A quasi un anno dall’EP d’esordio “Le mie dinamiche”, che ne ha evidenziato versatilità, attitudine sperimentale ed una cifra stilistica in continua evoluzione, l’artista torna in radio e nei digital store con un vero e proprio manifesto pop-rock contro discriminazione e body shaming, un inno autentico e sincero a quell’amor proprio che troppo spesso, anche a causa di un bombardamento mediatico costantemente volto ad esaltare l’esteriorità dell’individuo, elogiando linee e tratti impeccabili ed una pseudo perfezione fisica a discapito delle prerogative personali, fatichiamo a raggiungere, ottenere e perfino accettare.
Il brano si articola sul complesso quotidiano di una giovane donna, travolta dal timore di vivere scaturito dalla paura del giudizio e delle continue discriminazioni a cui è costretta dover far fronte ogni giorno. Insicurezza, sfiducia e quel senso di inadeguatezza costante, sono macigni interposti tra lei ed i suoi sogni, bagagli appesantiti da anni di prevaricazioni ed etichette, che hanno instaurato nella sua mente una serie di complessi la cui conseguenza è una ovvia e dolorosissima chiusura in se stessa, un’implosione fragorosamente silente che le impedisce di relazionarsi con chi la circonda.
L’attacco del pezzo, «ascolta i tuoi pensieri, son chiusi in un cassetto che apri di continuo pensando un po' al futuro» rappresenta l’invito, animato e sentito, a dar sfogo al proprio dolore attraverso un viaggio la cui meta non è soltanto l’accettazione di sé, ma soprattutto, la consapevolezza che il proprio valore non dipende e non deriverà mai da ciò che gli occhi giudicanti vedono di sfuggita senza fermarsi ad osservare, ma solo ed esclusivamente da quello che noi riusciamo a coltivare e costruire al di là di quella coltre di trascuratezza e distruzione che è a mero appannaggio di chi si limita a sentenziare senza conoscere, etichettando un’anima dal solo involucro che la riveste.
Ma è quel valore intrinseco, incastonato tra vuoti e ferite, a far brillare una luce unica e radiosa, in grado di abbagliare e incantare sguardi attenti e spontanei, occhi che sanno scorgere la bellezza oltre il velo della disillusione, occhi a cui, a primo acchito, non crediamo, proteggendoci dietro la fragile ma compatta corazza delle nostre incertezze e dei nostri autosabotaggi. Ed è così che, a metà del racconto, la protagonista incontra un ragazzo capace di sciogliere, giorno dopo giorno, il gelo interiore che le attanagliava il cuore, senza tentare di cambiarla, ma sanando le sofferenze non soltanto con il suo amore, ma dimostrandole l’effettiva esistenza di quei punti di forza che non sapeva notare, consentendole così di accettarsi fino in fondo e di amarsi per poter essere davvero in grado di amare e di ricevere il bene altrui.
«”Fondotinta” – dichiara Spinaz – è la storia di una donna che per troppi anni è stata giudicata per il suo aspetto fisico. Una donna che non si ritiene bella e nemmeno piacevole; insicurezze amplificate dalla cattiveria di alcune persone che continuano a denigrarla, facendola cadere nel pericoloso tunnel della depressione. All’improvviso, però, succede qualcosa: un incontro fortuito con un ragazzo che le cambierà la vita per sempre. Poco a poco, infatti, lei inizia a fidarsi di lui, trovando il coraggio di rinascere dalle sue stesse ceneri. Con tanta fatica, giorno dopo giorno, il tempo si trasforma in una vittoria nei confronti di se stessa e una rivincita verso coloro che si sono sempre presi gioco di lei basandosi sulle apparenze».
«Adesso tu sei forte, hai vinto il tuo nemico che prima si sentiva un po' troppo fico», riassume perfettamente il concetto di una rinascita generata dal desiderio di essere se stessi e apprezzarsi in tutte le proprie sfaccettature ed in quel «basta basta» ripetuto come un mantra e un memorandum salvifico - «basta basta fondotinta, basta basta body shaming, basta basta con quegli scemi» -, l’artista ricorda a tutti noi di combattere timori, pregiudizi e discriminazioni con il puro amore nei confronti di noi stessi, senza nessun filtro, nessun trucco, nessun “Fondotinta” che ne alteri l’essenza.
“Fondotinta” supporta l’Associazione di Volontariato “Il Bucaneve”, ETS umbra fondata nel 2012 da Maria Grazia Giannini, il cui obiettivo è sostenere, attraverso l’ascolto e l’orientamento, persone e caregiver che vivono una situazione di sofferenza legata ai Disturbi del Comportamento Alimentare, alla violenza di genere e/o maltrattamenti vissuti all’interno delle relazioni affettive, cui Spinaz devolverà parte dei ricavati del pezzo stesso.
Biografia.