Sono, appunto, come cartoline e
chi, ormai tanto tempo fa, le scriveva senz'altro ricorderà lo sforzo di
sintesi ma anche la volontà di colpire l'immaginazione del destinatario con
poche, precise, preganti espressioni. Quindi non lunghe lettere ma rapidi
schizzi che, nelle composizioni più riuscite, raggiungono un'icasticità di
grande valore. Ovviamente i contributi sono molto diversi secondo le diverse
sensibilità, preparazioni, esperienze degli autori ma, insieme, descrivono
quasi impressionisticamente Torino.
Si evidenziano così alcune
particolarità, talvolta del tutto sconosciute, di questa città. C'è chi ha,
giustamente, sottolineato l'importanza di percorrere le vie con lo sguardo
rivolto verso l'alto per poter ammirare i bei stucchi che spesso
impreziosiscono i palazzi, chi ha rievocato ricordi d'infanzia di una Torino antiquaria che non esiste più,
chi nell'osservazione delle rive del Po
ha descritto dolenti ricordi legati a una semplice casetta, e così via.
Un libro “impressionista” nel
senso più profondo e interessante del temine. Impressioni di vita e luoghi
vissuti. Talvolta comici, talvolta surreali, ma sempre affettuosi. Non potevano
mancare le “cartoline” della Torino
operaia, con i suoi “baracchini”, ma di estremo interesse sono i ricordi legati
all'immigrazione meridionale vista anche nel lato positivo di superamento di
una condizione di sottomissione patriarcale attraverso degli sgargianti
pantaloni gialli.
E poi le pertinenti riflessioni
sulla viabilità cittadina con le umoristiche annotazioni sulla singolarità dei
controviali (altra particolarità tutta torinese) o le nuove sfide poste da
un'immigrazione di persone provenienti da realtà totalmente differenti dalla
nostra. Insomma, una ricognizione a tutto campo su Torino che ci riconsegna
l'immagine di una grande città al di fuori dei soliti luoghi comuni; un luogo
ricco di storia e di storie, ripieno di aspetti particolari, spiazzanti,
vitali.
Siamo così lontanissimi da descrizioni patinate o turistiche, agli antipodi dalla retorica della “città d'arte” o della città della Fiat o della “città magica”; Torino, in queste cartoline, si offre attraverso le particolari suggestioni del ricordo, della speranza, della quotidianità. Un libro che si legge d'un fiato e che, nella semplicità e immediatezza degli scritti, dà molto da pensare.
Nicola
F. Pomponio