Il 16 luglio
2022 resterà una data impressa nella storia di Slow Food. In questa giornata,
il movimento della Chiocciola ha organizzato a Pollenzo (Bra, Cuneo) il suo VIII
Congresso Internazionale: un momento storico, di profondo
cambiamento e di rigenerazione. Un passo fortemente voluto da Carlo Petrini,
che questa associazione l’ha fondata più di trent’anni fa nella poco distante
città di Bra.
Oltre 50
delegati dai cinque continenti riuniti nella sede
dell’Università di Scienze Gastronomiche hanno rinnovato il Consiglio di
Amministrazione, il più importante organo decisionale dell'organizzazione,
affidando alla nuova leadership il compito di guidare Slow Food attraverso le
numerose sfide che la produzioni di cibo ci pone davanti che sono ambientali,
climatiche, politiche e sociali. Contestualmente, il Consiglio di
Amministrazione ha nominato il nuovo presidente. Il movimento Slow Food
coinvolge attualmente 160 paesi nel mondo. I delegati riuniti a Pollenzo hanno
anche deliberato il passaggio dalla forma associativa a quella di Fondazione
di partecipazione Ets, riconosciuta dallo Stato italiano come
Ente del Terzo Settore, che permette la partecipazione di una pluralità di
soggetti, sia pubblici che privati, che ne condividono le finalità. Un
rinnovamento del movimento internazionale iniziato durante il Congresso
internazionale del 2017 a Chengdu proprio per andare oltre il modello
associativo e rendere Slow Food più aperto e inclusivo con l’obiettivo di
affrontare nel modo migliore le sfide odierne rispettando le diversità di tutti
i territori in cui il movimento è attivo.
«Emerge in maniera sempre più forte e
chiara il ruolo del cibo come responsabile principale del disastro ambientale.
Il nostro movimento, impegnato da trent’anni a garantire l’accesso al cibo
buono, pulito e giusto per tutte e tutti, deve avere il coraggio di assumere un
ruolo politico di primo piano nel frenare questa deriva dai risvolti
catastrofici - dichiara Carlo Petrini -. Abbiamo
bisogno di una governance che lasci spazio alle nuove generazioni, dobbiamo
avere la capacità di coniugare il nuovo con la storia, di avere coscienza che
il percorso fatto fino a oggi ha permesso il conseguimento di obiettivi che
sembravano irraggiungibili, permettendoci di essere ciò che siamo. Il mondo di
oggi è però profondamente diverso da quello degli inizi del nostro movimento:
c’è quindi bisogno di farci affiancare e indirizzare dalla creatività e
dall'intuizione di soggetti nuovi capaci di interpretare il presente, per poi
delineare la traiettoria che consentirà il raggiungimento di traguardi futuri».
La nuova leadership di Slow Food, assunta da Edward Mukiibi, origina proprio da queste premesse. Mukiibi è un giovane agronomo ed educatore ugandese, nato lo stesso anno in cui è stato fondato il movimento Slow Food: il 1986, l’anno delle proteste contro l'apertura di McDonald's a Roma. Ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Slow Food dal 2014 fino a oggi.
Mukiibi è nato nella
zona di Kisoga, un’area distante una quarantina di chilometri dalla capitale
dell’Uganda Kampala, un tempo rurale e votata all’agricoltura per via dei
terreni fertili e divenuta negli ultimi decenni un importante centro di
commercio. La sua famiglia gestisce da sempre una fattoria e Mukiibi ha, fin da
giovane, voluto proseguire l’attività dei suoi genitori. La nomina odierna a
presidente di Slow Food è il riconoscimento a un lavoro lungo anni, nel solco
della sostenibilità, e simbolo della capacità e della volontà di dar forma al
futuro dell’agricoltura rigenerativa.
«È il momento giusto per ricostruire,
rafforzare e rinnovare. Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre
comunità sono portatrici di una speranza concreta e generano un impatto
positivo sulle nostre vite, perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda
uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche,
sociali e culturali. Come Slow Food, è importante essere coscienti del fatto
che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme
altrove - sottolinea Edward Mukiibi -. Vorrei
esortare ciascuno di noi a lavorare con lo stesso spirito di resilienza
dimostrato durante la pandemia, con lo stesso senso di appartenenza e
solidarietà, al fine di coinvolgere sempre più persone nelle nostre attività.
Lo scopo rimane lo stesso: dar vita a un sistema alimentare che garantisca cibo
buono, pulito e giusto a tutti. È questo il nostro ruolo comune, abbracciamolo
con convinzione».
Agronomo con una laurea triennale in
Agricoltura e gestione del territorio conseguita presso la Makerere University
di Kampala (Uganda) e un Master in Gastronomia all'Università di Scienze
Gastronomiche di Pollenzo (Italia), Edward Mukiibi è un educatore nel campo
dell’alimentazione e dell’agricoltura ed è impegnato nella diffusione e promozione
di progetti sociali in questi ambiti.
Il lavoro di Edward Mukiibi, volto a promuovere un sistema alimentare sostenibile, equo e giusto, ha ottenuto diversi prestigiosi riconoscimenti: tra questi, il premio per la sostenibilità Ray Charles Black hand in the pot della Dillard University di New Orleans e una onorificenza da parte del Consiglio comunale della città di Detroit, negli Stati Uniti. Edward Mukiibi, inoltre, è stato incluso nella categoria Educatori della classifica 50 Next Awards dalla rivista Forbes, che ha individuato gli under 35 anni che stanno plasmando il futuro della gastronomia.
Il Consiglio di Amministrazione
di Slow Food
Il Congresso ha rinnovato anche il
Consiglio di Amministrazione di Slow Food. Ne fanno parte sette persone, quattro
donne e tre uomini provenienti da diversi angoli del mondo, un gruppo che è il
riflesso della ricca diversità che da sempre contraddistingue il movimento. Del
Consiglio di Amministrazione fa parte il presidente, Edward Mukiibi, mentre
Carlo Petrini è membro di diritto in qualità di fondatore.
Qui un breve profilo per ognuno dei nuovi componenti del Consiglio e una breve dichiarazione in merito al proprio impegno alla guida di Slow Food.
Le mozioni presentate
Durante i lavori sono state presentate
diverse mozioni, frutto del percorso di confronto tra gli esponenti del
movimento Slow Food nel mondo in vista del Congresso, consegnate alla nuova
dirigenza affinché si faccia carico della loro attuazione durante il proprio
mandato. Tra i documenti presentati, in particolare: l’impegno a denunciare ed
eliminare il razzismo intrinseco nelle nostre società, mozione presentata dalle
Americhe e Caraibi; il ruolo che le donne possono svolgere nel rigenerare il
sistema alimentare, come cuoche, produttrici o consumatrici, proposta dal
Collettivo femminista dell’America Latina; la difesa della terra
dall’accaparramento, dell’acqua e dei semi dalle mire delle multinazionali
dell’agribusiness, un tema particolarmente sentito dalle reti del ConoSur che
uniscono le comunità di Cile, Argentina e Uruguay; insiste sul tema
dell’educazione come strumento essenziale per difendere la nostra salute e
quella del pianeta la rete Slow Food nei Caraibi; mentre la Alice Waters,
vice-presidente di Slow Food nel precedente mandato, propone di estendere a
livello globale il progetto School Supported Agriculture, sottolineando il
ruolo che possono avere le scuole nella scelta dei canali di approvvigionamento
delle materie prime per la preparazione dei pranzi scolastici: le scuole
potrebbero essere infatti promotrici di quei cambiamenti che Slow Food auspica
da 35 anni semplicemente sostenendo l’economia dei piccoli produttori e della
terra di cui hanno cura attraverso le pratiche rigenerative applicate; dallo
Slow Food Youth Movement arriva la richiesta di un maggiore protagonismo
proprio dei giovani come motore della transizione alimentare; Slow Food Cile si
presenta al Congresso con due mozioni per la promozione di un’economia di
solidarietà con l’obiettivo di garantire la sovranità alimentare a favore delle
famiglie e delle comunità produttrici.