Carelli, R. Monogrammista, Valcatoio
E quindi è
avvenuto che i ciociari che avevano qualcosa da dire o da dare, sono andati
via, alcuni e non pochi anche al di là delle Alpi: salvo le solite rare
eccezioni, qui sono rimasti appunto gli zeri
che hanno ridotto la Ciociaria nello stato che si vede in giro: cementificazione
selvaggia e distruzione del paesaggio quindi della ricchezza comune: arte e cultura, i pilastri autentici della
civiltà e del progresso, di nuovo: zero.
E uno di questi
misfatti, da chi scrive più volte
portato alla memoria della comunità, è la scomparsa della cascata del Valcatoio
o cascata obliqua, affianco al lato sinistro del castello Viscogliosi, ad Isola del Liri. Non vogliamo riesumare la
storia del come e quando e chi della situazione attuale ma quanto è motivo, per
ripetere le parole di don Ciotti, di disgusto
di fronte a certe realtà è che questo meraviglioso dono della natura lasci in
completa indifferenza non dico la istituzione e gli uomini pubblici i cui
interessi sono notoriamente ben altri, ma la popolazione, cioè i cosiddetti
cittadini: eppure trattasi di bellezza e allo stesso tempo di veritiero patrimonio
e richiamo turistico, quindi anche economico: come possono accettare supinamente,
sono trascorsi almeno cinquantanni, di
venir depauperati di una loro ricchezza naturale fuori
del comune quale la loro seconda cascata,
a totale e ingiustificato profitto e vantaggio di privati? Deve trattarsi
veramente di una cittadinanza alquanto curiosa, quella degli Isolani, visto,
per esempio, che alle turbine della loro storica eccezionale tradizione
industriale hanno sostituito la trombetta del jazz, che hanno assistito, larve
umane, al taglio criminale da parte del Comune di una parte dei tigli secolari
di Viale Piscicelli e alla mutilazione degli altri, hanno assistito indifferenti alla
cementificazione delle loro colline, non hanno ancora compreso il valore
altrettanto fuori del comune dei platani rimasti in piedi alla ex cartiera
Lefebure che sono tra i più giganteschi
e maestosi d’Italia.
Il fatto
che l’Avv.Diego Mancini e, grazie a lui, l’interrogazione parlamentare della
deputata Paola Binetti, abbiano recentemente richiamato l’attenzione a tale
situazione distorta della cascata del Valcatoio è motivo da ritenere di buon
auspicio e speranza. L’amministrazione comunale
diverrà finalmente reattiva di fronte
a tale infame stato di fatto che dura da mezzo secolo, anche se le tabelle
cittadine, furbescamente, parlano sempre
di ‘Cascate’ al plurale? E i cittadini si sentiranno coinvolti a
partecipare e a sostenere?
A proposito, ci
si è resi conto che ormai è più corretto dire: Isola del Fibreno, visto che
il glorioso fiume Liri continua sempre
più a scomparire a seguito della mancata e perdurante assistenza e protezione
lungo il suo corso? E che la ‘Cascata
verticale’ famosa continua ancora a
offrire il suo impagabile spettacolo grazie principalmente alle acque del Fibreno?
Hackert, J,P, Il Valcatoio
Si ricordi che la
miracolosa isola racchiusa tra le
braccia del Liri, l’unica città in Europa con due cascate nel suo centro
abitato, già a partire dalla fine del 1700, è stata oggetto delle
attenzioni degli artisti pittori che ne
hanno eternato le immagini: Ducros,
Dunouy, Bidauld, l’Abate di St.Non, il sommo Hackert e agli inizi dell’800 la schiera degli artisti napoletani: Raffaele
Carelli e Alessandro e Salvatore Fergola e gli editori Cuciniello & Bianchi
e lo stampatore Cirelli e numerosi altri e più tardi nel secolo gli artisti
danesi e scandinavi di stanza a Sora. Nelle
sale del Comune di Isola non è visibile traccia alcuna di tali opere dell’epoca, almeno una stampa:
zero, nemmeno una foto o riproduzione: di nuovo zero, anche in questo caso! E in questi duecentocinquantanni anni nessuno
dei sindaci che si sono alternati sulla prima poltrona cittadina ha sentito non
dico la esigenza o il decoro ma almeno il rispetto verso i cittadini e verso la
Storia di dotare la città di una almeno
di tali opere d’arte! Solo cemento armato e asfalto!