Nel corso del soggiorno nella zona, lungo il corso
del Liri, realizzò opere a Capistrello, a Balsorano e sicuramente in altre
località. La città dove soggiornò più a lungo fu Isola di Sora oggi Isola del Liri
dove in più riprese dipinse opere notevoli sulla Cascata Grande o Verticale e
su quella Obliqua o del Valcatoio: lo spettacolo dell’acqua esercitava molto
fascino sull’artista, anche dopo le
esperienze straordinarie al Palazzo Reale di Caserta. Il dipinto in particolare
del Valcatoio ci fa toccare con mano quasi la imponenza e la ricchezza dello
spettacolo naturale offerto alla visione dello spettatore: il Castello
Boncompagni oggi Viscogliosi era una
immagine
unica in tutta Europa con affianco quelle due visioni impagabili delle cascate.
Oggi quella del Valcatoio, da almeno cinquantanni, è stata ammutolita, grazie,
a mio
avviso, alla ignavia e indifferenza delle locali istituzioni, prima di tutte
quella comunale, e poi quelle
provinciali, regionali, le soprintendenze…
in quasi cinquantanni nulla è stato colpevolmente mai intrapreso per restituire alla città quel bene a essa spettante e quello spettacolo a essa tolto: i
cosiddetti cittadini? Insensibili e indifferenti. A quell’epoca le due cascate
erano note ai pittori, prima di tutto quelli stranieri residenti a Roma che si
sobborcavano al lungo viaggio per andare a ritrarle e successivamente anche
agli artisti della scuola napoletana tra cui i Carelli e i Fergola. Hackert,
che come si sa era il pittore onorario del Re di Napoli, in occasione di
un’altra dislocazione in questa regione anni prima, aveva lasciato numerose tracce artistiche tra
le quali un disegno splendido di Itri e un altro dell’antica Priverno. Ma
il viaggio del 1793 merita particolare
attenzione: ci siamo imbattuti in una sua lettera scritta ad un suo amico in
cui parla e descrive le sue esperienze e quando parla di Isola del Liri ne è così attratto da definirla
‘un’altra Tivoli’: un bel titolo molto significativo della città
sul Liri: infatti la cittadina sull’Aniene era una delle tappe obbligate degli artisti stranieri sia per le celebri
ville antiche ivi conservate e sia proprio a seguito delle sue cascate e giochi
di acqua. E mentre percorre la strada lungo il Liri che lo riporterà a Napoli, ad
un certo punto “a quattro miglia da
Isola” si imbatte in uno spettacolo
naturale che ancora di più lo colpisce e cioè le cascate e cateratte del
Liri in località ‘Anatrelle’ in verità:
Anitrella. E nella lettera di cui sopra dà sfogo alla sua impressione immediata: una “delle più belle cascate da me viste, che ho
ritratto più volte” aggiungendo qualche particolare oltremodo istruttivo:
“queste cascate di Anatrelle sono completamente sconosciute agli altri pittori,
io sono stato il primo a scoprirle e a
ritrarle”. Proponiamo al lettore la immagine di quella che a mio avviso è
la più eloquente e pregnante e al medesimo tempo la più preziosa in quanto facente
parte della Collezione Reale della Regina d’Inghilterra.
Michele Santulli