DAVIDE BUZZI presenta il disco "Radiazioni Sonore Artificiali Non Coerenti", una prova di coraggio. L'intervista


"Radiazioni Sonore Artificiali Non Coerenti
" è il titolo del nuovo lavoro del cantautore Svizzero Italiano Davide Buzzi, giunto al suo quinto album sebbene alle spalle abbia oltre  trent’anni di carriera, passati ad esibirsi in diverse parti d'Europa e a scrivere canzoni anche per altri artisti. L'intervista.

Parlaci del nuovo album. Che impronta hai voluto dargli?

Il titolo di questo lavoro dice tutto già di suo, Radiazioni Sonore Artificiali Non Coerenti, e già questo sarebbe sufficiente già di suo per creare la giusta curiosità negli ascoltatori.

Ma quest’anno festeggio anche i miei primi 30 anni di carriera artistica e quindi era il momento giusto per una prova di coraggio. Non avevo mai scritto un disco d’amore, in verità non mi si confà molto questo tema, ma per questo secondo volume de La Trilogia ho pensato fosse giunto il momento di parlare anche d’amore. Naturalmente l’ho affrontato a modo mio e quindi nel disco parlo soprattutto di amori finiti. Il mio però non è un disco triste, anzi. Un esempio lampante è il primo singolo, “Come stai?” in circolazione dai primi Le mie storie le racconto con una certa ironia e, soprattutto sempre a ritmo di rock. Parlo di amori finiti, amori web, perfino di amori che nascono – come in “Mama”, che racconta di un bambino che ancora deve nascere e dell’amore di una madre,  ma anche di amicizie indistruttili. Insomma, credo che alla fine ne sia uscito un bel lavoro, tipicamente cantautorale, sì, ma anche molto rock.

Un brano davvero speciale è il secondo singolo estratto dall’album, che arriverà nelle radio verso la metà di novembre, “americanfly.chat”. Si tratta di una canzone davvero divertentissima, realizzata in copia con Franco Ambrosetti, qui al flicorno, ritenuto uno fra i dieci trombettisti jazz più grandi al mondo. Il brano affronta la realtà odierna dei social network e/o dei siti per incontri, dove spesso nascono amori virtuali che hanno ormai sostituito in tutto e per tutto l’antico forma di corteggiamento. 

In “americanfly.chat” i due focosi (non ancora) amanti decidono di incontrarsi, ma l’appuntamento si dovrà realizzare in un aeroporto al di là dell’oceano. Purtroppo, come non tutte le ciambelle nascono con il buco, anche in questo caso l’incontro reale dell’amore virtuale finirà con una sorpresa a dir poco sgradita. Una canzone splendidamente comica e dalle venature jazz, supportata da un flicorno fenomenale. Io e Franco, come anche tutti i miei musicisti, ci siamo divertiti tantissimo nel realizzarla; speriamo che anche gli ascoltatori la accoglieranno con il nostro stesso sorriso.

Quali sono i tuoi cantanti di riferimento? 

Ovviamente cantautori italiani storici, ma anche anche qualche artista country americano e poi, ovviamente, Bruce Springsteen.

In questi album de La Trilogia includo sempre qualche rifacimento di brani di cantautori che hanno segnato la mia crescita artistica; nel primo volume avevo interpretato a modo mio “A muso duro” di Pierangelo Bertoli, in questo nuovo album ho voluto fare un omaggio a Ivan Graziani, includendo fra le tracce “Fuoco sulla collina”.  

Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?

Ho un passato professionale ricco e variegato, ma sono soprattutto un artista. Oggi faccio il giornalista e credo che questa professione sia quella che più si avvicina alla mia indole curiosa e creativa.

Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?

Ho sempre desiderato poter fare l’astronauta. Pare che adesso sia possibile realizzare questo sogno, vedremo. Se no, l’esploratore polare.

Progetti futuri? Farai un tour? 

Adesso sto già lavorando al terzo volume di questa Trilogia, che spero possa uscire sul mercato nel corso del 2022.

Un tour al momento non è previsto, il Covid ha incasinato un po’ tutto. Però ho in programma qualche concerto sparso in alcune località cruciali. Speriamo non capiti come negli ultimi due anni, dove tutto è stato (giustamente) sospeso. È un momento difficile, ma per il bene di tutti dobbiamo adattarci. Il bene collettivo vale molto di più ddella libertà personale, libertà che  in ogni caso ci sarà restituita quando il Covid sarà sconfitto. 

IL DISCO
Il lavoro, parte di un progetto ben più articolato, è il secondo capitolo de La Trilogia. Realizzato a cavallo fra Ticino e Milano, si avvale della collaborazione di una band di apprezzati musicisti italiani e di alcuni ospiti speciali, fra i quali Franco Ambrosetti, ritenuto uno fra 10 più grandi trombettisti jazz al mondo . 

La maggior parte delle canzoni contenute in "Radiazioni Sonore Artificiali Non Coerenti" sono state scritte dallo stesso Davide, sia per quanto riguarda i testi come anche per la parte musicale. Escluse naturalmente “Sette fili”, brano inedito di Massimiliano Lazzarato, e le rivisitazione di “Fuoco sulla Collina”, storico brano di  Ivan Graziani, “L’emigrante” del cantautore popolare ticinese di origini romagnole Vittorio Castelnuovo - con il cameo della cantautrice comasco/argentina Alex Bartolo - e "Tempo Perso", una canzone quasi inedita di Graziano Rossi, apparsa solo nel lontano 1987 su una rara registrazione in musicassetta della band svizzera dei Departure e oggi ormai introvabile.

Tutti gli arrangiamenti sono stati curati dal chitarrista e produttore Alex Cambise, con in parte l'intervento dello stesso Buzzi su alcune tracce. 

«Le canzoni sono parole che porta il vento e che io cerco di catturare, mettendole su carta prima che possano sfuggirmi dalla mente. Cerco sempre di ascoltarne profondamente il suono, in modo da poterle catturare già complete della loro melodia.
I testi però sono la parte preponderante del mio lavoro. Quando scrivo cerco sempre di trasporre lo stesso spirito che ritrovo nel suono del vento, fino ad arrivare a raccontare l
e mille sfumature della vita, stravolgendo ogni certezza e ponendo a me stesso e all’ascoltatore enigmi di fondo sui quali riflettere.»

 

Davide Buzzi

Fattitaliani

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