“Il segreto inconfessabile” di Rubina E. Rossi, il 3° capitolo della tetralogia dedicata alle indagini di Tony Della Rocca. L’intervista

Fattitaliani


di Francesca Ghezzani

Siamo di fronte a un giallo tinto di mistero, un omicidio apparentemente inspiegabile e un’indagine piena di colpi di scena. È con Il segreto inconfessabile, terzo capitolo della tetralogia dedicata alle indagini di Tony Della Rocca, che la penna – a quattro mani - di Rubina E. Rossi è tornata in libreria. 

Rubina, come si inserisce questo nuovo titolo tra i quattro?

Ciascun romanzo è leggibile singolarmente e slegato rispetto agli altri, ma ciò che li lega è l’evoluzione interiore del protagonista, che da personaggio statico e stereotipato diventa sempre più consapevole di sé, delle sue fragilità, e riesce a illuminare, grazie anche alle indagini che si trova ad affrontare, dei coni d’ombra che oscurano tratti della sua personalità. In particolare, in questo terzo romanzo Tony si dovrà confrontare - e scontrare – con le sue convinzioni religiose e con l’idea stessa della religione, ma dovrà anche affrontare, per iniziare a risolverlo, il rapporto con i suoi genitori. Il romanzo è pubblicato - come già il secondo della serie, L’eco della vendetta - con Chance Edizioni, che si occupa soprattutto di editoria emotiva.

Quali sono le ambientazioni questa volta? 

In questo romanzo Tony si ritroverà a visitare diverse città italiane. Partendo da Trieste, passerà per Cremona, Firenze, Roma e Napoli e riuscirà a scoprire non solo particolari utili alle sue indagini, ma anche usi, costumi e cibi locali! Soprattutto cibi.

È stata riconosciuta alla penna di Rubina E. Rossi la capacità di mescolare sapientemente suspense, mistero, ironia, introspezione, ambientazioni che cambiano mantenendo sempre un impatto vivido nell’immaginazione del lettore e personaggi improbabili, divertenti, oscuri, affascinanti. Come ci riesce?

Essere in due aiuta sicuramente a essere meno monolitiche! Scherzi a parte, era nostra intenzione, fin dall’inizio, di scrivere un giallo che strizzasse l’occhio anche ad altri generi, sia per provare a interessare un maggior numero di lettori, sia per lasciare più libertà all’estro creativo, alla narrazione e ai personaggi.


In chiusura, ci vuole una grande intesa per procedere in questo modo e soprattutto non ci deve essere il desiderio di soverchiare l’altra: è per questo che avete deciso di usare uno pseudonimo? Come nasce quest’idea e perché avete scelto proprio Rubina E. Rossi?

Forse sì, uno pseudonimo avrebbe fatto sì che l’attenzione si concentrasse più sul risultato comune che sulle nostre individualità: di fatto Rubina, cartesianamente, esiste in quanto scrive e in quanto tale possiamo dire che è davvero lei l’autrice dei nostri romanzi, tanto è vero che l’idea è nata insieme alla tetralogia di Tony e rappresenta la fusione di alcuni nostri tratti comuni: l'amore per gli studi classici, per i viaggi, per il teatro, il balletto, l'arte in generale e per i gatti. È una persona solare e gaudente, un po’ smemorata, a volte bipolare… sicuramente aristotelica nel rispetto dell’unità di tempo e di azione! Il nome Rubina deriva dal cognome di una persona comune conoscente e il secondo nome puntato E. con il cognome Rossi sono invece un omaggio al professor Luigi Enrico Rossi, che è stato uno dei più grandi grecisti italiani degli ultimi decenni: grazie a un lavoro svolto per lui all’università ci siamo conosciute.


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