Per non dimenticare e perché ciò che è stato fatto non ritorni mai più

L’ULTIMO DIRITTO DELLA VITA È ESSERE RICORDATO

Oggi al Cinema Farnese di Roma è stato proiettato il Film “La Cartolina di Elena” uno speciale TV che racconta la vera storia di Elena Colombo, l’unico caso documentato di una bambina italiana deportata da sola ad Auschwitz, unico caso documentato in tutta la Shoah italiana.
Venerdì 27 gennaio, Giorno della Memoria sarà in onda su Rai3 alle 16 e su Rai Gulp alle 16, 50 e disponibile su RAI Play.
In memoria di Elena Colombo che regalava sorrisi, amava lo sport, la musica, la vita. 
L’obiettivo è quello di trasmettere la memoria del passato. Non bisogna discriminare, mettere ai margini.

A raccontare la storia sono due ragazzi tredicenni, Cecilia e Fabrizio, partendo da una vecchia fotografia di famiglia trovata in soffitta e per la curiosità  di sapere cosa è successo, riescono a ricostruire che cosa è accaduto ad Elena e alla sua famiglia. Deus ex machina è un carillon che misteriosamente li porta con la sua musica sui luoghi giusti per trovare degli elementi e sbrogliare la matassa.

In sala c’erano anche degli alunni e la maestra li ha rassicurati “Oggi siamo in un periodo storico in cui nessuno vi ruberà il sorriso. Se così fosse cercate di non permettere che torni di nuovo” anche perché ciò che è successo non accadrà mai più.  Il futuro che vi attende è quello migliore e dovete portarlo avanti
Le discriminazioni delle leggi razziali e la seconda guerra mondiale costrinsero tutta la famiglia Colombo a scappare dalla città. Prima a Rivarolo Canavese, dove Elena conobbe la sua amica Bianca, e poi a Forno Canavese dove l’8 dicembre del 1943 furono tutti arrestati.
i genitori furono deportati subito al campo di sterminio di Auschwitz, sullo stesso treno di Liliana Segre, invece Elena fu affidata ad amici di famiglia. Dopo tre mesi anche lei fu deportata ad Auschwitz. Nessuno dei Colombo tornò a casa. Elena aveva soltanto dieci anni e 10 mesi arrivata ad Auschwitz fu subito mandata nella camera a gas. Prima di partire, Elena mandò una cartolina alla sua amica Bianca, fu l’ultima testimonianza della bambina e da qui il titolo del film.
Elena era una bambina felice ed è precipitata in una tragedia senza averne colpa.                                                                                                                                              Elisabetta Ruffolo


                                                                                                                                                                                  

Fattitaliani

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