Giovanni De Rosa, scrittore avido di vita: La scrittura è il mio momento di massima creatività. L'intervista

di Laura Gorini - È indubbiamente molte cresciuto nell'ultimo periodo a livello di scrittura Giovanni De Rosa. Dopo gli ottimi romanzi d'esordio, molto differenti fra di loro quali Ecco Perché Frequento Le Vostre Donne/Diario di un personal trainer e Cancellati, quest'anno, a distanza di pochi mesi, ha dato alle stampe per Nulla Die Edizioni, altre due opere: stiamo parlando di Questa È La Vita Che Voglio e Onice Nera. Opere che gli consentono - a buona ragione - di essere definito un'ottima penna del thriller nostrano. L'intervista.

Giovanni, possiamo dire che quest'anno è stato molto proficuo per te a livello di scrittura... Ma com'è cambiato nel corso del tempo il tuo rapporto con essa?

La scrittura è il mio momento di massima creatività. L'attimo in cui mi sento nel flusso, nella flow experience, lontano da tutto ciò che mi circonda ed immedesimato totalmente nella vita e nei personaggi protagonisti dei miei racconti. Il tempo vola, e non c'è niente capace di farmi uscire dall'ipnosi creata dalle storie che emergono dalla mia fantasia. È magia, estasi, perché tutto scorre con naturalezza prendendo energia e linfa da un mondo interiore, che a tratti, per la sua imprevedibilità, riesce a sorprendere anche me.

Dico sempre che ho avidità di vita, il desiderio di poter vivere più esistenze, e la scrittura me lo permette.

Il periodo del lockdown è stato vissuto con grande intensità: esternamente sembravo immobile, perché il corpo doveva rimanere imprigionato nell'appartamento in cui vivo, ma davanti al computer, senza avere impegni pratici né obblighi lavorativi, la mia anima ha potuto viaggiare lontano in mondi meravigliosi e sconosciuti come non mai.

Indubbiamente sei molto cresciuto come scrittore nell'ultimo periodo, credi che la lettura di alcuni testi ti abbia in qualche maniera aiutato a maturare in tale direzione?

Devo essere sincero. Se c'è stata una maturazione, e me lo auguro, non è dovuta alla lettura di alcuni testi, ma solo alla crescita personale. Alle esperienze, alle tante riflessioni, soprattutto maturate in questi ultimi difficili anni, ed alla nuova consapevolezza che forse ho acquisito confrontandomi con le persone a me più vicine che mi vogliono bene.

Si dice che un bravo scrittore - e tu certamente lo sei - sia in primis un bravo lettore. Tu che lettore sei stato in passato e che lettore sei ora?

Nel passato sono stato un grande lettore. Ma come gesto di ennesima, estrema sincerità devo ammettere che ultimamente leggo molto poco.

Per scelta.

Sono molto attento nel riconoscere le doti degli artisti con cui vengo a contatto. Ma per mantenere intatta la mia creatività, che voglio che rispecchi un carattere di unicità ed originalità, cerco di allontanarmi da input che possano condizionarmi inconsciamente.

Creo un'idea di “sconnessione”, allontanandomi e prendendo le distanze dalle espressioni artistiche dei miei colleghi, non per presunzione, ma perché la scintilla della mia anima artistica possa trovare realizzazione senza alcun modello da emulare.

Come si può - secondo te - quando si scrive non cadere nella tentazione di emulare a livello testuale di stile i propri scrittori preferiti?

Ognuno di noi è unico ed ha dentro di sé un dono meraviglioso da condividere con gli altri.

Non c'è niente da invidiare anche a chi è stato nostro mentore, e merita la nostra stima ed ammirazione. Se cadiamo nella tentazione di emulare chi tanto ci ha saputo emozionare, rischiamo solo di essere la sua brutta copia.

Perciò aggiungo: “Scava nell'anima. Dalle respiro. Lasciala volare lassù in alto. Libera!”

A proposito di stile, con quali parole descriveresti il tuo stile “odierno”?

Moderno, contemporaneo perché ricco di immagini, e di una successione di azioni incalzanti.

Innovativo perché le storie non vengono narrate da una voce fuori campo, ma dai pensieri degli stessi personaggi.

Sincero e trasgressivo perché ogni protagonista si espone con la massima schiettezza e limpidezza, senza ipocrisie, maschere e finto perbenismo.

Sii sincero: hai mai riletto i tuoi primi due romanzi, ovvero Ecco perché frequento le vostre donne, Diario di un personal trainer... e Cancellati? Oggi credi che li scriveresti nello stesso modo o che cambieresti qualcosa livello stilistico e/o a livello di trama?

Ecco perché frequento le vostre donne/ Diario di un personal trainer ha sicuramente generato tanto scalpore e qualche critica. Purtroppo è stato interpretato come autobiografico, essendo io un istruttore di fitness, e visto il tema trattato, un uomo tradito che per partito preso decide di andare con le donne degli altri, spesso è stato duramente criticato. C'è sempre il rischio che il lettore confonda i personaggi descritti con lo scrittore. Ma non ho rimorsi.

Lo scriverei, come scriverei tutti quelli che ho pubblicato.

Anche se credo di aver affinato lo stile col tempo, e le trame negli ultimi lavori sono diventate più accattivanti, non rinnego nulla del passato.

Che farei allo stesso identico modo.

Senza cambiare nulla.

Ogni attimo di vita, e le azioni che lo contraddistinguono, ha il suo perché e le sue ragioni per quello che siamo in quel momento a causa delle esperienze, delle relazioni che abbiamo, degli stati d'animo, e delle emozioni che ci scalpitano dentro.

Ieri” ero in quel modo, e malgrado ora sono “diverso, forse migliore” abbraccio con accettazione ed amorevolezza ogni sfumatura del mio passato.


Certamente, al di là dello stile, anche le storie dei personaggi presenti nei tuoi due nuovi bei romanzi, quali
Questa È La Vita Che Voglio e Onice Nera, sono tutti molto importanti e pertanto possiamo anche dire che si tratta di romanzi corali. A che cosa è stata dovuta questa scelta?

Il mondo contemporaneo è un mondo di immagini. Dove regna la seduzione del Cinema e della Televisione. Capace di dare, con la “magia dei film”, ritmo in un susseguirsi vorticoso di colpi di scena.

La coralità che ho cercato di creare nelle mie ultime storie risponde a quest'esigenza, perché ne sono io stesso affascinato.

Tutti i personaggi acquistano importanza e scandiscono la successione degli eventi, in maniera così incalzante e personale da lasciare il lettore incollato alle pagine del libro, sedotto dalle azioni e pensieri che contrastano nella loro mente, con il solo desiderio di vedere come andrà a finire la storia e conoscere quale sarà l'epilogo di quel turbolento intreccio di emozioni.

Indubbiamente i personaggi femminili hanno grandissima importanza in queste due opere e, sebbene all'inizio ci appaiano fragili, poi si rivelano ben altro: hai voluto dunque omaggiare così la reale forza dell'animo femminile?

La dimensione femminile è meravigliosa, capace di affascinare e sorprendere noi uomini.

Molto più forte di quanto si pensi.

Anche perché la donna non necessita di proclami per dimostrare quanto vale, o quanto di sé mette in gioco in ogni situazione.

Era per me importante dare un giusto tributo a tutte quelle donne che appaiono poco, quelle che sostano sempre dietro le quinte, disposte spesso al sacrificio per permettere la realizzazione dei loro partner, o dei figli. Quelle che combattono giornalmente per farsi riconoscere ed apprezzare, per dare spazio ai propri sogni, per cercare di assecondare qualche bisogno senza però pretendere nulla da chi è vicino, per difendere con dignità i propri diritti.

Quelle donne che hanno bisogno semplicemente di una carezza, un sorriso, di sentirsi ascoltate, comprese e ricevere, anche solo per un attimo, una piccola parte del grande amore che donano incondizionatamente.


E infine, un augurio che vorresti rivolgere a queste figure nate dalla tua fervida penna e a te stesso, non solo in veste di scrittore, ma anche e soprattutto di uomo in toto.

Auguro ai miei personaggi di trovare un senso, un significato alla loro esistenza, ed auguro a me stesso che questi miei lavori sappiano dare spunti di riflessione e soprattutto emozionare nel cuore e nell'anima il lettore.

Abbiamo così bisogno tutti quanti di sognare!

Fattitaliani

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