GUARDA IL VIDEO
Dal 2 luglio arriva in radio il singolo “QUALCOSA
DI FAMILIARE feat. ROBERTO VECCHIONI” di MASSIMO GERMINI scritto
con Michele Caccamo, brano che dà il titolo all’album negli store e
sulle piattaforme dallo stesso giorno (PLAYAUDIO/AZZURRA MUSIC).
“Questa canzone vuole essere un appello all’attenzione e alla cura dell’altro - dice Massimo Germini - infatti racconta di una piccola, comune storia d’amore schiacciata dall’indolenza. I rapporti di coppia sono, purtroppo spesso, schiavi di una predominanza, quando invece sarebbero necessari il dialogo e l’apertura verso l’altro.”
Questa la track list dell’album:
“ODÒS”, “QUALCOSA DI FAMILIARE - feat Roberto Vecchioni”, “PER MARINO”,
“VUOL DIRE”, “SOLO AD AGOSTO”, “TU LO SAI”, “IL BRUSIO DELLE PAROLE”, “SAI COME
SONO LE ESTATI”, “ULISSE RACCONTA”, “AMORE È FORSE”, “DOPO UN ABBANDONO”.
In questo album dal punto di
vista dei testi, il filo conduttore è evidentemente la fragilità dell’uomo e il
suo rapporto con l’amore e con la fine. I testi, scritti da Michele Caccamo,
grande poeta contemporaneo, nascono da esperienze di vita molto intense, che
sono diventate esperienze di tutti con la tragedia del Covid-19. Sentimenti che
prima potevano provare solo le persone che avevano vissuto tragedie personali oggi
sono comuni a migliaia di persone. Michele ha dato la voce a queste emozioni e
credo che, ascoltare questa voce, possa essere in qualche modo di conforto e di
liberazione. Dal punto di vista musicale, l’album riscopre un modo di
suonare primordiale, etnico, ci sono tanti strumenti della tradizione popolare
di diversi paesi, una contaminazione che ha al centro l’uomo e le sue modalità
fisiche di espressione, non falsificate dalla tecnologia. È un album suonato in
studio, con strumenti veri e che si rifà alla tradizione della musica d’autore
italiana, con alcuni tributi ai maestri.
Massimo Germini, nasce a Limbiate (Monza Brianza) il 28 ottobre 1962. Chitarrista e compositore, da trent’anni svolge un'intensa attività concertistica, collaborando con artisti delle più svariate estrazioni e contaminando così la propria tecnica chitarristica. Oltre alle chitarre, suona strumenti a corda tipici
della tradizione popolare italiana e straniera (mandolino, mandola, liuto cantabile, charango, bouzouki). Anche grazie all’incontro con Lucio Fabbri all’Entropia di Milano, iniziano nei primi anni novanta le sue collaborazioni importanti, tra cui quella con Grazia Di Michele, con la quale ha calcato le scene per diversi anni. Nel 2002 viene chiamato da Roberto Vecchioni a suonare nel tour estivo legato alla pubblicazione dell’album “Il lanciatore di coltelli” e, dopo una breve interruzione, i loro rapporti umani e artistici si consolidano, proseguendo stabilmente tutt’oggi, non solo per l’attività concertistica. Fondamentale è il contributo di Massimo Germini nella parte musicale degli ultimi album del cantautore: “Io non appartengo più”, “Canzoni per i figli” e l’“Infinito” (disco d’oro nel 2018), nei quali la chitarra è strumento portante.
In una intervista rilasciata alla rivista
Vinyl del 5 gennaio 2019, Roberto Vecchioni si esprime in questi termini sulla
loro collaborazione: “Massimo Germini è il mio chitarrista storico: conosce
tutte le mie canzoni, più di me. È un grande musicista che insegna nelle
carceri, canta bene, fa le prove lui al posto mio e sa eseguire qualsiasi cosa
io possa avere in mente. Da quando lo conosco ho smesso di suonare. Io non sono
un grande chitarrista ma con lui sono già a posto”. Da tanti anni
Massimo Germini presta le sue chitarre all’intenso progetto musicale di Giovanni
Nuti, artista sensibile e raffinato di grande spessore che ha musicato
alcune tra le più belle poesie di Alda Merini, la quale, ancora in
vita, prendeva direttamente parte agli spettacoli. Al progetto, da cui sono
nati alcuni dischi, hanno nel tempo collaborato anche Milva, Valentina
Cortese, Lucia Bosè, Simone Cristicchi e, da
ultimo, Monica Guerritore. Della grande poetessa Massimo Germini
dice: “Alda Merini è stata sicuramente una persona con una marcia in più.
Era impressionante anche solo lo sguardo, tanto era comunicativo. Alda aveva la
capacità di dire sempre qualcosa di profondo e intelligente, e non risultare
mai scontata e banale. Sicuramente il fatto di averla conosciuta è stato un
dono prezioso” (così nell’intervista rilasciata a Francesca Bignami nel
2015 per L’Isola che non c’era, “... con i segni di chitarra che mi rigano
la vita”). Sempre in ambito teatrale, Massimo Germini ha curato gli
arrangiamenti musicali degli spettacoli “Musicalmente scorretto” e “Ce n’est
qu’un début” di Giangilberto Monti nei primi anni 2000, “Di là
del mare” di Kaballà nel 2013 (con Mario Saroglia), “Ma sono
mille Papaveri Rossi” nel 2015 e “Wind Blow” nel 2019 di Ivana
Ferri per il Tangram Teatro di Torino. Dal 2017 accompagna
alla chitarra Syria nello spettacolo teatrale “Bellissime”,
tributo alla canzone italiana al femminile, nonché, dal 2018, nello spettacolo
“Perché non canti più”, omaggio a Gabriella Ferri con la regia di Pino
Strabioli, di cui Massimo Germini ha curato la direzione musicale unitamente a
Davide Ferrario. Attualmente Massimo Germini sta collaborando
all’allestimento di uno spettacolo teatrale sull’accoglienza, il quale contiene
otto sue canzoni che canterà direttamente in scena, “Ogni luogo è un dove”,
scritto da Marco Aime e prodotto dal Teatro Pubblico Genovese,
in uscita nell’estate 2021. Innumerevoli le ulteriori collaborazioni live di
Massimo Germini: Nicola di Bari, Susanna Parigi, Mario Incudine, Cecilia
Chailly, Patrizia Cirulli, Giorgio Faletti, Rossana Casale, per citarne solo
alcuni. Numerosissime le sue partecipazioni come strumentista in produzioni
discografiche, colonne sonore (“Il cosmo sul comò” di Aldo Giovanni e
Giacomo, “Zoe’” di Giuseppe Varlotta, “Un figlio di nome Erasmus” di Alberto
Ferrari), manifestazioni, festival, rassegne e spettacoli televisivi. Massimo Germini
ha all’attivo due dischi di musica strumentale (“Fuoco” e
“Corde e Martelli”, quest’ultimo composto con il pianista Diego Baiardi) ed
alcune produzioni (“Dai tempi duri alla Carboneria”, con Lucio
Fabbri, ed “Erba, vento e fuoco” di Carlo Facchini e La Carboneria, “È così che
va” e “Come sempre” di Icio Caravita, “Basta unire i puntini” di Alberto
Caramella Foà). Nel 2020 ha inoltre prodotto e arrangiato l’album “Pura come
una Bestemmia” di Rossella Seno, che comprende anche otto sue
composizioni, il quale ha ottenuto ottime recensioni dalla critica. La sua
lunga esperienza professionale lo ha reso un cultore appassionato della
musica d’autore, tanto da guadagnarsi grande stima tra gli addetti ai
lavori, che da anni lo coinvolgono in convegni ed eventi culturali (come
la Fiera delle Parole), oltre che in rassegne musicali (Premio
Bianca d’Aponte, L’artista che non c’era, Premio Andrea
Parodi), alle quali prende parte in qualità di giurato. Un suo contributo è
oggetto dell’Epilogo del libro “Non avrai altro Dio all’infuori di me spesso mi
ha fatto pensare – La Buona Novella di Fabrizio di André, 50 anni dopo”
di Mario Bonanno, edito nel 2020. La passione per la musica italiana
d’autore ha inoltre determinato la collaborazione di Massimo Germini, a partire
dal 2016, alla cattedra di Roberto Vecchioni, “Forme di poesia in
musica”, all’Università di Pavia. È in uscita un libro per Bompiani, scritto a
quattro mani da Massimo Germini e Paolo Jachia, “Roberto Vecchioni, Una vita
per Canzoni”, che nasce proprio da questa esperienza didattica. Massimo Germini
ha sempre coltivato, oltre all’attività da musicista, l’attività didattica,
collaborando con istituti ed enti pubblici e privati e prestando la propria
opera di educatore nelle carceri di Monza, Opera e Parma, dal 2016 al 2019,
nell’ambito del meritorio progetto ideato da Franco Mussida “CO2 - Music
https://it-it.facebook.com/