Quando è nato il tuo amore per la scrittura?
Saper scrivere significa avere letto molti
libri, la scrittura è uno stimolo derivato dalla lettura. Nella mia infanzia
anni Settanta leggere significava viaggiare con la mente: l’Isola del tesoro,
Le avventure di Huckleberry Finn, Il libro della giungla, i libri di Verne e
Salgari (che visse a Torino), ero semplicemente curiosa del mondo e la lettura
mi appagava. La scrittura ripeto è una interessante conseguenza.
C’è un autore o un’autrice alla quale ti ispiri particolarmente?
In questo periodo apprezzo Brenda Novak e
i suoi libri ambientati nel gelo del nord, in generale adoro gli scrittori
thriller del Nord Europa. I miei amori da ragazza restano Sir Arthur Conan
Doyle e la mitica Agatha Christie.
“Killer Tattoo: la strana coppia” è un noir che attraversa un’Europa dalle tinte pigmentate di macabro, i cui protagonisti viaggiano sul filo di ossessioni, tra tattoo ed esoterismo, pronti a qualsiasi folle paradosso. Come è nato questo romanzo?
Ho editato diversi noir e ho fatto una scommessa con me stessa: scrivere un noir grottesco in cui non siripetesse il classico schema omicidio, scientifica, commissario, assassino. Insomma, leggendone un certo numero ho trovato che ci fosse poca capacità di costruire un racconto noir che uscisse fuori dagli schemi soliti del noir nostrano territoriale. Mi sono ispirata a persone reali e a luoghi che amo. L’ho scritto in aereo durante lunghi viaggi.
Quanto di te c’è in Dafne Volpi?
Abbastanza soprattutto nella
frequentazione dei luoghi dell’ambientazione.
Nel tuo romanzo ci sono diverse città: Torino, Londra... Quali sono quelle che hai nel cuore?
Le ho nel cuore tutte. Torino è la mia
città di adozione e il mio amore per lei l’ho dichiarato attraverso 4 libri
sulla città, editi da Newton Compton.
Londra è un luogo ricco di stimoli, un
melting pot di razze che insieme hanno creato bellezza e kitsch al contempo, e
questo emerge soprattutto in quartieri come Camden dove tutto è estremizzato. Gozo
è un’isola e come tutte le isole è fonte di ispirazione noir. Territori
circoscritti in cui tutto apparentemente pare tranquillo ma pronto a rivelare
lati oscuri. Chi non ricorda la Nigger Island di Dieci piccoli indiani? Gozo è
un’isola mediterranea dove è possibile fare trekking lungo i sentieri a
strapiombo sul mare, inoltre si dice che Gozo sia Ogigia il luogo in cui
Calypso tenne prigioniero Ulisse per sette anni. E tanto altro offre Gozo per
ispirare e ambientare un romanzo...
Ci parli del libro precedente, “Torino Dark”?
È un testo uscito contemporaneamente a
Killer Tattoo, non è un romanzo ma una carrellata noir sui luoghi e fatti dark
della città.
Che rapporto hai con la città di Torino?
Di amore e nostalgia. Qui ci sono i miei
amici e una gran parte di vita vissuta.
Hai già un’idea per il prossimo romanzo?
Il sequel di Killer Tattoo e altre
pubblicazioni inerenti a curiosità sulla regione in cui vivo, il Piemonte. E il
mio lavoro di editor che considero una missione “contro l’abbrutimento della
letteratura”.