Putin. L'angelo di Dio, il nuovo libro di Giovanni Boschetti

Fattitaliani

 


Giovanni Boschetti nasce a Montichiari, in provincia di Brescia, durante la rinascita economica.

Profondo conoscitore dell’Arte delle Antiche Icone Russe, è stato uno fra i primi studiosi italiani di questa Arte Sacra, interessandosi, parallelamente, anche all’arte delle Avanguardie Russe.

Ha scritto diversi libri su queste due forme artistiche e ha composto una storia per bambini, per far conoscere le Icone anche ai più piccoli, pubblicata in Russia. Inoltre, alla fine del 2021, in Italia, ha dato alle stampe con Bastogi Libri Le sette porte. Il sogno di un Amore, un romanzo dal taglio autobiografico e spirituale.

Oggi torna in libreria con Putin. L'angelo di Dio, pubblicato da Brè Edizioni.

Giovanni, impossibile non soffermarci sul titolo in questo particolare momento storico. Chi lo ha scelto e perché?

Naturalmente io.

Un titolo del genere devi “sentirlo” e deve essere appropriato a quanto scriverai.

Perché?

Le ragioni sono molteplici, ma una in particolare mi ha spinto a sollecitare il lettore: la verità.

Partiamo dal presupposto che una verità assoluta non esiste. Inorridisco quando vedo gli opinionisti occidentali ergersi a portatori o conoscitori della verità. La estraggono di tasca ogni volta per sbatterla in faccia a chi ascolta. Così facendo infarciscono di ovvietà e demagogia gli inermi telespettatori.

La verità di per sé è una contrapposizione fra due o più “visioni” della stessa realtà. Una parte percepisce una sua visione, l’altra una diversa. Importante sarebbe che l’una accettasse l’altra e viceversa. Ma questo non succede quasi mai poiché ognuno cerca di sopraffare l’altro.

Ecco che nasce, come una contrapposizione, il mio ultimo libro, per dare al lettore italiano una prospettiva di come stanno le cose viste dalla parte russa. Totalmente diversa da come la racconta l’occidente.

Conoscendo il mondo russo, la sua religione, il suo pensiero, la sua storia, non potevo permettere che tante subdole realtà venissero travisate in comode risposte, non per la propria coscienza, cosa che comunque potrebbe essere accettabile, ma per meri e oscuri interessi di parte.

Sicuramente bisogna avere la capacità di “vedere” con occhi diversi la situazione; soltanto così si possono capire meglio tanti aspetti.

La stesura del romanzo quando è iniziata rispetto allo scoppio della guerra?

È un libro che ho iniziato a metà marzo e l’ho finito in due, tre settimane. Un romanzo breve che non ha richiesto una struttura particolarmente complessa, per cui mi è stato facile comporlo in poco tempo, anche perché ho utilizzato una forma particolare che mi ha permesso di essere completamente al di fuori della scena senza dovermi schierare per l’una o l’altra parte… Ma ne lascio al lettore la scoperta. 

La difficoltà, nei tempi, si è presentata poi, per la correzione, e soprattutto per la ricerca della casa editrice. Desideravo un editore non a pagamento e non è stato facile in quanto ho avuto diversi dinieghi poiché il clima terroristico dell’Occidente, nello schierarsi pro Russia, era insopportabile, ma sta di fatto che molti non volevano rischiare sanzioni, reputazione, coercizioni.

E poi dicono che vi è libertà e libertà di stampa. No, ho provato sulla mia pelle che non siamo per nulla liberi.

Il pensiero unico occidentale sventola ai quattro venti soltanto false libertà.

Povera Libertà, dove sei finita? Ti nascondi per paura di essere fagocitata e frantumata in mille piccole false libertà!

È un libro che chiede ai lettori di schierarsi in qualche modo o è un’opera che promuove il valore delle identità culturali e religiose?

Per le ragioni succitate nessuno deve schierarsi a prescindere, per cui la lettura del libro dona una completezza soltanto a immagini e visioni distorte della realtà. Vale la pena leggerlo per ristabilire un equilibrio e per dare un senso compiuto alla nostra ragione. Non siamo ancora marionette in mano a un regime unico a cui inchinarsi ubbidendo, anche se i presupposti ci sono tutti.

Per entrare nel cuore del romanzo bisogna avere il desiderio di leggerlo, intuire che vi è un’altra verità, che tutto sommato si può controbattere chi, accecato da puro servilismo, non vede altro che una Russia farabutta e nemica dell’Occidente. Non è così. Inoltre non vi è la promozione di identità culturali o religiose, semmai il rispetto di tali valori.

Nel romanzo si sottolinea il pensiero orientale rispetto a quello occidentale, si valorizzano le varie peculiarità dei diversi popoli che desiderano vivere in pace e armonia fra loro. Questi ultimi non accettano più la supponenza e lo strapotere dittatoriale, economicamente parlando, americano. Il mondo non sarà mai più come l’abbiamo vissuto e come lo percepiamo noi.

Sarà un’alta cosa, migliore e senza dubbio più rispettoso dei popoli più deboli.

Quel voler “essere il mondo” derivante dalla romanità dell’homo occidentalis, “Civis Romanus sum”, ovvero “Sono cittadino romano”, non sarà più possibile. Il colonialismo dell’occidente aveva rafforzato questo concetto.

Tutti i paesi non occidentali, ovvero i tre/quarti del mondo non vogliono questo, ma desiderano essere tutti protagonisti nel rispetto gli uni degli altri. Il loro pensiero? “Essere nel mondo”.

Che cosa abbiamo capito o non abbiamo capito noi italiani di questo conflitto, secondo lei?

Involontariamente, ho anticipato parte della risposta, ma la completerò.

Noi occidentali, suffragati da un pensiero unico che sta plasmando la nuova società, pensiamo che la nostra democrazia sia la miglior forma di governo possibile. Siamo convinti di essere liberi, di poterci arrogare il diritto di essere superiori e tutto quanto deriva dalla nostra civiltà, che deve essere l’unica forma possibile per svilupparsi.

A me non risulta che in millenni di storia i popoli siano stati così liberi da poter inneggiare al…. Caos. Sì, noi pensiamo di essere talmente liberi da poter fare ogni cosa nella massima libertà. Ma così non è. Troppa libertà porta all’anarchia, al caos. Per cui dovrà esserci un ordine mondiale prestabilito, controllato e unico.

L’uomo ha sempre desiderato avere una protezione derivante dalla sua spiritualità. Oggi, in Occidente, non esiste più; vedi la Chiesa cristiana cattolica e la Chiesa cristiana nelle sue molteplici forme, che si sta perdendo ovunque.

I diritti civili che ambiscono all’aborto, all’utero in affitto, all’unione delle coppie omosessuali, all’eutanasia, ai laboratori umani, al cambio di sesso e quant’altro sono soltanto false libertà che stanno portando l’umanità su un crinale pericoloso.

Fanno perdere all’uomo la spiritualità che lo differenzia dalle altre specie animali.

Qui il discorso si fa complesso e lungo, per cui non è il caso di insistere. Ma tutto ciò ci sta facendo perdere il timone della nostra coscienza e della nostra esistenza.

Per tornare alla domanda, è proprio questo che l’occidente e l’Italia non capiscono. La tanto sbandierata democrazia non a tutto il mondo piace. A noi sembrerà impossibile, ma anche al resto del mondo sembra impossibile vivere come viviamo noi. Molti russi, fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, attratti e affascinati dall’occidente vi si recarono più volte. Tornarono delusi e contrari a una vita tutto sommato meschina e priva di valori.

Le faccio un altro esempio attuale.

Avere una bella casa spaziosa con tanto di giardino, una bella automobile, un suv, le doppie vacanze, tecnologia in ogni dove, sport e tempo libero, vizi nascosti e virtù ostentate, viaggi e guardaroba copiosi, scuole private, ecc, a chi non piacerebbe?

Ma costa! Soltanto avere una vita normale costa! E così sarà sempre di più. E chi pagherà? Bisognerebbe lavorare sempre di più per avere uno standard di vita che non ci potremo permettere all’infinito. Prima o poi crollerà tutto.

E allora perché non ripensare a un’esistenza più sobria e meno dispendiosa. È quello che i paesi non occidentali si prefiggono: vivere una vita dignitosa nel rispetto reciproco. Tutto qui.

Per tornare al romanzo, troveremo, leggendo, anche questi aspetti in Putin. Lui definisce l’Europa e l’America dei popoli di debosciati, cocainomani, senza valori, dove la famiglia è stata sostituita dalla convivenza, dal non avere figli, dal vivere in promiscuità e tanto altro.

Ma altre cose non abbiamo capito che nel romanzo sono velatamente descritte…
Non posso svelare ogni cosa, altrimenti il lettore si accontenterebbe di quanto direi.


Infine, nelle sue pagine fa una disamina spietata che enuncia gli errori dell'Est e dell'Ovest. Quanto è importante comprendere i motivi degli avvenimenti, senza per forza giustificarli?

A questa domanda ho già risposto.

Sulla giustificazione di alcuni comportamenti anche. Putin non è un feroce assatanato predatore. Desidera solo difendere il proprio paese dall’occidente guerrafondaio, dalla decadenza morale, dalla mancanza di spiritualità. Sembra un paradosso, ma è molto più umano Putin e la Russia che l’americano esportatore di democrazia avviluppata da bombe e armi distruttive.

Vorrei, invece, soffermarmi sul libro e sul suo contenuto. D’altronde devo incuriosire il lettore.

Lo farò in modo curioso, senza spiegare alcunché, bensì ponendo alcune domande.

Mio caro lettore hai mai avuto a che fare con gli Angeli?

Hai provato ancora la scabrosità di una crocifissione?

Hai mai pensato che qualcuno sopra le nostre teste ci racconti frottole per biechi interessi?

Conosci a fondo Putin al punto da poterlo definire “l’Angelo di Dio”?

Non hai mai sentito il desiderio di un silenzio assoluto per ritrovare te stesso?

Potrei continuare con mille altri interrogativi poiché nel libro troverei tutte le risposte possibili.

Ancora un’ultima domanda, quella che ci si pone per la risposta finale alla vita: “Quale verità?”

Con ciò termino l’intervista consigliando il lettore di non privarsi di un libro simile, tanto intrigante quanto bello.

 

 

Fattitaliani

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