Maria Elisabetta Giudici: “La foresta invisibile” è il nuovo romanzo. L'intervista di Fattitaliani


In libreria e negli store digitali “La foresta invisibile”, il nuovo libro di Maria Elisabetta Giudici pubblicato da Castelvecchi editore. Il romanzo narra di una preziosa collana nata da un ramo strappato via da una foresta sottomarina, il cui ruolo invisibile si capirà solo alla fine del racconto.

Abbiamo intervistato per Voi la scrittrice, scoprite cos’altro ci ha raccontato!


Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Appena nel 2019 quando, senza pensare di riuscirci, ho scritto IL RE DI CARTA, il mio primo romanzo.


Quali scrittori hanno ispirato il tuo percorso?

Prima fra tutte Isabel Allende, ma anche Herman Hesse, Thomas Mann, Carlos Ruiz Zafon, Khaled Hosseini, Francisco Coloane.


“Il re di carta” (Emersioni - 2019), è risultato vincitore del premio speciale della Giuria “Histonium 2019”. Parlaci di questo libro…

Il Re di carta è il mio romanzo di esordio ed è lui che mi ha aperto la porta di questo immenso universo che è” lo scrivere”. Si parla di due migranti italiani, il primo in Nuova Zelanda, la seconda negli Stati Uniti che, in mezzo alle turbolenze della seconda guerra mondiale tornano in Italia in cerca di una preziosa scatola nascosta, ma in realtà sulle tracce delle proprie origini e del senso della propria esistenza. Un viaggio che evocherà storie antiche di briganti, di terre lontane, di felicità e delusioni.

 

Come è nata l'idea di scrivere “La foresta invisibile”? E perché?

L’idea iniziale è stata quella di far raccontare a un oggetto prezioso, alcuni degli eventi storici che hanno caratterizzato un secolo di Storia europea. Molto spesso gli oggetti accompagnano le nostre vite. Il corallo mi segue fin da bambina, per me una vera e propria passione. Nel caso della foresta invisibile si parla di una collana che passa di mano lasciandosi alle spalle una scia di rivoluzioni, amori tragici, avventure entusiasmanti, vite spezzate e indicibili felicità.

 

“La foresta invisibile” è vincitore del Premio Acqui Terme 2019 sezione romanzi storici e Premio Etna Book 2020 “Miglior Inedito”. Che emozioni hai provato ad aver vinto questi due importanti premi?

Un’emozione enorme e soprattutto inaspettata. E’ iniziato tutto per caso, evincere questi due premi così importanti mi ha convinto a continuare: è quasi pronto il mio terzo romanzo.

 

Come è stata scelta la copertina del libro?


Beh la copertina è stata scelta dall’editore e devo dire che è stata una scelta vincente: una collana che assomiglia a un cuore palpitante su un fondo bianchissimo. Mi è piaciuta molto

 

Se dovessi dare dei consigli a chi vuole scrivere un libro, cosa gli diresti?

Scrivere oggi, in un’epoca in cui il culto dell’istantaneo e del “click la fanno da padroni, è molto difficile. Prima cosa bisogna rallentare i tempi, fermarsi a guardarsi e a guardare tutto ciò che non riusciamo più a vedere a causa di questa velocità imposta. Poi bisogna essere consapevoli che scrivere è una grossa responsabilità: quella di ciò che si trasmette. Un libro sopravvive al suo autore e il camminare nel tempo dei propri pensieri è una grande responsabilità.

 

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori?

Ho quasi terminato il mio terzo romanzo che è già in fase di editing. Sarà tutta “ questione di spie”… non dico altro.


Fattitaliani

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