Intervista di Emanuela Del Zompo al regista e al direttore della fotografia di My Dolly.
Questo cortometraggio ha lo scopo e il desiderio di smuovere le coscienze di ogni essere umano che crede, che oltre alla sua attuale miseria o debolezza esistenziale non ci possa essere nessuna azione e reazione, dimenticando le molteplici possibilità che la vita ci offre. E' un corto che va oltre alla violenza sulle donne in sé, in quanto, questa volta, dalla violenza si arriva a una soluzione del problema.
E' un cortometraggio scritto con una penna di stile positivo e risolutivo, dove la purezza di una ragazzina, che subisce gli effetti negativi della violenza del padre nei confronti della madre, riesce rifugiandosi nelle più deliziose fantasie a dare alla madre una chiave di lettura diversa da quella che, in qualche modo si impone a vivere. Durante il suo viaggio fantastico incontra un cappellaio, che nel riparare le bambole, ripara piano piano il suo cuore e quello della madre, dando la possibilità di vedere la parte più brillante di questa magica esistenza. Un viaggio catartico dove il cappellaio assume un po' le sembianze del deus ex machina, quel dio greco che per magia, dava il risvolto positivo ad ogni tragedia. Grazie a questi elementi magici, che nel corto vivono in parallelo con gli elementi drammatici, si riesce a cogliere tutto il coraggio e il desiderio di un essere umano che desidera attraversare la via del cambiamento. Un cambiamento possibile a tutti.