Eccola, miss Rettore: qualche giorno fa attraverso le sue pagine social aveva preannunciato ai suoi fan un'altra sorpresa. E, per continuare la bella energia e il successo del 2022, a ottobre darà alla luce la sua autobiografia dal titolo proprio ammiccante e curioso "Dadauffa - Memorie agitate" (Rizzoli), come incandescente e mutevole e cangiante e originale è la sua carriera.
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Tratto dalla pagina FB RETTORE: LA LEONESSA ROCK
“È sicuro che questa vita, per come la conosciamo, finirà. Mi piace credere che la Rettore sia stata un puntino di colore nel grigio, uno spillo che ha bucato vecchie idee sottovuoto. È in un giorno qualunque, un giorno di una normalità quasi miracolosa, che ho pensato intensamente alla morte. Prima no. Ero troppo impegnata a saltare gli ostacoli. Non mi sono mai sentita meglio, per questo mi è venuta voglia di fare un’immersione nell’oceano esistenziale.” Ed è così, in questo giorno qualunque, che Donatella, Dada, Rettore, donna dalle infinite anime e incarnazioni sul palco e giù dal palco, si ritrova a pensare alla morte e quindi alla vita. Il modo che ha Rettore di approcciarsi al tema – alla vita e quindi alla morte – è dissacrante, beffardo, poetico, profondo, circondata com’è dagli oggetti che hanno segnato la sua esistenza e che adesso, come il bagaglio di un faraone, innescano ricordi e memorie ora felici ora più buie, ora ineludibili ora sorprendenti. Riavvolgendo il nastro dal principio, dall’infanzia castigata – con la mamma Teresita, attrice goldoniana, che rifiuta la sua passione per le canzonette e la manda in collegio dalle suore Dorotee – agli esordi con la Nuova Compagnia di Canto Popolare; dal primo Sanremo al trionfo internazionale con Lailolà; dai brani di denuncia sociale a Splendido splendente, Kobra, Lamette, canzoni e rappresentazioni che hanno costruito un immaginario inimitabile; dalle collaborazioni con Elton John, gli incontri con David Bowie e George Michael, a tutti i grandi successi che l’hanno portata a vendere quasi 30 milioni di dischi in tutto il mondo.
Dada Uffa è un collage, un mosaico, un domino. Un’autobiografia unica da leggere e rileggere tutta d’un fiato"