Intervistata da Fattitaliani, Stefania Cordone è una delle artiste coinvolte nel progetto artistico collettivo “7 Fate” dal 22 luglio al 10 agosto 2021 Arèa di Giovanni Lo Verso a Palermo.
In che cosa consiste il suo contributo alla collettiva "7 fate”?
Per la mostra ho realizzato due opere: un olio su tela, “Lucia” che ripropone l’iconografia della figura sacra, riproposta come donna-fata e non più santa. L’emblema degli occhi fa riferimento alla consapevolezza di sé che per le donne è l’inizio dell’emancipazione. La seconda opera è un disegno su carta, “Libra”, in cui la donna-fatta vive tutta la fatica della propria liberazione. Il mio contributo è una riflessione sull’emancipazione femminile.
Per chi non conosce il suo stile, sarebbe possibile spiegare la sua arte in poche battute?
L’arte che vivo e sento si muove su più stili. I disegni possono essere descrittivi quasi da illustrazione scientifica, o evocativi che virano sull’astrattismo. Un modo di essere figurale piuttosto che figurativo. Il comune denominatore è forse che si ha sempre l’impressione di essere in un altrove non ben identificato.
Che rapporto ha con la sua città? com'è cambiato nel tempo?
Vivo a Castelbuono, un piccolo centro nella provincia di Palermo. È un luogo che ho scelto con consapevolezza e convinzione dopo un periodo vissuto all’estero in cui spesso mi spostavo. È a misura d’uomo, con i pro e i contro dei piccoli centri. Ma è lo spazio in cui le miei idee e le mie riflessioni posso nascere nel silenzio, maturare per poi cercare i giusti spazi di esistenza.
Lucia 2021-Olio su tela-Cm 100x70 |
Sì, molto. È diventata più inclusiva, meno legata ai bisogni di un accademismo che in passato mi caratterizzava e di cui devo ancora sento di dovermi liberare. Putia Art Gallery mi permette di creare situazioni di condivisione e confronto, di crescere e di cimentarmi in numerosi ruoli.
Quanto è d'accordo con questa frase di Joyce: “L’arte è la disposizione che l'uomo dà alla materia sensibile o intelligibile per un fine estetico”?
È una domanda molto complessa che richiederebbe tempo e possibilità di argomentare. Qui mi limito a dire che sono d’accordo con Joyce solo se il concetto di fine estetico comprende un fine etico. Sono convinta che l’estetica - e quindi l’esperienza del Bello - contribuisce a creare dei comportamenti che ne sono il riflesso. Per questo l’arte è importante e andrebbe sostenuta di più. Giovanni Zambito.
BiografiaStefania Cordone nasce a Palermo nel 1986. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Palermo specializzandosi in Grafica d’Arte. Attualmente vive e lavora a Castelbuono, dove è direttrice artistica di PUTIA Art Gallery e Responsabile del Dipartimento Educazione del Museo Civico Castelbuono. Ha esposto in collettive e personali in Italia e all’estero, le sue opere fanno parte di collezioni di istituzioni pubbliche italiane e private. Il suo immaginario è popolato da figure grottesche, frutto di una commistione di riferimenti, reali, metaforici, letterari che convergono nella costruzione di un mondo parallelo, imperniato di mistero e di silenzio. Tra le mostre personali: “Abbecedario Fantastico”, PUTIA Art Gallery, Castelbuono (PA), 2020; “Rivolti”, Arciporcorosso, Palermo, 2018; “Innesti”, Palm Beach Hotel, Cinisi (PA), 2016. Tra le mostre collettive: “The Hanging Garden”, Spaziocentrotre, Palermo, 2018; “Tutti giú per terra”, DUDI libreria per bambini, Palermo, 2017; “MediterraneanRoutes / Rotte Mediterranee, progetto IMAGO MUNDI”, Luciano Benetton Collection, Cantieri Culturali alla Zisa, Spazio ZAC, Palermo, 2017;“Bells From The Deep”, Hundred Years Gallery, London, 2016; “Tutti dormono”, a cura di Virginia Glorioso, Orto Botanico, Palermo, 2016;“Montagne d’arte, progetto I-Art”, Ex Convento dei Cappuccini (CCP), Geraci Siculo (PA), 2015.