, invece, mantiene legati a una forma di se stessi, a discapito della propria intimità. È un invito a trovarsi e a lasciarsi andare, a mettersi in discussione, a riprovarci, ancora una volta.

 “Fughe e Compromessi” è ambientato in una Roma spettrale a causa di un improvviso blackout telematico (internet e telefoni fuori uso) che mette a nudo le incomprensioni di una coppia di ragazzi che, non potendosi più rintracciare con i propri smartphone, si rincorrono per tutta la notte senza riuscire a incontrarsi. Il dover uscire dalla comfort zone della comunicazione abituale (apparentemente facile, tramite telefono) porta i protagonisti a perdere i punti di riferimento, a dubitare di se stessi, entrando in crisi al tal punto da non riuscire neppure ad alzare lo sguardo dai propri cellulari per riconoscere l’altro sulla sponda opposta del fiume.

Quali sono le tue influenze musicali?

Le mie influenze musicali sono le speranze e le ricerche che mi hanno ispirato grandi classici, quali David Bowie, Lou Reed, i Led Zeppelin, Phil Collins, i Commodores. Sono cresciuto poi ascoltando tanta musica classica, fra cui Bach, Mozart, Beethoven, Schubert, Satie, Debussy, Glass, Mertens, perciò la mia passione per le colonne sonore si è sviluppata ascoltando Morricone, Piovani, Horner, Zimmer, che riuscivano meravigliosamente a rendere la mia vita multidimensionale e più saporita. Le mie canzoni sono perciò un tentativo di sintetizzare tutti quegli ascolti per esprimere le emozioni caratterizzano la crescita e la ricerca di un giovane sognatore mentre diventa uomo. Con l’evoluzione della musica elettronica poi… insomma, sto sempre con la radio accesa e sono aperto a nuove suggestioni.

Come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

Credo di essere stato innamorato della musica da sempre ma di aver scoperto tale passione solo in seguito alla mia “seconda nascita”, quando, dopo un coma causato da un incidente, ho trovato nella musica il mio rifugio e la mia salvezza la musica è parte di me e non posso pensare di vivere senza di essa: quando cambio casa la prima cosa a cui penso è dove mettere il piano. La musica è un universo in continua rigenerazione in me, le sue potenzialità mi sorprendono e rapiscono ogni volta facendomi perdere il controllo. Perciò con gli anni ho provato a disciplinarmi attraverso lo studio, eppure la musica continua a ispirarmi quell’esigenza di scivolare da una parte e vedere il mondo da un’altra prospettiva. Incontro la musica da capo ogni mattina quando il pianoforte, con il sorriso dei suoi tasti, mi invita a riscoprirmi e a riscoprire la musica. È come se stregasse, rapisse e conducesse nei meandri dell’immaginazione e, con le sue note, avviasse delle avventure; è in grado di risvegliare le emozioni più profonde e darle forma. Così una canzone, un ritornello, un motivetto, riescono a dischiudere segreti che si è sempre taciuti. Per me la musica ha rappresentato la chiave con cui aprire le porte del mondo e del mio essere. Fare musica, perciò, significa sentirmi vivo.

Con quale artista ti piacerebbe collaborare e perché?

Sebbene io non sia molto ferrato sul panorama musicale contemporaneo, ad oggi mi piacerebbe collaborare con musicisti che coltivano generi e stili diversi dai miei, così magari riusciremmo a sviluppare modalità di espressione non ancora immaginate. Comporre per me significa scoprire qualcosa di nuovo o riuscire ad esprimere qualcosa che non sono ancora riuscito a dirmi, perciò mi fido delle persone che mi circondano, l’universo secondo me sa di cosa ho bisogno.

Progetti futuri?

Ho tante canzoni nel cassetto, idee per nuovi progetti e voglia di mettermi in gioco: sono in progetto nuovi singoli che usciranno nel corso di questo 2023con date live in tutta Italia che stiamo definendo grazie alla collaborazione dell’ufficio booking della Red & Blue. Insomma, tanto fervore!!queste sono solo piccole anticipazioni, pertanto vi invito a seguirmi sui social.

 

 

Fattitaliani

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