Intervista ad Alessandra Galardi di Tanguro, arte artigiana

Oggi la nuova generazione, che vive nella velocità, che usa tablet, selfie, smarphone, web, internet, guarda contemporaneamente moda, arte, cinema, video, food, vino, viaggi, diciamo tutto, in estrema velocità, usa dunque praticare la moda – nella velocità - per fare arte. È in definitiva un confine molto labile ma che fa capire come l’arte e la moda compongono un progetto visivo contemporaneo, anche per il fatto che “arte artigiana” vuole dire principalmente “pezzo unico”.

E in una città come Firenze, dove le “botteghe” artigiane sono il ricordo degli antichi mestieri e dei maestri d’arte, nascono nuovi brand dove il luogo comune è l’antica e minuziosa ricerca, artigianalità, rigore del bello, il fatto a mano.

Tra questi Tanguro,  la voce di una designer fiorentina che vive nel Chianti, Alessandra Galardi, che ha presentato da tempo un suo progetto inedito sull’accessorio “borsa” sospeso sul filo dell’arte, un passato che si intreccia con il presente.

L’artista/designer coerente su un percorso di ricerca fra unicità della forma e modernità del materiale, è mossa dalla curiosità che la stimola a cercare concetti nuovi, non banali, forme inedite, una sofisticazione che porta alla manualità originale, infatti Alessandra Galardi crea elementi – le antiche coffe, borse da donna, una produzione di abitini Kidwear -  che diventano, come elemento diversificatore, un prodotto unico, arte pura, artigianato di qualità, hand made abbinato al pellame, al cotone, al velluto, alla lana, flash di emozioni d’arte per aprire una strada nuova, unica e originale, per una elevata qualità del prodotto che rimane sempre artigianato di alto livello, per cui un pezzo unico.

Una vita vissuta nell’arte, quella di Alessandra, nel verde della sua campagna toscana,  per concepire in maniera viva, originale, eclettica, un accessorio utile, che fa moda, che veste, glamour ma che è in sintesi un opera d’arte, un immenso bagaglio di idee, che genera l’emozione di una cosa unica, il glamour dell’arte concentrata in un accessorio femminile, una borsa, un abbinamento intrigante che ha come tema la curiosità che fa scaturire una creatività senza limite.

Borse senza tempo, attuali, per esprimere la personalità di chi le porta, pellame e velluti di altissima qualità, metallerie, pietre, gioielli dunque, ed infine l’opera d’arte – l’artigianato - che orna la borsa e ne diventa cifra di base, si potrebbe chiamare contaminazioni d’autore  oppure semplicemente il modo di vivere un opera d’arte, non solo appesa ad un chiodo in casa o in galleria, ma  direttamente on the street.

Alessandra spiegami il nome del tuo brand

Il mio è un eterno deja vu, quando ero piccolissima chiamavo i miei balocchi con il nome sbagliato, come fanno i bambini che iniziano a parlare, ed io chiamavo il mio canguro di pelushe col nome di Tanguro, poi ho saputo che è  il nome di un fiume nel Mato Grosso, uno dei posti più magici del Brasile, il Parco Indigeno Xingu, la regione, interamente pianeggiante è dominata da alte foreste intervallate da savane e campi ed è tagliata dal fiume Xingu e i suoi affluenti, a destra e sinistra. I corsi dei fiumi che si vengono a formare sono, tra gli altri,  il fiume Tanguro, e mi piace tanto il legame con un mondo lontano, affascinante, che mi ha ispirato la passione per i viaggi, desiderio di colore, pezzi unici per una donna unica.

Da cosa nascono questi tuoi primi modelli?

Cerco con le mie creazioni esclusivamente hand made di rivolgermi a donne che esibiscono un accessorio “solo per loro”, fiere della loro unicità.

Alessandra “raccontaci” le tue borse

Sono ispirazioni da ricordi di casa, cose già viste negli armadi di mamma e nonne, immagini, cose belle che ti scaldano il cuore, nostalgie, giardini pieni di fiori, cancelli ornati dal glicine, voci calde, morbide, forse sono i miei ricordi di bambina che riaffiorano, il mio tanguro di peluche,  e che io porto alla luce, li trasformo, li rendo attuali, moderni, unici in quanto fatti a mano..... 

……..A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni……
Alessandro Baricco
 

Testo di Cristina Vannuzzi

 

Fattitaliani

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