Lussemburgo, al Grand Théâtre "300 el x 50 el x 30" di FC Bergman. La recensione di Fattitaliani


Realizzato da FC Bergman  nel 2011 per il festival Antwerpse Kleppers, lo spettacolo 300 el x 50 el 30 fa tappa al Grand Théâtre di Lussemburgo con due serate, il 12 e il 13 gennaio.
Il titolo rimanda alle misure dell'Arca di Noè, richiamata anche da una piccola barca che però rimane inutilizzata e anzi viene colpita ripetutamente a colpi d'ascia che la rendono inservibile. Eppure, come altri "segni" che s'intravedono all'interno della narrazione, si pensi alla pecora pescata nello stagno e lasciata appesa a sgocciolare mentre tutta la comunità la osserva basita, potrebbe rappresentare una via di fuga, di cambiamento dalle abitudini e da un'esistenza che nel villaggio si ripete sempre uguale a sé stessa, caratterizzata da povertà di spirito e culturale, frustrazioni, sfoghi, crudeltà.

Umorismo, bizzarrie e straniamento scandiscono i vari momenti della rappresentazione in un susseguirsi di scena che si rivela tutt'altro che statica com'è al contrario la vita degli abitanti del villaggio.
Un continuo interscambio fra teatro e cinema, grazie all'agilità del cameraman letteralmente portato in giro sul palco, riesce infatti a far entrare l'occhio dello spettatore dentro le capanne e dentro la realtà di chi ci vive. La dinamica del punto di vista continuamente cangiante e del movimento delle inquadrature compensano l'immobilismo dei personaggi.
L'unico tentativo di fuga si rivela fallimentare e anzi chi prova a uscire dal sistema viene definitivamente fermato e condannato alla morte, non solo sociale.
I caratteri sono surreali e realisti allo stesso tempo. Una ragazzina suona il pianoforte mentre la madre batte il tempo con aria demente/dormiente. In un'altra capanna una donna è intenta a mangiare bulimicamente qualsiasi cosa e, poco distante, quattro uomini instupiditi dalla noia bevono, fumano, giocano a freccette. Un giovane sembra pronto a far saltare in aria il villaggio che ha riprodotto in scala ridotta e in un'altra abitazione un uomo prova a masturbarsi mentre la sua compagna è sul cesso...
Nella parte finale, durante una danza che è una sorta di follia collettiva, tantissime comparse raggiungono il gruppo ad eseguire un martellante e continuo movimento: un riaffondare nella quotidianità misera, da cui non sembra esserci scampo. Giovanni Zambito.

Foto di Kurt Van der Elst

Fattitaliani

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