"Un amore sbocciato a Salice Terme sul finire degli anni cinquanta tra Viola, giovane studentessa liceale e un maestro di musica jazz bolognese, leader di un gruppo di musicisti emiliani. Un amore scandito dalle più famose musiche del jazz tradizionale, di Gershwin, Cole Porter, Hoagy Carmichael, Irving Berlin e che costituiscono la colonna sonora del romanzo, dove l'amore è il vero protagonista con tutte le sue componenti umane e non..."
"Alesina
induce attraverso i pastelli di una primavera di Monet. Un declinare estivo che
scorre sui crinali che volgono sulle terme ove la memoria induce ad una
letteratura elegante composta di soffi, refoli di spire ventose e palpiti
lunari. La porta del cielo è un ingresso che introduce ad una memoria giovanile
dove le trasparenze calano sinuose sui profumi serali prodromici ad una
letargia notturna. Viola, la protagonista, esprime una emozione pagana volta a
ritmi emotivi di un amore compiuto nel suo nascere. E’ un procedere lieve dove
i sentieri conducono ad una confessione priva di presenze, testimoni, come
l’acqua di una roggia che titilla lieve sui piedi bagnati in una
notte di mezza estate. Passeggiate su sfondi chiari protette da ombrelli di
organza ove il sole peregrino ed estraneo comunica un nuovo sorgere e le
campagne abbaiano nel loro vociare quotidiano. E’ come la forza di una
memoria dipinta su tela che porta a un altroquando. Il romanzo si sviluppa come
una voce di soprano limpida priva di ingerenze storiche, ma pulita come un
sentimento mattiniero. E sullo sfondo… la bella estate che concupisce le
prime memorie di amori, sentimenti e nostalgie in un mondo collinare fatto di
incontri e pensieri sopiti. La verecondia e il pudore alimentano il cuore che
percorre sentieri profumati e intimi, compresi nell’attesa di un
amore corrisposto. Ma si sa che l’amore corrisponde a sé stesso, e Viola nel
suo dipanare emotivo apre il cuore all’infinito nell’attesa di una epifania che
manifesta la sua presenza nei colori e nell’arte di serate seducenti. Black
Velvet, Beer Sangaree, ci si avvolge nei ritmi di I get a kick out of
you di Cole Porter . L’orchestra suona dondolante, oscillando come lo
swing impone, graffiosa e penetrante, insinuandosi nel cuore lasciando uno
stigma selvaggio. E’ il principio del dolore, Viola non vuole essere avvolta,
ella è la custode delle proprie emozioni, il suo amore va deposto su un
tabernacolo avvolto da incensi e mirra.” Nelle vicinanze del torrente Staffora
la brezza frusciava tra i salici e lungo i viali” è il principio di un incedere
che conduce Viola Arcangeli all’ingresso delle terme. “Viola si inorgogliva di
fronte a tanta bellezza e per lei, che amava quell’angolo di terra più di ogni
cosa al mondo, la visione del paesaggio con i suoi mutamenti costituiva
un’inesauribile fonte di gioia e un’esaltante continua meraviglia.”
divengono i sospiri di una “Rapsodia in blu” ed una voce lontana cala sui divani di una hall spiata dai primi bagliori lunari di Billie Holiday. I profumi della notte accompagnano la protagonista lungo i sentieri di casa in cerca di un ritrovo custodito e inviolato. L’amore non si confessa, si vive attraverso la gioia pudica di un acquarello impressionista. Alesina è Viola Arcangeli con i suoi diciott’anni non ancora compiuti e le volte leggere di una gonna plissé che volge alla note di Gershwin. Sono giornate interminabili custodite nell’opificio della memoria che Alesina stringe forte con l’amore del ricordo, la mestizia agrodolce della maturità. Vi è uno spirito Nietzschiano nelle cose condotto e generato dalle note di un grammofono; una voce lontana potente e suadente che richiama ai nostri inizi di una umanità ferita. E’ il dolore mai consumato di Orfeo che si volge ad un perduta Euridice consapevole della ineluttabilità di ogni fine.
Alesina comprende nei ricordi un
Renoir primaverile, impalpabile e semichiuso al declinare delle prime ombre. La
notte si dissolve ai primi luccicori del sole ed ai propositi di vita e questa,
come un leggero soffio vitale ci riporta alla bellezza mitologica di Leucotea,
signora delle spume e delle onde, amore consumato nella eterna provvisorietà di
un grande cuore. Se un dato emerge… è quello dell’infinita bellezza dell’Aleph,
principio del tutto, privo di pause e terminazioni, ma solo la grande
meraviglia di un amore sospeso e mai terminato."
Matteo Baron
(Critico Letterario e Scrittore)
Maria Luisa Alesina. Pittrice
chiarista e insegnante d'Arte, è nata a Godiasco Salice Terme, nell'Oltrepò
Pavese, ma vive a Milano da più di mezzo secolo. Nel suo romanzo La porta del
cielo, da lei definito "un libro dipinto con un soffice pennello al posto
della penna", Maria Luisa esprime e evidenzia l'etica chiarista e il suo
messaggio, più che mai attuale: un grande amore e un grande rispetto per l'uomo
e per la natura.
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