“FRAME” è il primo album da solista di Orazio Russo, che dopo aver portato avanti per tantissimi anni il progetto band denominata CAFTUA ha voluto bloccare dei momenti di vita come dei veri e propri “frame”
Abbiamo intervistato per voi il cantautore. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Orazio,
bentrovato. Parliamo del tuo nuovo album. Com’è nato “Frame”? Cosa rappresenta
per te?
Grazie a voi che mi ospitate…l’album è nato dopo un incontro con Riccardo Samperi che è il mio produttore artistico e discografico. Avevo dei brani che non erano mai stati pubblicati su cui credevamo tanto e poiché ero in studio per registrare il brano “Il Tempo che Non Torna” diventato subito dopo, il primo singolo di FRAME, abbiamo deciso di non pubblicare solo un singolo ma l’intero album. “FRAME” rappresenta un attimo della mia vita, come un “FRAME” di un film che scorre e di cui non conosci la fine.
C'è un
concetto base, un filo che lega tutto il disco?
Direi che il fil rouge è il sentimento…il rapporto tra due anime che si trovano e che dopo tempo, si salutano perché scoprono di non essere compatibili.
Dal punto di
vista musicale, invece, quali sonorità hai voluto abbracciare?
Quelle che mi hanno da sempre accompagnato nel mio percorso musicale ovvero sia, chitarre sognanti, che stridono tra overdrive e delay aperti.
Qual è
l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?
Mi affascina la nascita stessa della canzone…il vedere pian piano che prende forma e che alla fine la suoni e ti rendi conto che ti emoziona
Cosa ci
riserverà la tua musica nei prossimi mesi?
In questi giorni
sto lavorando sui brani del nuovo album che uscirà a fine 2023 e con la mia
band, stiamo preparando il live per la promozione di “FRAME”