In
che cosa "Non eroga metano" si contraddistingue rispetto ad altri
suoi testi?
Non eroga metano è uno spettacolo che
guarda al e parla del presente, senza distrazioni. Questo ha di diverso dai
miei testi precedenti: volutamente, evita trasfigurazioni, allegorie,
simbolismi, e affronta di petto problemi reali e profondi. Lo fa attraverso un
intreccio ai limiti dell'assurdo, sì, ma mai impossibile.
Quale
linea di continuità, invece, porta avanti (se c'è)?
La linea di continuità si può trovare nella passione che abbiamo riversato
nell'interpretazione, nell'intimità del dialogo, nella comunicazione e nel
rapporto tra due, o più, persone.
Com'è
avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...
Mi piace scrivere da sempre, e da sempre cerco strade per farlo. Il teatro,
però, l'ho conosciuto sette anni fa, quando mi è stato chiesto di scrivere le
sceneggiature per un laboratorio teatrale di ragazzi liceali. Da allora, non
l'ho più lasciato. Fortunatamente, neanche al teatro sembra dispiacere.
Quando
scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano
la fisionomia di attrici e attori precisi? È successo anche che un incontro
casuale ha messo in moto l'ispirazione e la scrittura?
Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di collaborare a progetti nati e
cresciuti insieme ad attori bravissimi, quindi i personaggi avevano l'onore di
condividere i loro volti. Per un autore è una fortuna: come per un sarto, fare
un vestito su misura. Questo non vuol dire chiudere le porte all'ispirazione
che, tutti i giorni, arriva da incontri ed eventi casuali.
Per
un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da
un'altra persona?
Ci sono autori che temono ciò che può nascere dall'incontro tra un loro testo e
un regista diverso. Io la vedo come una grande opportunità: può nascere di
tutto, ed è proprio questo il bello.
Quanto
si riconosce nella seguente citazione "Il teatro è una zona franca della
vita, lì si è immortali" di Vittorio Gassman?
Mi ci riconosco completamente. Tutte le storie che raccontiamo, e ascoltiamo,
compreso il teatro, sono posti in cui i personaggi possono vivere per sempre,
lasciarli, tramandarli, tornarci. E noi li abitiamo attraverso loro.
L'ultimo
spettacolo visto a teatro?
Misura per misura di Shakespeare, per
la regia di Bisordi, al Gigi Proietti Globe Theatre di Roma, con tutti attori
giovanissimi. Mi aspettavo che fosse molto bello, e lo è stato ancora di più.
Degli
attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?
Non mi sono mai soffermato a pensare con quali attori del passato mi sarebbe
piaciuto collaborare. Mi sento già molto fortunato di collaborare con quelli di
oggi.
Il
miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Edipo Re.
La
migliore critica che vorrebbe ricevere? E quella che non vorrebbe mai ricevere?
Ovviamente, mi piacerebbe che le critiche fossero positive, e approfondissero i
temi sollevati dallo spettacolo, sviluppando il dibattito su arte, società e
cultura. Ogni critica, comunque, anche se negativa, è preziosa e può servire
allo stesso scopo.
Dopo
la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse
con sé a casa?
Un bel ricordo, o qualcosa da comunicare.
C'è
un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé il significato e la
storia di "Non eroga metano"?
Abbiamo messo il massimo in ogni scena, dalla prima all'ultima, e tutte portano
in sé il DNA di Non eroga metano. A
ogni modo, il finale è pura dinamite, una cosa assolutamente da non perdere.
LO SPETTACOLO
È notte fonda, una
macchina si ferma alla Stazione di servizio Colle Tasso Nord. All’ottavo mese
di gravidanza, Mersila scende dalla macchina e bussa alla porta dell’autogrill.
È ancora presto, le serrande sono socchiuse. Ad aprirle, arriva Sara. Mersila
non sembra a suo agio, qualcosa la turba. Tra le due si instaura uno strano
legame. Sara la invidia: un figlio è un dono che a lei non riesce. Mersila
invidia Sara: ancora in grado di decidere cosa fare della sua vita senza
dipendere da qualcos’altro. L’impasse si sblocca solo con l’entrata in scena di
Michele. Con lui, entrambe sembrano rincuorarsi. Ma se Sara è rassicurata dalla
presenza del suo fidanzato, perché anche Mersila lo è? Una storia drammatica
venata di profonda ironia, che si sviluppa attorno a un triangolo di segreti e
incomprensioni.
Un gioco d’incastri dal
senso dell’umorismo perverso. La storia si apre la “notte dell’incontro” in un
non-luogo, l’Autogrill. Lenta ma inesorabile come una fuga di gas, la notte
farà esplodere la verità sui tre ragazzi che, per un motivo o per l’altro,
“ragazzi” non potranno più essere. Ciò si traduce in una messa in scena
minimale ma ricca di simboli e significati. Un bancone, un tavolo, un paio di
fazzoletti. Anche il testo, reale, impacciato, ai limiti del pre-testuale, è
solo la punta del conflitto. La verità è un’arma impropria e i personaggi
devono imparare come impugnarla, prima di poterla sfoderare. È una situazione
assurda che si prende gioco di momenti lirici (tutte le mattine, all’alba,
Michele recita una preghiera leggendo i graffiti in autostrada) e flirta con
l’onirico (Sara, per gioco e desiderio, spesso finge di essere incinta).
Eppure, appena ci si abitua, si riconoscono i segni violenti di una
generazione, quella dei prossimi trentenni, senza più strumenti a disposizione
se non quello, per l’appunto, del sogno e del progetto assurdo.
INFO:
NON EROGA METANO
Venerdì 11 e sabato 12 febbraio ore 20
Domenica 13 febbraio ore 17
Biglietti: Intero 15€_ Ridotto 10€
Altrove Teatro Studio - Via Giorgio Scalia 53, Roma
Per informazioni e prenotazioni: telefono 3518700413,
email ipensieridellaltrove@gmail.com