Il 7 febbraio "Màkari" 2 su Raiuno, fra l'autoironia siciliana e un po' di tragedia greca

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Il 7 febbraio su Rai uno in prima serata “MAKARI”, seconda stagione, ispirata ai libri e racconti di Gaetano Savatteri editi da Sellerio. Regia di Michele Soavi. Una Produzione PALOMAR in collaborazione con RAIFICTION. Prodotto da Carlo degli Esposti, Nicola Serra e Max Gusberti. I primi due episodi saranno: Il delitto di Kolymbetra e Il lato fragile.

Le canzoni originali sono state scritte da Ignazio Boschetto ed interpretati da “Il Volo”. Tutti questi elementi hanno fatto grande la fiction!
 
Màkari è un gioiello un po' sui generis che ha incontrato il gusto del pubblico che pretende storie nuove. C’è il protagonista, il giornalista Saverio Lamanna (Claudio Gioè) e la spalla Peppe Piccionello (Domenico Centamore), i due personaggi hanno creato una certa alchimia. Suleima (Ester Pantano) è lontana perché da un anno vive a Milano ma all’improvviso torna in Sicilia per seguire un nuovo e importantissimo progetto. Un’amara sorpresa per Saverio perché Suleima non è sola ma con il suo capo, Teodoro Bettini (Andrea Bosca) e non è più la studentessa che aveva conosciuto ma è una farfalla che ha preso il volo e potrebbe allontanarsi da lui.
Saverio indaga sulle vite degli altri ma spesso anche sulle ombre. Spesso deve fare i conti con dei modelli arcaici. Deve essere geloso senza farlo sapere. E’ uno dei personaggi che l’attore sente più vicino alla sua cultura e ai suoi ideali e gli ha lasciato una forte impronta etica.
Il padre di Saverio è interpretato da Tuccio Musumeci, Marilù (Antonella Attili) Marichiedda (Maribella Piana), Emma la nipote di Piccionello (Giulia Cutrona)
Oltre ai protagonisti c’è anche una terra unica, la Sicilia che è tornata protagonista di un altro scenario.


Tutti i personaggi sanno portare la differenza tra il bene e il male. La parola mafia non si usa quasi mai. Con la complicità di Savatteri hanno cercato di scrivere dell’essere umano e lavorato con l’intento di avere anche successo. Màkari ha la leggerezza che ci appartiene ed è uno sfondo bellissimo tra il trapanese e l’agrigentino.
Savatteri ha dichiarato che è stato bello vedere le proprie parole trasformate in immagini. C’è il giusto distacco tra il libro e la TV, sono linguaggi diversi.
In Màkari ci sono due elementi fondamentali della Sicilia: l'autoironia siciliana e un po' di tragedia greca da fare in piazza. C’è anche un umorismo un po' più sotterraneo.
Andrea Bosca si definisce un terzo incomodo molto incomodo. Felice di tornare in Sicilia perché si sente in famiglia.

Elisabetta Ruffolo



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