Squilla il telefono…
“Ciao Dani, hai letto qualche capitolo
del libro?”
“Gian Ettore!! Sììììì, altroché qualche
capitolo, l’ho letto interamente, tutto d’un fiato tanto è coinvolgente. E’
bellissimo!”
“Mah…
forse ci vogliamo troppo bene perché tu possa essere obiettiva. Credo
avresti trovato bellissimo e coinvolgente anche il bugiardino dell’aspirina, se
l’avessi scritto io”. Ridiamo entrambi, ma Lui sa bene che mai gli
mentirei con un complimento a mero scopo
diplomatico.
Amiche ed Amici carissimi, inizia così l’intervista a Gian Ettore
Gassani (sì, proprio Lui, “l’Avvocato sempre in TV”, il famoso Presidente AMI, l’Autore di saggi che Egli stesso ama definire “casi di bottega”)
oggi con noi, esclusivamente in veste di Scrittore.
“L’ultimo abbraccio” (Ed. Diarkos), questo è
il titolo del sorprendente romanzo di Gian Ettore Gassani .
Daniela
Cavallini:
Bentornato Gian Ettore, nel nostro
precedente incontro ci hai resi partecipi della tua nuova esperienza letteraria
(https://mobmagazine.it/blog/2022/09/lultimo-abbraccio-di-gian-ettore-gassani/) senza far trapelare nulla circa il contenuto del
romanzo ed oggi, al termine della lettura del tuo
appassionante intreccio di storie, affermo di essere soprattutto sorpresa.
Gian
Ettore Gassani:
Eccomi con il piacere di sempre!
Oggi, però, una domanda te la pongo io: perché sei “sorpresa”?
Daniela
Cavallini:
Perché
mi prefiguravo un’intensa storia
d’amore, culminata con un ultimo abbraccio a suggellarne l’inesorabile fine. Un abbraccio a conferma del rispetto e della
comprensione anche per il dolore dell’altro,
in considerazione dell’amore che è stato e della reminescenza d’affetto
che pur nella fase della separazione, non dovrebbe mai venire meno, come peraltro
consigli ai Separandi che si rivolgono a
Te (i Pazienti, come prediligi definirli) ed enfatizzi nei tuoi saggi.
Inoltre, l’idea che mi ero fatta, ha
riscontrato conferma in una frase ad alto potere evocativo che pubblicasti poco
dopo aver annunciato la pubblicazione del libro e la ricordo molto bene per le
lacrime che vi versai:
"
Ognuno soffre a modo suo. C'è chi piange davanti a tutti e chi piange di
nascosto.
Sai,
ho conosciuto persone che dopo una grande batosta, sembravano indifferenti e
invece avevano il cuore a pezzi. Le apparenze ingannano. C'è chi ha reagito
scalando le montagne e chi si è fatto sopraffare dalla tristezza. Tu dovrai
scalare le montagne e pensare che la vita è una sola e che tutto dipende da te.
Che senso ha piangersi addosso? Che senso ha voltarsi indietro, piccola mia?
"
Gian Ettore Gassani:
In effetti, la tua interpretazione, non è poi così lontana dalla realtà narrata, se
non per il fatto che “L’ultimo abbraccio” è una storia d’amore in senso lato,
dove non manca il lato romantico pur solo sfiorato dalla passione, ma
soprattutto è tanto grande ed inclusiva e, come una matriosca, ne contiene
molte altre, tutte realmente vissute,
che ho ascoltate ammirato per voce dei diretti interessati, Persone splendide che
ho avuto l’onore di conoscere nei meandri delle terre dell’Est.
Daniela
Cavallini:
Da cosa nasce questa tua ammirazione che
si percepisce immensa?
Gian
Ettore Gassani:
Dalla loro grande generosità nel donare amore e sostegno ai più bisognosi, pur non avendo nulla per sé e condividendo persino la miseria in parti
uguali, prodigandosi nell’aiutare i più deboli… gli orfani…
Daniela
Cavallini:
Credo che l’espressione “amore
incondizionato”, tanto impropriamente inflazionata, in questi tuoi racconti sia davvero
insostituibile.
Gian
Ettore Gassani:
Assolutamente sì. Amore
incondizionato, che emerge ancor più se posto in relazione con le classiche “opere buone” verso chi non ha nulla, agite per mano di coloro che vivono nel
“tutto sfarzoso” manifestandosi impreparati ed inadeguati persino nel donare, data l’inconoscibilità di
tale aulico sentimento. Conosco bene anche molti di loro e ne parlo ampiamente, enfatizzando
quanto, nel cosmico contrasto, per ironia della sorte,
siano “pieni di vuoti”. “Vuoti” che colmeranno attraverso “lezioni d’amore”, somministrate senza
intenzionalità, bensì apprese grazie
alla quotidiana generosità riscontrabile nella naturalezza di chi sa offrire senza possedere nulla.
Daniela
Cavallini:
Un altro aspetto molto importante che
emerge nelle tue storie concerne il “saper
ricevere”.
Gian
Ettore Gassani:
Così come nel donare non è tralasciabile
la corretta contestualizzazione, altrettanto - e forse ancor di più - è
indispensabile saper ricevere. Saper
ricevere con gioia, apprezzando quanto ci viene donato, avulsi dalla
valutazione economica, scevri dall’urgenza emotiva di ricambiare con somme
adeguate e dalla forzatura dettata dalle cd “buone maniere”. Ci stiamo avvicinando alle festività natalizie
che, pur inficiate dalla contingente condizione sociale, ben presto
constateranno quanto saremo proiettati alla ricerca del regalo (o del riciclo) più
opulento.
Daniela
Cavallini:
Gian Ettore, la tentazione di addentrarmi in ognuna delle citate storie,
proprio perché vere e non romanzate
è molto forte, tuttavia, proprio a
salvaguardia della loro intrinseca preziosità, ti propongo di riservare loro – tutte, nessuna esclusa -, una
trattazione interamente dedicata.
Gian
Ettore Gassani:
Per quanto mi riguarda, non posso che esserne felice.
Il
libro:
Gian
Ettore Gassani, “L’ultimo abbraccio”, DIARKOS editore, 2022:
https://www.amazon.it/Lultimo-abbraccio-Gian-Ettore-Gassani/dp/8836162347/ref=sr_1_1