Proscenio, Claudia Gusmano a Fattitaliani: Mi piace la poesia che si nasconde dietro la quotidianità. L'intervista

Fattitaliani



Stasera apre la stagione 2022-23 di Fortezza Est “Mozza”, monologo scritto, diretto ed interpretato da Claudia Gusmano, in scena dal 27 al 29 ottobre con un atto unico poetico e delicato che racconta la storia di una giovane donna e del suo bisogno di libertà. Fattitaliani l'ha intervistata per la rubrica Proscenio.
In che cosa "Mozza" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?
È l’unico che ho messo in scena.

Quale linea di continuità, invece, porta avanti?
Mi piace raccontare la vita di tutti i giorni in una dimensione sospesa, senza dare nessun giudizio. Mi piace la poesia che si nasconde dietro la quotidianità, provo a far uscire quella che sono riuscita a sentire. 
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...
Il mio primo approccio è stato al liceo, vidi il Cyrano de Bergerac con Anna Mazzamauro al teatro della mia città. A 19 anni, mentre frequentavo una scuola di recitazione a Roma, ho conosciuto la regista Emanuela Giordano, stava preparando Alice della meraviglia con Mascia Musy, venni presa per interpretare la regina. Finalmente potevo fare quello che amavo come lavoro. 
Quando si scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi? 
Nella mia mente la fisionomia arriva prima delle parole e mi guida nella scrittura.
Nel caso di "Mozza", il personaggio è nato subito con la sua "fisionomia"?
Sì ed era inevitabile. 
È successo anche che un incontro casuale abbia messo in moto l'ispirazione e la scrittura?
Non proprio un incontro ma un ascolto. Ho sentito una sera Battere e levare di De Gregori ed è nato il seme di Mozza.  
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
Che la motivazione della scrittura venga snaturata. 
Mettere in scena un proprio testo può presentare dei limiti?
Sì, perché non sempre puoi guardarti da fuori. In questo caso mi appoggio totalmente al Mio sentire. 
D'accordo con la seguente affermazione di Beatrix Potter "C’è qualcosa di delizioso nello scrivere le prime parole di una storia. Non sai mai dove ti porteranno."?
D’accordo! Scrivere un testo credo sia come far nascere un figlio che ti somiglia ma che è del mondo  e non di tua proprietà. 
Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...
Una persona una volta mi disse “fai vedere quanto ami quello che fai, basterà”. Io penso sempre a questo quando lavoro. 
L'ultimo spettacolo visto a teatro?
Ho visto Morabeza di Tosca. È uno spettacolo meraviglioso.
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo? 
Anna Magnani più di tutti. La amo infinitamente, è energia pura, mai perfetta, senza etichette. 
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei? 
Io amo tantissimo Beckett ed in particolare Giorni felici e Non io
La migliore critica che vorrebbe ricevere?
È troppo naturale 
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere? 
È troppo teatrale 
Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?
La voglia di fare quello che gli pare. È troppo lo so, ma bisogna provare tutto per conoscersi. 
C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé l'essenza e il significato di "Mozza"? 
La canzone finale. Giovanni Zambito.


LO SPETTACOLO

Dopo il successo da protagonista della serie Netflix “Guida astrologica per cuori infranti” e nel film “Primadonna”, lungometraggio di Marta Savina presentato questo ottobre al Festival Alice nella Città, l'attrice marsalese torna al Teatro con lo spettacolo vincitore dei premi “Miglior Drammaturgia”, “Miglior attrice” e “Fringers to fringers” al Roma Fringe Festival 2016.

Mozza è una donna appena affacciata alla vita, con il desiderio profondo di voler far suo quel mare che ha accompagnato tutta la sua infanzia e che ora è diventato la sua culla morbida, necessaria, comoda… a volte forse anche troppo.

Il mare, il vento di sopra e quello di sotto sono le sue radici, il tronco il suo peschereccio, i rami la sua voglia di vivere in solitudine lontano dalle voci soffocanti degli abitanti della terra che la reputano “troppo bianca e troppo sicca” per avere qualcosa che non vada. Il desiderio profondo di libertà, ereditato dal nonno capitano di un peschereccio, può essere realizzato solo in quel mare infinito che aveva vissuto con lui da bambina. E se grazie ad un dialogo a volte rabbioso, altre volte liberatorio con un gabbiano si perdesse?

Né troppo vicino né troppo lontano” bisogna stare dalle cose che ci fanno paura, ma per questo bisogna avere un timone che lei, appena salita a bordo, scopre di non avere. Mozza ha un duplice significato “marinaia” per desiderio e “mozzata” per sceltaE se in quel perdersi scoprisse che anche il mare è finito? E che dove finisce lui inizia la terra? La stessa che le provocava un tempo vomito, nausea e spossatezza adesso si palesa come la parte mancante per la sua “interezza”.

Claudia Gusmano ci racconta una storia che parla di acqua troppo salata da bere e di terra troppo pesante da sorreggere. Mozza è una metafora sulla solitudine che ci accarezza quando iniziamo a delineare i nostri confini e il gabbiano è una luce che ci ancora al mondo desiderandoci singoli ma in mezzo agli altri.


MOZZA // Stagione 2022/2023 VOLI PINDARICI - Fortezza est

via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara

Orario Spettacoli giov-ven-sab ore 20:30

biglietto unico 12.00€

www.fortezzaest.com

info e prenotazioni

mail prenotazionifortezzaest@gmail.com | whatsapp 329.8027943| 349.4356219

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