Ma l’aspetto che più mi preme analizzare è che
non è semplice da comprendere per la generalizzazione che offre nel proporre
informazioni attraverso le immagini. Decodificarla non è facile e occorre
documentarsi approfonditamente per scoprire che si approda a informazioni
altrettanto imprecise.
Sul sito del Ministero della Salute compare la
voce porzione che viene espressa in “pugni o piatti” offrendo all’utente la
possibilità di interpretare a proprio modo l’ammontare della porzione stessa
(il pugno si intende aperto o chiuso? Mio padre risponderebbe: aperto!).
Sul sito dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità troviamo la voce QB che intende porzioni più precise, ma non è pratico
destreggiarsi a comprendere come nutrirsi correttamente in mezzo a sigle e
unità di misura approssimative.
C’è uniformità nell’atteggiamento dietetico che
spinge a impartire il monito di consumare frutta e verdure in ragione di cinque
porzioni al giorno, ma non è sempre chiaro se due debbano essere di frutta e
tre di verdura o viceversa. Oltretutto le informazioni ufficiali suggeriscono
un consumo di ortaggi e frutta pari a 400 grammi al giorno ma facendo i calcoli
i conti non tornano: ragioniamo insieme.
Leggendo questa indicazione scopriamo che: “Con la regola aurea del 5[2]
si intendono 2 porzioni di verdura e 3 di frutta, come minimo, ogni giorno.
Per porzioni si intende, ad esempio, un frutto intero (mela, pera,
arancia) o 2-3 piccoli (albicocche, susine), un piatto di insalata
(almeno 50 grammi), un mezzo piatto di verdure cotte o crude, una
coppetta di macedonia o un bicchiere di spremuta o di centrifugato.
In generale, per un adulto con una dieta da 2000 calorie al giorno, si
calcolano 50 grammi di insalata, 250 grammi di ortaggi (a crudo) e 150
grammi di frutta per ogni porzione”.
Facendo un rapido conteggio il consumo indicato arriva a toccare i 750
grammi giornalieri.
Che confusione!!!
400 grammi o quasi 750 al giorno? La differenza è quasi del doppio!
Facciamo un passo avanti, lasciamo il quesito in
sospeso, e procediamo ragionando sulla quota di zucchero ammessa: si parla del
10-12-15%, rispetto all’apporto calorico totale, al giorno. Ovvero su un
consumo di 2000 Kcal giornaliere parliamo di 20, 24, 30 grammi al giorno di
zucchero.
Espongo nello sviluppo del tema e del libro Un
sorso e un morso quanto sia difficile rispettare questa dose e sottolineo
che come afferma un interessante articolo[3]: “….che se andiamo a vedere cosa
mangiavamo negli anni ’60, si scopre che il consumo di dolci era di 25 g al
giorno, esattamente quello che ci viene consigliato oggi dopo anni di studi! Si
consumava anche la metà di latticini e carne, e il doppio di cereali, patate e
legumi. Senza saperlo, avevamo un’alimentazione più sana”.
Purtroppo le informazioni per comprendere come
comportarsi in merito sono a mio avviso obsolete[4].
Riporto le parole dell’articolo di cui puoi trovare il link nella nota
sottostante: «Le nuove “Linee guida per una sana alimentazione degli
italiani”, salvo rinvii dell’ultima ora sempre possibili, dovrebbero
uscire nel 2018, a distanza di 15 anni dall’ultimo aggiornamento. Un
capitolo delicato ma fondamentale è quello sugli zuccheri, visto che le
agenzie europee per la sicurezza alimentare, la Fao, l’Oms e anche la Fda
americana invitano ad assumerne una quantità inferiore al 10% rispetto al
fabbisogno calorico giornaliero. La diminuzione riguarda soprattutto la
quantità di zuccheri aggiunti, da non confondere con quelli naturalmente
presenti nel cibo, come il fruttosio nella frutta e il lattosio nel latte. La
distinzione è importante, perché i nutrizionisti ritengono gli zuccheri
aggiunti (compresi quelli presenti nei succhi di frutta 100% o nel miele)
sostanze in grado di favorire il sovrappeso, l’obesità e la carie. Visto che quelli
naturalmente presenti nei cibi non si possono e non si devono eliminare,
l’unica possibilità è ridurre le quantità degli zuccheri presenti nei
prodotti industriali come biscotti, dolci, snack, merendine, bibite
zuccherate… Il buon senso vorrebbe che queste raccomandazioni venissero
integrate nelle prossime Linee guida, ma ci sono dubbi al riguardo!»
La confusione parte dall’alto, si è parlato per
anni recentemente di diminuire lo zucchero nelle merendine confezionate e si è
paventato addirittura di tassarle, poi tutto è sfumato in una bolla di sapone.
È l’Organizzazione Mondiale della Sanità[5]
a suggerire con un articolo pubblicato il 23-03-2015 una stretta al consumo di
zuccheri aggiunti: le indicazioni parlano di abbassare i valori al di sotto del
dieci per cento dell’apporto energetico quotidiano (non più di 50 grammi, pari
a circa 12 cucchiaini), se possibile arrivando anche alla metà.
Se valutassimo quanto zucchero è contenuto negli aperitivi e nelle colazioni
e merende che quotidianamente ingeriamo senza ragionarci su rabbrividiremmo ma
di fronte al sapore dolce certe ammonizioni si dimenticano, e così invece di
ridurre la dimensione delle lattine delle bibite in commercio il marketing ha
compiuto la scelta di produrre confezioni più strette a alte e da quel momento
l’utente ha la sensazione di bere di meno ordinando una lattina in più: c’è da
farsi venire le lacrime agli occhi, ma non dal ridere…
Caterina Civallero
I miei corsi
https://www.facebook.com/caterina.civallero.5
https://caterinacivallerofeaturingmarialuisarossi.com
https://www.facebook.com/c.civallero/
https://www.facebook.com/amapola.caterinacivallero/
https://www.facebook.com/psicobiogenealogia/
https://www.facebook.com/civallero.caterina/
https://www.facebook.com/ilmiogemellomainato/
Pagina Instagram:
@Caterina_Civallero
http://linkedin.com/in/caterina-civallero-8556b8186
Twitter @CATERINACIVALL1
[1]
Venne ideata nel 1992 dal dipartimento statunitense dell’agricolture per
orientare gli utenti a una corretta alimentazione. Rivisitata nel 2005 passa da
una grafica orizzontale che aveva alla base amidi e cereali a una suddivisione
verticale e una nuova ripartizione dei principi nutritivi.
[2]
Informazioni disponibili sul sito della Fondazione Umberto Verionesi.
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/ogni-giorno-5-porzioni-e-5-colori.
[3]
Articolo tratto da:
https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/zucchero-dose-giornaliera-non-superare-tumore-cancro-dieta-sovrappeso-alimentazione/60d3338e-70b9-11e8-8f08-e72858c58491-va.shtml.
[4] https://ilfattoalimentare.it/linee-guida-2018-zuccheri-aggiunti-crea.html
[5]https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/loms-limitare-gli-zuccheri-aggiunti-non-piu-di-12-cucchiaini-al-giorno