Non è semplice a spiegarsi come mai il Museo Rodin di Parigi ha pressocché azzerato e emarginato la figura del modello d’artista che pertanto così fondamentale ruolo ha rivestito nella opera creatrice dell’artista. Vogliamo ricordare, compatibilmente con lo spazio consentito, quanto il successo planetario dell’artista è collegato ai suoi modelli. Inutile aggiungere che l’artista stesso ha più volte rammentato e con parole suggestive, tali donne, in particolare la rara perfezione e la loro bellezza ‘mediterranea’: di una di queste, Marianna Mattiocco di Cassino disse, si racconta, che era la donna più bella della Francia e ne realizzò una scultura a significare la Francia! Il silenzio del Museo è pari a grave offesa all’artista stesso; perfino il termine Ciociaria è sconosciuto: si scambia con ‘Abruzzi’ o ‘Italia centrale: eppure i modelli di Rodin erano in gran parte ciociari!
Un giorno del 1878
-1879 si presenta al suo studio un personaggio
dimesso nell’abbigliamento, aitante e
atletico, la barba lunga ed incolta, i capelli neri lunghi, sui trentanni,
certamente non profumato: era arrivato il giorno prima o due, con la moglie e
tre o quattro figli, spingendo un carretto in un viaggio durato tre mesi.
Appena Rodin lo vide, ne resta letteralmente abbagliato, come lui stesso
descriverà nelle sue memorie. Era l‘uomo che stava cercando per il
San Giovanni Battista che aveva in mente. E così avvenne e nacquero le
diverse opere che illustrano il
Battista, capolavori a tutti noti, presenti nei musei del mondo e che sono il
perfetto ritratto del modello: Cesidio Pignatelli, originario di un
paesello della Ciociaria. Lo ritroviamo
nel ‘Bacio’ celeberrimo dei medesimi
anni e in altre opere, quale il ‘Pensatore’ famoso dovunque. Cesidio posò anche per un altro
titano dell’arte: Matisse. Rodin, risolto il Battista, si trovò di
fronte a una preoccupazione ulteriore: dietro incarico del Governo aveva
scolpito l’Adamo, ora gli necessitava la donna per l’Eva, che non aveva ancora.
E venne Maria Antonia Bruzzese, forse
presentata da Cesidio stesso, visto che abitavano nella stessa via. Anche lei
originaria del medesimo paesello ciociaro. Aveva 17-18 anni, una pesca
ormai matura, sulla pedana davanti
all’artista nella sua sfolgorante nudità e perfezione delle forme
‘mediterranee’: fu non ispiratrice ma certamente protagonista e attrice di
opere che sono patrimonio dell’ umanità:
‘La donna accovacciata’ una scultura che
solo un genio poteva inventare e creare
e poi ‘Il torso di Maria’ cioè il corpo sfolgorante di Maria
trasceso letteralmente in un piccolo
busto in gesso, poi assemblato in altre
numerose creazioni; con Cesidio è sicuramente la protagonista del ‘Bacio’; e
poi venne il capolavoro: Eva! Su questa scultura in grandezza naturale
originariamente in terracotta, la letteratura si è profusa in descrizioni e
commenti che lasciamo al lettore interessato di rinvenire nella rete e anche
nel sito inciociaria.org.E’ un’opera
per la originalità delle forme e della composizione che le parole hanno
difficoltà a descrivere: bisogna averla davanti. A Parigi un esemplare al Museo Rodin e un altro ancora
più affascinante in una aiuola verde davanti al Museo dell’Orangeie. Maria
Antonia terminò con questa scultura, incompiuta, la sua collaborazione durata quattro-cinque anni con Rodin poiché
tra gli allievi del maestro conobbe un lord scozzese che la fece sua moglie e baronessa!
Il libro MODELLE E MODELLI
CIOCIARI
a Roma, Parigi e Londra 1800-1900 getta
luce su tali esperienze fuori del comune.
Adele e Anna erano
due sorelle, anche esse originariamente dei medesimi luoghi che pure sono le
creature attrici e protagoniste
dell’opera dell’artista. Si tenga a mente che le creazioni di Rodin eccezionali e uniche nella storia dell’arte
sono forse una trentina, ma la quantità
diffusa e messa in circolazione ammonta
a migliaia e migliaia di esemplari, come nessuno scultore ha ottenuto: la sua
abilità e anche scaltrezza commerciale consisteva, grazie ad una fantasia ed
inventiva rarissime, di mettere assieme, di combinare, diversi elementi di
varie sculture, teste, busti, corpi, gambe, ecc. e creare nuove opere, e in
diverse dimensioni, quindi un numero incontrollabile di opere in bronzo:
un livello, come fu già compreso alla
sua epoca, quasi industriale! Ma ecco il punto, le opere d’arte che lo
eternano, a parte la inimmaginabile componente commerciale, sono in generale,
salvo qualche unità, quelle per le quali hanno posato le sue modelle e modelli
ciociari: Adele e Anna sono quelle
che massimamente hanno ispirato e stimolato nell’artista la vena del
disegnatore: esse passeggiavano e si muovevano davanti a lui, assumendo anche
posizioni e movenze le più inusitate e anche apparentemente audaci: lui ne
tratteggiava affascinato le movenze con gli occhi fissi ai loro corpi in
movimento senza guardare quanto
tratteggiava sulla carta: disegni e
schizzi e abbozzi in numero, è stato calcolato, di circa diecimila che
rappresentano artisticamente una pagina fondamentale della storia dell’arte. Di Adele
si ricorda una scultura incredibile il cui prototipo accoglie appena si entra
nel Museo Rodin di Parigi e di cui esistono vari esemplari in bronzo in
parecchi musei del pianeta: Iris la Messaggera degli dei: se ne ammiri la
immagine e l’audacia incredibile della posizione. Ad Adele l’artista dedicò anche ‘Il Torso di
Adele’. Anna invece, che ebbe una lunga relazione con l’artista durata molti anni, posò per la ‘Toletta di
Venere’, per la ‘Faunessa inginocchiata’ e per ‘Cibele seduta’ e per ‘Cibele distesa’.
Agli inizi del 1900 fu presentato a Rodin un altro modello ciociaro: Libero Nardone da Casalattico, così perfetto nel corpo che l’artista nella sua agenda, unica volta, affianco al nome annotò: admirable con due +. Libero Nardone con un’altra incredibile modella ciociara, pure del medesimo luogo delle altre, Carmela Caira, detta la Venere di Montparnasse, posò per la versione in marmo del ‘Bacio’ oggi al Museo Tate di Londra.
L’artista stesso confessò
nelle sue memorie che l’opera per lui più significativa ed impegnativa e che
più lo aveva occupato fu un’altra: la
scultura del grande scrittore Honoré de Balzac e quanto lo aveva afflitto per
alcuni anni fu il volto da dare. E dopo non pochi tentativi di cui esistono i
gessi e i bronzi, alla fine trovò la fisionomia giusta: in uno degli
spartitraffico creati dall’incrocio del Bd. du Montparnasse col Bd. Raspail,
quello di fronte al famoso caffè la Rotonde e di fronte anche al caffè
Charivari, si leva una scultura in
bronzo maestosa su un alto piedistallo che illustra Balzac avvolto nel suo
mantello domenicano, lo sguardo rivolto lontano: il volto solcato
dalla fatica e dal sole e dai sacrifici, le chiome al vento, le occhiaie
profonde, tutto poco a che fare col
volto originario ben nutrito di Balzac!
E’ il volto invece che Rodin gli ha
riconosciuto dopo i sofferti tentativi e
cioè quello di Celestino Pesce, anche
lui umile creatura ciociara: Balzac è diventato Celestino e Celestino Balzac! Miracolo
ancora dell’arte.
Michele
Santulli