La video installazione rimarrà aperta anche il 9 e il 10
marzo dalle 18.00 alle 21.00
In occasione della giornata
internazionale dei diritti della donna, l’Oratorio di San Filippo Neri,
nell’ambito della programmazione del LabOratorio, curata da Mismaonda con la
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, da mercoledì 8 marzo a venerdì 10
marzo dalle 18 alle 21, ospiterà la video installazione femminile, plurale,
Ritratto continuo dell’artista Francesca Montinaro.
Un messaggio di vita forte per una ricorrenza significativa raccolto con
piacere anche dalla presidente della Fondazione del Monte, Giusella Finocchiaro:
«Da alcuni anni abbiamo deciso di porre il tema di genere al centro di una
riflessione estetica e culturale fortemente intrecciata alla critica del
presente – ha commentato Finocchiaro. Il messaggio che traspare da questo
lavoro è proprio questo: l’arte può concretamente dischiudere gli spazi e
allargare la visione su un mondo, quello femminile, e innescare riflessioni,
oggi sempre più necessarie, attraverso la potenza evocativa dell’arte».
«Ritratto continuo è un’opera potenzialmente
infinita che invita ad essere esemplari, ad essere corpo, presenza e azione –
dichiara l’artista. Ritratto Continuo affida al tempo, allo sguardo e al
gesto il divenire di centinaia di donne, un gesto primario che racconta del
fare per vivere, e assumersi la responsabilità delle conseguenze. Corpo del
re-agire ad un sociale spesso difficile».
Ritratto Continuo indica
una ricerca di relazione che dal singolo si sposta alla comunità, e il modello
numerico 3.375.020.000 è la cifra approssimativa di donne nel mondo.
Il lavoro di Francesca
Montinaro – artista e grande scenografa – è
presentato da Marina Timoteo, giurista comparatista, e Gianluca Cingolani,
anch’egli artista, che nei rispettivi percorsi professionali lavorano sui temi
dei linguaggi e della scrittura. «Francesca Montinaro mette in scena un atto
linguistico, che è un potente atto generativo – spiegano i curatori – in questo
atto possiamo entrare anche noi, aprendoci alla gamma dinamica dell’universo
femminile, per generare assieme una nuova poetica della realtà».
La filosofa e scrittrice Susan
Sontag diceva che «lo stile è un mezzo per insistere su qualcosa». La video
installazione di Montinaro è frutto di sei anni di progettazione e ricerca. Si
sviluppa su 6 schermi a visione simultanea e si compone di centinaia di video.
Nel silenzio ieratico di una performance di 90 minuti, lentamente, le
protagoniste sono immerse in un rituale ipnotico e continuo, sedute su una
sedia girevole, si svelano con fiducia all’occhio di chi guarda.
L’artista dietro la camera se
ne prende cura, proteggendo la loro storie e assumendosi la responsabilità di
accoglierle e difendere ogni sfumatura di femminilità. Un ritratto afono di un
grido che si manifesta sulle loro mani.
Un ritratto di gruppo al
femminile in cui le singole donne, prese nel loro insieme e valorizzate nella
loro singolarità, sono espressione di un nuovo concetto d’identità sociale,
incentrato sulla responsabilità individuale, sulla forza vitale e sulla
convinzione tipicamente femminile, di poter influire positivamente sul futuro
del mondo.
«Le
partecipanti affermano la loro esistenza stabilendo un contatto con chi le
guarda: esibiscono corpo, viso e pensiero come mezzo di comunicazione per
lanciare un messaggio dipinto sulle loro mani dall’artista e scagliato al di là
del video verso l’osservatore come ad un alleato – sottolineano i curatori. Ne consegue un
linguaggio narrativo senza soluzione di continuità che si sostanzia ritratto
dopo ritratto e coinvolge il fruitore ad una permanenza prolungata».
Francesca Montinaro scenografa
e artista visiva multimediale, vive e lavora a Roma. Le tappe della sua
carriera tracciano un viaggio professionale che include molte forme espressive
spaziando dalla scenografia per la tv all’opera d’arte pura; dal mega show al
flagship store; dall’installazione multimediale interattiva allo show urbano. I
suoi lavori hanno in comune una processualità lavorativa trans-mediale tesa ad
agire da ponte tra osservatore e osservato. Nelle sue pratiche artistiche
utilizza diversi media: supporti digitali, installazione interattiva, video,
suono, installazione meccanica, disegno, pittura, collage, scultura. Il focus
della sua ricerca è sui mutamenti dell’esperienza estetica legata alle nuove
tecnologie digitali in dialogo con il mondo analogico. Produce installazioni
che coinvolgono grandi numeri di persone, la matrice sociale è la partenza per
ogni sua considerazione, ne consegue un diretto coinvolgimento con la realtà. Fin
dall’inizio della sua carriera ha considerato l’arte un network senza confini
prefissati, focalizzando la sua ricerca sui messaggi sociali. In particolare,
negli ultimi anni esplora i ruoli e i modelli di donna nei contesti della
comunità e nelle differenze di genere, riconoscendo nelle donne di tutto il
mondo quel seme dal quale può sbocciare una nuova e più matura coscienza
collettiva. Perché uno sguardo al mondo delle donne è, in realtà, uno sguardo
all’umanità intera. Le sue installazioni sono state esposte in diverse location
tra cui la Galleria Nazionale di Roma, il Macro di Roma, all’interno del
Parlamento Italiano, ICA di Dallas (USA), MUA di Alicante, (Spain).
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.