Matrioska, dal 7 ottobre allo Spazio Diamante: da un'idea di Giampiero Rappa

Fattitaliani

 


Lo spettacolo è stato concepito nel gennaio del 2020 nelle aule dell’Accademia Stap Brancaccio.

Durante un’esercitazione con il primo anno di corso, tre allieve dovevano svolgere il compito di occupare lo spazio seguendo il proprio istinto. Hanno preso tre sedie e si sono sedute di fronte a tutti: poco dopo è stato detto loro di immaginare di avere uno specchio di fronte e truccarsi. Da lì è nata un’improvvisazione in gramelot. Le tre allieve erano diventate così tre ballerine straniere di un night club che si stavano struccando a fine serata. In sottofondo, una musica sudamericana che proveniva da un cellulare di una delle tre ragazze. 

Nelle successive lezioni, come in un puzzle, sono state aggiunte altre scene che potevano riguardare altri personaggi e gli altri attori sono stati chiamati a improvvisare sempre in gramelot. Sono nate così trame e sottotrame, una dentro l’altra, simili ad una matrioska.

Un nightclub, un’azienda di trasporti, una casa di piacere, uno studio di terapia e una famiglia che nasconde un segreto. Sono gli scenari diversi di una battaglia imminente, uno scontro tra generi. Una giovane straniera in cerca di fortuna arriva in una piccola località lombarda, sette donne e cinque uomini vivono le proprie realtà, vizi e desideri inespressi, ignari di quel che li aspetta. Storie dentro altre storie, dove i rapporti di potere, giustizia e destino risorgono dai tragici di un tempo e approdano nel nostro. Perché gli anni passano, ma la scelta resta: farsi trascinare dal fato come dalla corrente oppure opporsi e imporsi, a proprio rischio e pericolo.                                      

Sottolinea Rappa: ”Il covid ci ha costretto a interrompere il processo creativo, ma solo in parte, perché da remoto abbiamo continuato a incontrarci, cercando di immaginare una scaletta della storia e approfondendo le biografie dei personaggi. Così, la storia è stata più volte stravolta. L’anno successivo si è continuato il percorso di scrittura, questa volta solo ed esclusivamente a tavolino, costruendo - come si fa per la stesura cinematografica di un film - il trattamento, una scaletta e infine i dialoghi. Ci siamo ispirati ai protagonisti delle tragedie greche per cercare di realizzare degli archetipi con i quali il pubblico potesse immedesimarsi. Infine, si è andati in scena per due giorni nel dicembre del 2021 all’interno della Rassegna dei Classici del Nuovo futuro dell’Accademia Stap Brancaccio. Il riscontro avuto è stato molto positivo, al punto che Alessandro Longobardi, tramite la sua produzione OTI, ha deciso di produrre con grande coraggio lo spettacolo allo Spazio Diamante per tutti i weekend di ottobre”.

Due sono gli elementi significativi del progetto: la possibilità di lavorare con rigore per tre anni alla stesura di un testo direttamente con la compagnia che lo interpreta; l’investimento di una produzione privata nell’allestimento di uno spettacolo con 12 attori neodiplomati in una città come Roma, che in questo momento sta vivendo una grossa crisi teatrale. Un’importante occasione per dei giovani attori di lavorare e crescere grazie alla messa in scena stessa.


NOTE DEGLI AUTORI

Una Matrioska composta da sette donne e cinque uomini che vivono le proprie realtà, vizi e desideri inespressi, ignari di quel che li aspetta. Una giovane ragazza ucraina in cerca di fortuna arriva in una piccola località lombarda. Il fato può trascinarti come fa la corrente di un fiume, bisogna scegliere di opporsi e imporsi, a proprio rischio e pericolo. È la storia di uno scontro tra generi, dal quale ogni personaggio uscirà sconfitto, tranne chi ha davvero osato avere il coraggio per modificare il proprio destino. Uomini fermi nella loro convinzione di supremazia, donne che diventano androgine pur di non essere sottomesse. Scenari diversi e apparentemente scollegati tra loro, si incastrano perfettamente l’uno nell’altro fino a implodere l’uno sull’altro, l’uno a causa dell’altro.

NOTE DI REGIA

Sono state condotte delle ricerche dettagliate e delle interviste per trovare una verità in ogni singola parola o gesto dei personaggi.

La trama principale della famiglia di Alfio è come uno spettacolo a sé, incastrata negli ingranaggi delle altre storie.  Ognuno incide direttamente o indirettamente sulla vita del protagonista.

Eva, la ragazza ucraina (la scelta della nazione di provenienza è stata fatta un anno prima dello scoppio della guerra), entra a far parte di una comunità dove il suo ruolo risulta purtroppo essere quello della vittima “sacrificale”. Grazie alla sua morte cambieranno i destini e la vita di tutti.  Vite ormai da tempo logorate per la mancanza di una prospettiva o semplicemente per l’assenza di coraggio di cambiare le proprie esistenze.

Non c’è dialogo sincero tra uomo e donna; ci sono vittime e carnefici, dipendenze e codipendenze. I gesti e le azioni che ognuno agisce hanno un prezzo altissimo. La gabbia che ha costruito Alfio non regge più: il tiranno sta perdendo il potere, le figlie si ribellano, finalmente. Non gli resta che fare il bilancio della sua vita, ritrovandosi faccia a faccia con la solitudine e un vuoto incolmabile. Si accorge di non avere più nulla e di non poter contare più su nessuno. È il momento dei fantasmi, della lucida pazzia, dove si può fare un gesto estremo. L’omicidio finale non è un raptus. È una escalation di eventi che lo porta a uccidere la vittima “sacrificale” Eva: la rabbia di una vita intera, l’incapacità di chiedere aiuto, gli abusi che ha perpetrato e che ora gli si ritorcono contro, l’incapacità di ribellarsi ad altri tiranni, come il suo datore di lavoro.  È un uomo che attende da tempo per se stesso una punizione esemplare.  “L’ergastolo gli devono dare a quelli”: questo lui dice all’inizio dello spettacolo alla figlia quando viene a conoscenza dell’arresto di un delinquente che ha ucciso un orafo durante una rapina. Alfio è in fondo un uomo in attesa di essere imprigionato per poter non fare più male a nessuno.

LA COMPAGNIA

Gli autori e interpreti sono ex allievi diplomati alla Scuola STAP BRANCACCIO Accademia di Teatro e Arti Performative di Roma diretta da Lorenzo Gioielli. Lo spettacolo ha debuttato a Roma nel Dicembre 2021 all’interno della rassegna “Classici del Secolo Futuro”, un progetto didattico della scuola; con la supervisione drammaturgica di Giampiero Rappa.

GIAMPIERO RAPPA

(attore, regista, drammaturgo)

Nato a Genova nel 1973, frequenta nel 1994 la Scuola di Recitazione del Teatro dello Stabile di Genova. Nel 1997 si trasferisce a Roma e fonda con alcuni compagni della scuola - Filippo Dini, Andrea Di Casa, Sergio Grossini, Mauro Pescio -, la compagnia teatrale Gloriababbi Teatro, per la quale diventa drammaturgo.

Il suo primo lavoro, Gabriele, scritto con Fausto Paravidino nel 1998, è vincitore della Terza Rassegna di Drammaturgia Emergente - come miglior spettacolo della giuria e del pubblico - e nel 2005 è Finalista ai Premi Olimpici del Teatro dell’ETI come novità italiana. Ha scritto inoltre i testi Zenit (con Barbara Petrini), Tutta colpa di cupido (scritto con Lello Arena e Fausto Paravidino), Il Riscatto, Prenditi cura di me, recentemente proclamato vincitore del Premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia Europea - XIII Edizione, la commedia Sogno d’amore, Il coraggio di Adele ed infine La macchina dei desideri.

Oltre che drammaturgo è anche regista teatrale. Ha diretto Gabriele, Zenit, Il riscatto, Sogno d’amore, Prenditi cura di me, Il coraggio di Adele, La macchina dei desideri, Adele’s Heart per il Fringe Festival di Edimburgo, Mr.Placebo di Isabel Wright e A Slow air di David Harrower. Albania Casa mia di Aleksandros Memetaj, Una vita che sto qui di Roberta Skerl.

A queste attività affianca anche quella docente di recitazione e attore per il cinema e il teatro.


FB @matrioskateatro IG @matrioska_teatro


SPAZIO DIAMANTE

Via Prenestina 230B – Roma

venerdì – sabato h. 21.00 / domenica h. 17.00

prezzo biglietti 10 €

botteghino@spaziodiamante.it - www.spaziodiamante.it

fb @spaziodiamanteroma IG @spaziodiamanteroma


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