Quali sensazioni, incontri, commenti
può fornirci sulla serata inaugurale? ha corrisposto alle vostre aspettative?
7 fate è stata inaugurata in un caldo pomeriggio di
luglio da Arèa, in Piazza della Rivoluzione a Palermo. Tante le persone
presenti che ringrazio per l’interesse mostrato. Posso considerarla come un
caldo incontro che mi ha permesso di rivedere alcuni amici, artisti, curatori e
di conoscere altra gente. L’arte è anche questo: l’incontro che ha tutta la
forza di lasciare qualcosa.
È stato facile
"selezionare" solo sette artiste? che cosa le accomuna? perché sono
"Fate"?
Inizialmente le artiste non erano 7 e il progetto
portava il titolo “Le fate”. Dopo anche il titolo subì una trasformazione, si è
tramutato in “Sette fate”, dal numero delle adesioni e dalla magia attribuita a
questo numero, simbolo dell’universalità e dell’equilibrio perfetto tra le
diversità. Ogni fata incarna una diversa dimensione, un diverso luogo da
scoprire. Le 7 fate sono pittrici che vivono la pittura come esperienza di
vita, ricerca continua, costante, pulsazione, battito e questo è qualcosa di
straordinario. 7 pittrici, 7 donne che hanno intrapreso un cammino. Sono delle
anime viaggianti. E il viaggio è appena iniziato.
Quali elementi tiene sempre in conto nel curare un'esposizione?
Ci sono dei parametri di spazio e di tempo che bisogna
tenere presenti quando si cura un’esposizione che è un progetto culturale. È
molto importante conoscere bene il luogo ospitante e metterlo in relazione con
le opere, immaginare prima e creare dopo un percorso come un’articolazione di
rapporti, di equilibrio tra colori, forme, materiali diversi. Altro elemento chiave
è l’illuminazione che oltre ad evidenziare, crea dei punti luce importanti e
degli effetti scenografici.
In “7 fate” è nato qualcosa di inatteso, scaturito
dalle opere stesse, dalle diverse suggestioni, dal dialogo tra di loro e con lo
spazio.
Quali reazioni del pubblico la
stupiscono di più ancora oggi, in negativo e in positivo?
Mi entusiasma e mi rende felice l’emozione che traspare sui volti delle persone, la partecipazione emotiva, chi rimane ad osservare le opere e ne rimane incantato. Le reazioni in negativo non mi stupiscono, anzi sono indici che qualcosa è scattato, sono come delle scariche elettriche. Mi rattrista l’indifferenza da parte delle istituzioni e la loro assenza.
Com'è stata scelta la location
della mostra?
Diciamo che è stato il luogo a scegliere noi. “7 fate” nasce in Piazza della Rivoluzione a Palermo, da Arèa di Giovanni Lo Verso che ha subito accolto questa idea, offrendone un prezioso contributo. L’allestimento occupa il pianterreno e dialoga con la piazza attraverso la trasparenza delle vetrate. Mi sono proposta: continuità con lo spazio esterno, respiro, armonia. Giovanni Zambito.