I bambini delle guerre nel Giorno Mondiale della Poesia in "Rebecca ascolta il mare" di Pierfranco Bruni

Fattitaliani


Miriam Katiaka 

I ragazzi dell'Est. I bambini degli Orienti. I fanciulli dei Mediterranei, del mar Nero, degli Adriatici. Sono un reale e un immaginario che vibra le corde della parola e dell'anima dell'ultimo libro di poesie di Pierfranco Bruni che fa tanto discutere: "Rebecca ascolta il mare", per i tipi di edit@. L'infanzia come metafora di uno specchio che filtra il dolore e il viaggio, le civiltà e i popoli, le emozioni e la nostalgia. Ascoltano il mare perché il mare porta echi. Camminano le terre perché le terre sono voci e destini.

Admira  Brahja sottolinea: "Cosa stiamo lasciando a questi bambini? La risposta a questa domanda si trova in questi versi, dove ci sono delle infanzie negate… I bambini che giocavano a inventarsi adulti… dove c’è l’invito di prenderci per mano come i bambini e ricostruire un futuro insieme in un girotondo che diventa il senso di questo viaggio, la circolarità e la grecità raccontata da Pierfranco Bruni nella spensieratezza di un girotondo che ospita tanti porti e tanti volti. L’Italia ne diventa 'L’Itaca'. Si apre così un ampio scenario, storie vissute che abitavano il mare, volti di aquile, bambini albanesi senza una voce e un nome alla ricerca di sogni e speranze".

Un libro che raccoglie il bisogno di testimonianze che sono racconti attraverso gli sguardi, i volti, i silenzi. Una poesia che ha il suono e il canto della profezia questa   di Pierfranco Bruni. Una poesia vissuta che nasce da una profonda conoscenza di quelle geografie che sono consapevolezza e scavi di memorie e di presente in una temperie di metafisica e di carnalità. Un libro potente che con tocchi di maestria commuove e pone duri interrogativi. È una grande poesia che disegna un quadro mosaicizzato da immagini. 

Se Rebecca ascolta il mare il mare diventa una singolare merafora tra spazialità e ricerca di amore. Con Introduzione di Mario Calzolaro e Prefazione di Admira Brahja la poesia di Pierfranco Bruni si centralizza nel cuore di una antropologia umana e cristiana. Il filo che lega l'orizzonte religioso e l'umanitas è un icipit in cui lo speculare si intreccia con il metafisico. Dolcissima e malinconica silloge, Rebecca ascolta il mare, percorso poetico che pone al centro lo sguardo dell'infanzia, rappresenta la forza di un lirismo in cui il verso sembra raccontare storie e destini, ma offre una dimensione percettiva di una esistenza vera attraverso l'osservare e il vivere le infanzie in un tempo di viaggi e di eredità. Viaggi forzati ed eredità smarrite. Infanzie difficili e occhi chiari che sanno catturare emozioni, sensazioni, motivazioni. 

I bimbi disegnano avventure. I bimbi in ascolto hanno il sorriso di chi sa che osservare è cominciare a conoscere. È un libro di poesia che recita, attraverso i nomi dei bambini, la vita e il tempo in uno scavo di profonde metafore che hanno segni e simboli. Sono proprio questi simboli che si dichiarono in ascolto in cui il tempo scivola come acqua di mare. Nella Giornata Mondiale della Poesia "Rebecca ascolta il mare" è un libro profetico che resta. I bambini delle guerre nel Giorno Mondiale della Poesia in Rebecca ascolta il mare.

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