Eutanasia, il romanzo "OLTRE OGNI COSA" di Claudio Volpe racconta questa scelta

Si sta parlando molto di eutanasia in questi giorni con la raccolta firme per il referendum lanciata dall'Associazione Luca Coscioni, una questione cara allo scrittore più volte candidato al Premio Strega Claudio Volpe che, con il nuovo romanzo “Oltre ogni cosa” (collana «Rimmel», 208 pp., 16,00 euro), offre al lettore una toccante e commovente riflessione su questa difficile scelta - un tema già affrontato dall’autore insieme alla scrittrice Dacia Maraini nel libro “Il diritto di morire” (2018, Sem ed.) - e sull’idea di famiglia, sul valore dell’amicizia, sulla disabilità e, soprattutto, sulla capacità di amare oltre ogni cosa, anche oltre la morte, come ben sintetizza la filosofa Michela Marzano, firma della postfazione del libro: «Claudio Volpe in Oltre ogni cosa non si esime affatto dall’affrontare questa questione e lo fa con un romanzo intenso e coraggioso che racconta un amore talmente grande da vincere ogni paura e pregiudizio. La libertà di morire in dignità può essere, dopo tanto dolore, un vero e proprio stato di grazia e la letteratura che si mette al servizio della società e di chi soffre ne diventa la principale custode».

Fino a che punto può arrivare l’amore?

È questa la domanda che si pongono i protagonisti di “Oltre ogni cosa” – Alba e Pietro, Greta e Carlo – due coppie, due diversi destini che lo strano e imprevedibile gioco della vita ha unito, seppure in un modo cinico e inconsueto. Sono tutti e quattro innamorati dell’amore, della vita, sono desiderosi di crearne una nuova, di avere una propria famiglia da accudire e amare. Ma la sorte purtroppo ha in serbo per loro un disegno diverso, fatto di sofferenza e accettazione, di una nuova modalità di amare l’altro capace di superare i singoli egoismi in nome di quella libertà di scelta – di vivere o di morire – che appartiene ad ognuno di noi. Alba, Pietro e Carlo si troveranno a sperimentare una nuova quotidianità, a rimettere in piedi la propria esistenza in una continua lotta con il proprio Io, gli ideali, le speranze e le paure scatenate da una realtà inconcepibile e inconciliabile con il senso stesso della vita.

 

La capacità di amare senza alcun limite è l’arma capace di sfidare la morte, sembra dirci Claudio Volpe che con una scrittura generosa di sentimenti ed emozioni, offre al lettore importanti spunti di riflessione sul fine vita, ma anche sulle infinite opportunità che la vita stessa ci offre quando il mondo sembra crollarci addosso: una nuova famiglia, un’amicizia profonda e sincera, una vita che nasce, uno sguardo nuovo e consapevole verso il domani, ammirando il mare un’ultima volta.   

 

«Il suo destino adesso è compiuto. Rivolge un’ultima volta gli occhi a Pietro e per l’ultima volta gli parla nel suo linguaggio muto eppure così assordante: raccontala al mondo questa storia, la storia della mia libertà. E continua ad amarmi per sempre».



La trama – Alba è una splendida pianista quarantenne con il successo tra le mani sposata con Pietro, un affermato professore universitario di fisica, dal quale vorrebbe avere un figlio che però stenta ad arrivare. Ma se la maternità sembra un traguardo lontano, la sorte offre ad Alba un’altra possibilità: trasferirsi per sei mesi in Giappone per registrare un album e coronare la sua carriera di musicista. Ciò che la vita ti toglie ti viene restituito in altro modo, sembra dirle il destino, fino a quando durante un litigio in auto Alba e Pietro sono coinvolti in un devastante incidente che lascerà indenne l’uomo, mentre la donna si ritroverà il corpo completamente paralizzato. Il risveglio dal coma di Alba coincide con una nuova fase nella vita della coppia: le continue richieste di lei per essere lasciata morire, si scontrano quotidianamente con la caparbietà e l’ostinazione di Pietro che invece per la moglie farebbe qualsiasi cosa, anche assoldare un escort per soddisfare i bisogni sessuali di quella donna il cui corpo, un tempo così amato, fatica a riconoscere. Carlo è un ragazzo bello, muscoloso, intelligente e sensibile con un passato costellato da perdite affettive, tra cui quella di Greta, che per riuscire a mantenersi come artista si occupa di offrire prestazioni sessuali alle persone disabili. L’incontro con Alba sarà foriero della rinascita della donna che con il giovane stringe una profonda e sincera amicizia, sebbene il desiderio di morire non la abbandoni mai e sia consapevole della sofferenza inflitta a Pietro che, inerme, accetta questa situazione per amore di lei. Ma anche Alba non riesce a smettere di amare Pietro e dal suo letto prega che possa presto rifarsi una nuova vita: «Voleva essere generosa come lo era stato lui con lei. Perché lei lo amava alla follia, più di quanto avesse mai amato se stessa, e aveva capito che in nome di quell’amore non gli avrebbe mai negato la libertà». E così Pietro: «Così accettò la volontà di Alba, accolse quella ferita pensando che fosse la condizione necessaria per farsela entrare dentro ancora di più, come un vento caldo o un’infezione che si fa largo tra la carne sfrangiata».

Claudio Volpe nasce a Catania nel 1990. Con Il vuoto intorno (2011), candidato al Premio Strega, vince il Premio Internazionale Franco Enriquez. Con Stringimi prima che arrivi la notte (2013), candidato al Premio Strega, vince il Premio Napoli Cultural Classic ed è finalista al Premio Flaiano. Ricordami di essere felice (2015) si classifica terzo al Premio Piersanti Mattarella. Ha pubblicato con Laurana: Sotto un altro cielo (2016); La traiettoria dell’amore (2017), romanzo candidato al Premio Strega e tra i finalisti del Premio Brancati 2018. Nello stesso anno scrive insieme a Dacia Maraini Il diritto di morire. Inoltre, collabora con la rivista online “Mangialibri”.

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