Proscenio, Roberto Leoni e il teatro dell'irrealtà quotidiana. L'intervista di Fattitaliani

Fattitaliani

“Il distacco”, scritto e diretto da Roberto Leoni, va in scena al Teatro Le Sedie anche per il prossimo finne settimana, dal 27 al 29 maggio. Regista e autore cinematografico, Roberto Leoni torna, con questa pièce, al suo vecchio amore per il teatro, posto in dialogo con il cinema: una lite tra un attore ed un'attrice, che si rinfacciano teatralmente a vicenda i motivi della fine della loro storia d'amore, diventa improvvisamente un pretesto di sfoggio delle loro capacità istrioniche. Fattitaliani lo ha intervistato per la rubrica Proscenio.

In che cosa "Il distacco" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi? Quale linea di continuità, invece, porta avanti?

In realtà IL DISTACCO è sulla linea di altri miei lavori. Infatti, sono un curioso e quindi mi piace spaziare o meglio esplorare sia un genere che l'altro. IL DISTACCO, proprio col suo nucleo basato sull'irrealtà quotidiana (il momento in cui la fantasia si introduce o meglio si intromette nella realtà, alterando il quotidiano), è una linea che ho già percorso in altri lavori teatrali come La Rimpatriata, Pirandello Ending e Seingalt Ending e in alcuni miei film come Luci Lontane con Tomas Milian e Laura Morante e soprattutto come SANTA SANGRE di Jodorowsky.
Non seguo le mode e sono contro le classificazioni del tipo: teatro alto/basso, cinema di serie A e di serie B. Ritengo lo spettacolo una magia, una emozione collettiva che nelle sue varie declinazioni può piacere più o meno, ma è sempre e comunque degno di rispetto per essere il risultato di un faticoso lavoro comune. Io, modesto artigiano di questo settore, sperimento tutti i generi, li assaggio e se mi piacciono li propongo, quasi fossero i sapori di una straordinaria torta della fantasia da offrire al pubblico.

Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...

Il mio primo approccio con il teatro è avvenuto casualmente quando frequentavo l'università di Roma e studiavo Giurisprudenza per i miei genitori con una libera frequenza a Lettere per me. Avevo infatti intenzione di diventare un poeta maledetto e di attraversare gli Stati Uniti in motocicletta scrivendo poesie selvagge. Ma un compagno di studi mi pregò di accompagnarlo alla leva di attori del mitico Teatro Ateneo, dove per un equivoco fui erroneamente scelto da Vittorio Gassman, da Giorgio Albertazzi e da Raf Vallone come attore. Sorprendendo tutti, rifiutai per la mia vocazione di futuro poeta maledetto e motociclista selvaggio, ma Marisa Fabbri, la docente di dizione, mi fece notare che se avessi accettato di seguire il corso avrei ricevuto una piccola borsa di studio per due anni. Siccome volevo comprarmi una motocicletta Triumph, accettai, a patto però di non fare l'attore, ma di fare "quello che scriveva e muoveva gli attori". Ridendo Gassman e Albertazzi mi ammisero al corso come unico "uditore" per la regia. Alla prima lezione avevo subito dimenticato la motocicletta, i poeti maledetti e ogni selvaggia epopea americana…

Quando si scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?
Sempre, ma con un procedimento curioso. Prima "vedo" i personaggi con i volti rubati ai passanti, a un barista, a un parcheggiatore, a una ragazza alta e bella tra la folla, poi li adatto gli attori che scelgo, cercando di riconoscerli nei volti rubati...

È successo anche che un incontro casuale abbia messo in moto l'ispirazione e la scrittura?

Spesso. Agosto a Roma. Auto rotta alle due di notte a Piazzale degli Eroi. Non ci sono taxi e ho il cellulare scarico. Prendo un autobus notturno per tornare a casa. L'autobus ha un solo passeggero: un vecchio grifagno in canottiera con le sopracciglia folte e i capelli selvaggi, sembra uno dei Gargoyles di Notre Dame, uno di quei demoni gotici che sporgono dal tetto della cattedrale. Lo guardo di sottecchi incuriosito e mi domando cosa farà un diavolo in canottiera in una notte d'agosto a Roma? Il vecchio demone scende a una fermata solitaria e si incammina nel buio: io non resisto e lo seguo fino a una costruzione che nell’oscurità sembra una grande casa degli spettri e vi sparisce dentro, dopo avere aperto un cancello cigolante…  Otto mesi dopo sono a Hong Kong per girare un film tedesco-spagnolo che ho scritto e che ha come protagonista Mark Damon. Il film racconta di uno strano demone che non più in canottiera, ma in smoking bianco suona il piano in un locale jazz galleggiante nella baia...

Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
Il timore di ogni padre per la sua figlia prediletta: speriamo che qualche bruto non la violenti.

D'accordo con la seguente affermazione: "La scrittura: unire una parola all’altra con la speranza di unire un uomo all’altro" di Fabrizio Caramagna?

Sì, anzi perfezionerei questo pensiero proprio con il titolo del famoso libro di Caramagna “Se mi guardi esisto” modificandolo in: SE MI PARLI ESISTO. È infatti anche nel tentativo di comunicare ciò che provo che riconosco, affermo e proclamo l'esistenza degli altri.

Rosaria Cianciulli - Enrico Manes-Gravina

Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...

Riguardo al teatro l’aforisma preferito è quello di Orson Welles: "Il teatro resiste come un divino anacronismo”. Il mio personale, invece, è in realtà quello di mio figlio Michele che a cinque anni, vedendo le piramidi, mi chiese: “Ma Dio quando ha inventato gli egiziani ha preso l’Oscar?”

L'ultimo spettacolo visto a teatro ? un giudizio (se vuole)
Rispetto e apprezzo il lavoro di tutti.

Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?

Sicuramente Giorgio Albertazzi, Romolo Valli, Enrico Maria Salerno, Gianni Santuccio, Gigi Proietti e Rossella Falk per la loro eccezionale versatilità, umanità, intelligenza, fascino personale e carisma scenico.

Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?

Oltre i classici che ci hanno insegnato tutto e continuano ancora a farlo ogni volta che li rileggiamo, sicuramente I SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE di Luigi Pirandello. È un testo epocale per ispirazione, struttura e concezione scenica. Basta ricordare la battuta del Padre "…ma che finzione, realtà! Realtà, signori, realtà!”

La migliore critica che vorrebbe ricevere?
Quella di avere fatto un buon lavoro con il testo e con gli attori.

La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
Quello di avere lavorato senza ispirazione e senza convinzione.

Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?

Qualcosa che aveva o che non credeva di avere e che con il mio spettacolo ha ritrovato, riscoperto o magari acceso in qualche luogo dell’anima e della fantasia…

C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé l'essenza e il significato de "Il distacco"? 
S
ì, è il momento in cui i protagonisti sono, improvvisamente e drammaticamente, spogliati dalla loro maschera quotidiana ed esposti ad una verità che lacera anche le loro ultime ipocrisie. In questo momento crudele cerco, nonostante tutto, di mostrare la loro (ma anche la nostra) dolorante umanità, perfino meschina, ma che tuttavia tenta di sopravvivere e di conservare almeno una speranza, un sogno… Giovanni Zambito.


LO SPETTACOLO

Lo spettacolo è una commedia, che lega il quotidiano al surreale. Basandosi su un meccanismo a sorpresa, vede gli interpreti scambiarsi, a repliche alterne, nei ruoli principali: Rosaria Cianciulli, Enrico Manes-Gravina, Alessandro Corte, Alfonso D'Iorio, Federico Micheli e Ugo Torrini sono i protagonisti di questa ardita prova attoriale.

“Il distacco” ha l’apparenza di una storia usuale, che suscita il riso leggero ma, per impercettibili spostamenti, allusioni e spiazzamenti progressivi, conduce ad una realtà straniante e metafisica.

La promettente Rosaria Cianciulli duetta con Enrico Manes-Gravina, attore della Cinema Players Acting School, diretta e fondata dalla rinomata Casting Director Rita Forzano, che con Leoni si cimenta nel ruolo di costumista. A giorni alterni, tutti gli attori si scambiano di ruolo, dando così vita ad uno spettacolo prismatico, latore di nuovi aspetti ad ogni messa in scena.

“Il distacco” mette a nudo quello scatto surreale che, come talvolta accade, irrompe nella routine quotidiana e modifica le carte in tavola, costringendo a riflettere, con amaro sorriso, sulle nostre fobie e sulle nostre fragilità.

Roberto Leoni – BIO

Ha esordito con la poesia, affettuosamente incoraggiato da Diego Fabbri e Giuseppe Ungaretti, ma siccome 'carmina non dant panem', ha tradito la Musa prima con il teatro con la complicità di Vittorio Gassman e poi con il cinema con la complicità di Cesare Zavattini. Ultimamente, si è pentito ed è tornato 'umilmente' al teatro. www.robertoleoni.com

TEATRO LE SEDIE

Via Veientana Vetere 51 - ROMA

Costo Biglietti: Intero 10€; Ridotto (Over 65 e Under 268€

Orari spettacoli:  Venerdì e Sabato h.21.00 – Domenica h.18.00

Info e prenotazioni: info@teatrolesedie.it -3201949821

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 Instagram Teatro Le Sedie

Fattitaliani

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