Dal 30 luglio al 4 agosto “I Solisti del Teatro”, storico festival romano diretto da Carmen Pignataro, giunto alla XXVIII edizione, ospita la Settimana Rainbow, una programmazione dedicata agli spettacoli LGBTQI+ realizzata in collaborazione con l’Associazione Mario Mieli.
Il 30 luglio va in scena “Mariposa, il coraggio della trasformazione”, scritto e diretto da Cecilia Herrera, un viaggio musicale e poetico attraverso la vita di due personaggi, Mariposa e Viola, apparentemente diverse, ma unite dalla stessa fragilità che hanno saputo trasformare in coraggio. Sono vissute in due epoche diverse, ma sono legate da un filo emotivo che attraversa il tempo. Tra tutte le icone gay Viola è cresciuta avendo come modello Mariposa, un’immaginaria diva latino–americana del passato. Dalla sua travolgente personalità Viola ha trovato la forza e il coraggio di completare la sua transizione. Mariposa è tornata sulle scene per ritrovare sé stessa nell’amore del teatro e del suo pubblico. In questa scelta è accompagnata dal suo assistente Sergio, che, non essendo stato in grado di uscire dall’ombra di Mariposa, nutre per lei sentimenti contrastanti di amore ed odio.
Come colonna sonora dello spettacolo le musiche più suggestive della filmografia di Pedro Almodovar, suonate rigorosamente dal vivo da cinque musicisti che accompagnano le performance live di Mariposa. L’atmosfera frizzante ed ironica dello spettacolo prende vita già dal foyer, adibito a bazar, con esposizioni di parrucche, accessori, vestiti e scarpe. In questo contesto diverse drag–queen interpretano le più grandi icone gay, intrattenendo il pubblico già prima dell’inizio dello spettacolo.
A seguire, il 31 luglio è la volta de “L’Imperatrice-Notte psicomagica dedicata alla vita straordinaria di Niki de Saint Phalle” di Roberta Calandra, con Caterina Gramaglia e la regia di Mariano Lamberti. Niki De Saint Phalle, autrice di innumerevoli pitture e sculture, celebre per l'ideazione e costruzione del Giardino dei Tarocchi, sotto il paese di Capalbio, decise molto presto di essere un'eroina: oppressa da una famiglia troppo borghese, insofferente ai ruoli tradizionali, subisce un ricovero psichiatrico devastante, causato dalle molestie del padre avvenute in tenera età.
Seguendo un percorso suggestivo e accidentato, fortemente evocativo come quello degli arcani maggiori dei Tarocchi, ispirati alla figura delle carte di Alejandro Jodorowsky, Roberta Calandra racconta la tortuosa vita di Niki De Saint Phalle. Un'esistenza caratterizzata dalla sua veemenza, il suo talento, la sua naturale ambizione rivoluzionaria che l'hanno resa rapidamente un'artista ammirata e riconosciuta a livello mondiale.
Spazio poi il 1 agosto a UN BACIO SENZA NOME (CRONACHE DI BATTUAGE) con Serafino Iorli e la regia di Luisa Merloni: uno spettacolo di narrazione autobiografica che copre anni di vita omosessuale in presa diretta: le prime esperienze sessuali, i primi amori, i primi campeggi gay, i primi locali del sesso, gli spettacoli en travesti; attivismo politico, le feste queer, esperienze spesso strampalate ma molto formative raccontate con delicatezza e tanta ironia. curiosità e riflessione si alternano a racconti esilaranti sull’incontenibile e screziato mondo gay, e sarà impossibile non ridere, non stupirsi, non commuoversi ripercorrendo insieme al protagonista tutte le emozioni e le vicissitudini che hanno segnato non solo la sua vita ma tutta la nascita del movimento gay e di liberazione sessuale.
Non poteva mancare un ricordo di Pasolini, il 2 agosto, con “Pasolini. 100 anni corsari di un eretico italiano. Un racconto teatrale cantato.” di Federico Malvaldi e la regia di Massimo Roberto Beato. Casarsa della Delizia, sullo sfondo lo spettro della Seconda guerra mondiale. Il teatro nel giardino di casa, i viaggi in treno, gli amori, sognati e vissuti di adolescente. Gli inizi e la fine: Pasolini visto da Pasolini stesso, attraverso le opere, le esperienze di vita e la morte, prematura e misteriosa. Un viaggio in profondità attraverso rivelazioni inedite, come gli scritti della raccolta postuma tenuti nascosti, come fossero una colpa, sempre sul punto di essere pubblicati ma inesorabilmente occultati al tenero e innocente animo della madre; racconti di uno scandaloso incontro estivo, un amore apparentemente fallito tra spiagge e balli pomeridiani. Canzoni (Amado mio, A Pa’, Una storia sbagliata), poesie, il tutto interpretato da un unico raccont-attore che porta in scena la straordinaria unicità dello scrittore a 100 anni dalla sua nascita, attraverso lo sguardo sognante della penna di Federico Malvaldi.
Il 3 agosto Gianni De Feo è il protagonista di “ Bambola” La strada di Nicola di Paolo Vanacore. Nicola si fa chiamare Bambola da quando, dopo la morte dei genitori ha iniziato a prostituirsi. Prima per necessità, poi nel rispetto di una scelta precisa. Bambola non ama, in fondo non ne è capace, perché per lei l'unico vero esempio di amore, gratuito e incondizionato, vive nel ricordo del padre. Da sua madre, invece, ha ereditato la venerazione per Nicoletta Strambelli, lo stile, la voce, l'eleganza, le sue meravigliose canzoni. Patty Pravo rappresenta tutto ciò che Bambola e sua madre sarebbero volute diventare: due dive spregiudicate, disinibite, controcorrente. Due donne libere. Ma un giorno è proprio il marciapiede a cambiare le carte del destino: Bambola si innamora di Giovanni, un suo cliente. Un uomo che ha già una sua famiglia, una moglie, figli. Tuttavia, Giovanni allo stesso modo e con la stessa intensità ricambia l'amore di Bambola, anzi è lui a voler intraprendere una relazione. Diventano amanti, contro il mondo, contro tutti. Un amore disperato, romantico e passionale, un amore unico e maledetto, che non può e non deve continuare. E così gli occhi tornano a chiudersi ma il cuore continua a battere, inesorabilmente. C'è un posto nella mente dove tutto è possibile, una sorta di universo parallelo che sconfina nel mondo reale, uno spazio dell'anima dove le storie si confondono e i corpi finalmente si fondono in un lento incedere fino a diventare uno. È la strada di Nicola, di Bambola, e delle canzoni di Nicoletta.
Infine, chiude la settimana Rainbow, il 4 agosto, “Scomodi e Sconvenienti” di Emiliano Metalli, con la regia di Orazio Rotolo Schifone. La storia è incentrata, in maniera assolutamente libera e romanzata, attorno alla figura di Ermanno Randi: un giovane attore ucciso dal suo compagno. Siamo all’inizio degli anni 50 e la stampa ne parlò prima in maniera denigratoria, fino a cancellarne il nome. Tutto inizia per caso, forse. Un incontro fatale, complice il silenzio del fiume che scorre sonnolento e segreto lungo gli argini boschivi della capitale. Boschivi e nascosti agli occhi indiscreti: luoghi di battuage come molti altri per avventure effimere e impronunciabili. Oppure un’occasione di lavoro, forse. Ida cuce la storia di Armando e Giuseppe, come fosse un abito interminabile, e il pubblico la osserva tramite i suoi occhi e le sue parole. Una storia di persone scomode e sconvenienti per la società italiana del secondo dopoguerra, ancora troppo stretta nei lacci del condizionamento totalitario. Per questo la sua fine, per quanto inopportuna, è comunque preferibile.
Scomodi e sconvenienti vuole restituire voce e dignità a tutte quelle persone realmente esistite che, vittime innocenti della società, sono state dimenticate solo perché avevano scelto una strada diversa dalle regole dei benpensanti.
Un cast giovane e pieno di talento, una vicenda dimenticata che deve essere riportata alla luce e la lotta contro ogni forma di violenza.
Si ringraziano la Fondazione Claudio Nobis, che sostiene il Festival economicamente già da due anni, il Comune di Roma, Artisti 7607, lo staff del festival, gli artisti e gli addetti ai lavori.