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Il modo per superare una visione dicotomica dell'esistenza prende forma nelle opere inedite che compongono la mostra: l'opera "viva" White Matter è accostata al ciclo "Psyche" composto da quadri in cui frammenti di ali di farfalla sono inglobati come una tarsia nel marmo a creare forme che richiamano le macchie di Rorschach. In "White Matter" l'artista unisce materiali sintetici, stampati in 3D, con specchi e marmo lavorato al laser. I frammenti di farfalla lasciano il posto a funghi edibili che crescono e fanno parte della scultura. Questa caleidoscopica opera d'arte è quindi viva, cresce e si trasforma nel tempo, raccontando la "materia bianca", ovvero quella chilometrica e fitta rete di impulsi elettrici nel cervello che ci permette di trasformare i singoli impulsi in un pensiero unico. Come i miceli dei funghi, così anche noi siamo tutti collegati internamente ed esternamente e ci "nutriamo" e completiamo vicendevolmente attraverso e con ciò che ci circonda. |
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Al centro del Giardino dei fuggitivi l'artista colloca una grande scultura bianca: un albero sospeso nell'aria e avvolto dalla nebbia. Il titolo dell'opera, "Sacrarium", spiega il senso più profondo della ricerca artistica di Giulia Manfredi: non si tratta di una visione nichilista, ma della “sacra” accettazione che sia impossibile abbracciare e appropriarsi pienamente dell'immensità del cosmo che pur non possiamo che percepire. La mostra completa il progetto artistico Materiabilia promosso da Gaggenau e Cramum tra Roma e Milano nel 2022. |
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Giulia Manfredi - biografia
Giulia Manfredi è nata a Castelfranco Emilia nel 1984, si è laureata in pittura a Bologna presso l'Accademia di Belle Arti nel 2008 con una tesi sui nuovi media e la tecnologia satellitare. Ha vissuto a Berlino dal 2006 al 2014, dove ha studiato all'UDK (Università delle arti) ed esposto le proprie opere in diversi progetti e mostre. Tornata in Italia, ha vinto la quinta edizione del Premio Cramum nel 2017 e ha esposto in numerose mostre collettive e personali, tra cui “Regno Sottile” nel 2019 presso il Museo Francesco Messina di Milano. Attualmente vive e lavora a Roma.
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