Zavvo Nicolosi dirige il video di "Musica leggerissima": le citazioni sono una mia fissazione. L'intervista di Fattitaliani

Colapesce e DiMartino, il duo siciliano, sono una delle più belle sorprese del Festival di Sanremo 2021: la loro canzone "Musica leggerissima" è trascinante, invita ad essere ripetutamente ascoltata e rappresenta un autentico momento di svago, di sano divertimento. Testo, arrangiamento e ritornello testimoniano una notevole cura dei dettagli. E il video non è da meno. Fattitaliani ne parla con il regista Zavvo Nicolosi. L'intervista.

Come nasce la collaborazione con Colapesce e DiMartino?

Io e Lorenzo (Colapesce) ci siamo conosciuti tramite alcuni amici in comune della scena musicale catanese per i quali avevo già realizzato dei videoclip. La nostra prima collaborazione risale al 2014 con il video di “Maledetti Italiani” che fu molto apprezzato ed ebbe da subito grande risonanza per via della tematica, da allora abbiamo stretto un sodalizio artistico che dura fino ad oggi. Antonio (Dimartino) l’ho incontrato qualche anno più tardi tramite Lorenzo, per lui abbiamo realizzato un video dai toni magici ed esoterici sotto un’inusuale e indimenticabile nevicata a Palermo. Le loro strade e la nostra (del collettivo Ground’s Oranges, di cui faccio parte) sono confluite nei corti realizzati per l’album I Mortali (di cui abbiamo realizzato anche la copertina) ed in fine in questo video sanremese.


Quanto del mondo personale dei due artisti è presente nelle citazioni del video?

Le citazioni sono una mia fissazione, tutti i nostri lavori ne sono strapieni, perché sono un maniaco della cultura pop di ogni genere e tipo (anche quella considerata bassa). In questo caso ho attinto a piene mani dall’immaginario sanremese: Baudo, le vallette di una volta, il cane che ricorda il maestro Vessicchio, i fiori ovunque, etc. C’è anche una citazione non troppo nascosta di “Così lontano, così vicino” di Wenders.


Quanto ha inciso il ritmo trascinante, coinvolgente del brano sulla tua regia?

Molto poco, una delle indicazioni specifiche che ho avuto da parte degli artisti è stata “vogliamo un video di solo immagini fisse” (come simbolo dell’immobilità che ci attanaglia da almeno un anno). È stata una scelta difficile e coraggiosa perché rischi che il video diventi ben presto monotono e piatto, ma abbiamo fatto in modo di ribaltare la situazione rendendolo “leggerissimo” grazie ad un montaggio quasi sincopato con numerosi cambi di inquadratura e location. Nota a parte per la scena in disco con il balletto (una loro invenzione), su cui all’inizio ero scettico ma alla fine mi sono ricreduto, anzi la ritengo un punto di forza assoluto dal potere trascinante.


Perché la dedica a Baudo e la citazione della scena del tentato suicidio a Sanremo?

Sono un adepto del culto di Pippo Baudo fin da quando ero bambino, da suo conterraneo l’ho sempre visto come un mito, una forza della natura, in tv riusciva a gestire ogni situazione con la massima eleganza, un uomo di grande intelligenza e cultura, non ne esistono più così. Così dato che si trattava di realizzare un video per Sanremo non potevo perdere l’occasione di omaggiarlo con quello che è forse l’evento più clamoroso mai successo all’Ariston.

Quanto è facile o difficile dirigere un video?

Di base è quasi sempre un massacro, almeno nella maniera in cui lavoriamo noi che siamo una piccola troupe (5 persone), potremmo fare le cose con più semplicità ma abbiamo la tendenza a fare il passo più lungo della gamba e complicarci la vita. Ma credo che artisticamente bisogni sempre osare anche a rischio di fare delle cazzate, se no che bello c’è?

Che rapporto personale hai con la musica leggera, anzi leggerissima?

Ho avuto diverse fasi, da adolescente ero un fan sfegatato degli Oasis, poi crescendo sono passato agli Strokes, i Galaxie 500, Nick Cave, Tom Waits e via dicendo, mentre in Italia ho sempre preferito Lucio Dalla su tutti. Adesso sono nella fase “vecchio che si lamenta della musica dei giovani” e sono intollerante alla Trap e all’It-pop.


A che punto del tuo percorso si situa la direzione di questo video? che cosa rappresenta come tappa?

Sinceramente non ne ho idea, però posso dirti che il nostro sogno è sempre lo stesso da anni, mollare i videoclip per realizzare un film. Vorremmo solo un’opportunità per metterci alla prova. Giovanni Zambito.

Ground’s Oranges è un collettivo catanese composto da:

Zavvo Nicolosi - Regista

Jacopo “Gnomo” Saccà - DoP

Dimitri Di Noto - Produzione

Marco Riscica - Aiuto Regia/Grafico

Riccardo Nicolosi - Tecnico del suono


Fattitaliani

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