Teatro, Maximilian Nisi è Giuda: trovo seducenti le anime malvagie, c’è un po’ di Giuda in ognuno di noi. L'intervista di Fattitaliani

Il 13 e il 14 agosto al 54° Festival Teatrale di Borgio Verezzi andrà in scena "Giuda" testo scritto da Raffaella Bonsignori, diretto e interpretato da Maximilian Nisi, intervistato da Fattitaliani. L'attore e regista ci parla del personaggio, di come lo ha vissuto e conosciuto attraverso la sua stessa interpretazione e di come ne ha evidenziato alcuni aspetti con la regia.
"Giuda" non è molto simpatico nella memoria collettiva. Potrebbe essere un ulteriore motivo per accettare la sfida di interpretarlo?
Le anime malvagie mi sono sempre piaciute. Le trovo seducenti. Ho sempre cercato di capirle e non ho mai avuto il desiderato di cambiarle. Spesso mi hanno ferito, è vero, ma grazie a loro ho compreso tantissime cose e son cresciuto. Accade lo stesso con i personaggi che interpreto. Il carisma del cattivo è un dato di fatto. Gli scellerati da sempre ricevono i benefici di noi attori e degli spettatori. Tutti attratti dalla moralità dubbia, soprattutto se questa è anche intelligente, abile e a tradimento fragile. Ci identifichiamo quando percepiamo la complessità di un personaggio e ne condividiamo i contrasti quando ci riconosciamo nella sua storia, spesso nata da dolore e sofferenza.
Tuttavia non credo che i malvagi abbiano un unico colore.
Giuda non è un personaggio solo buono o solo cattivo. Non è solo bianco o solo nero, per intenderci. È grigio e le sue sfumature sono tutte interessanti e anche molto affascinanti. È certamente un personaggio pieno di limiti, di contraddizioni ma sono proprio queste a renderlo umano e disperatamente vicino ad ognuno di noi. 
Che Giuda viene fuori dal testo? e come la messa in scena ne mette in risalto la personalità?
Raffaella Bonsignori, in questo testo, ha cercato l'uomo più dell'apostolo; un uomo con i suoi ideali, i suoi sentimenti, le sue piccolezze e le sue grandezze, un uomo sempre in bilico tra fede e peccato.
Non so ancora bene come si relazionerà il pubblico con lui, quali percezioni potrà avere e che cosa accadrà.  Sono veramente molto curioso di scoprirlo.
La messa in scena è volutamente evocativa. Parole, musica ed immagini unite insieme per rievocare vicende e relativi stati d'animo.
Oggi Giuda chi potrebbe essere o rappresentare?
C’è un po’ di lui in ognuno di noi. Giuda è un uomo dalle infinite domande e dalle insufficienti risposte.
Il Giuda di questo testo non è solo un uomo del passato, ma ha in sé diversi aspetti dell’uomo contemporaneo: vede in Dio, ad esempio, il creatore di una vita che, dopo creata, procede secondo le regole del caso, è spesso incredulo, egotico, infantile.
È un Giuda che mette lo spettatore di fronte al mostro per eccellenza, quello che fa sentire innocenti tutti gli altri.
In che modo "Gesù" viene richiamato e ricordato nello spettacolo?
Gesù è il nodo irrisolto di Giuda: lo ha amato ma lo ha anche tradito.
Gesù è simbolo di perfezione non solo divina ma anche umana. La sua capacità di amare in modo universale è sublime e non può che contrapporsi in maniera violenta al modo di amare basico, ossessivo e semplicistico di Giuda. Gesù è il figlio di Dio, è maestro di vita, è il Messia per tanti anni vagheggiato, ma non un leone capace di scacciare i romani dalle terre occupate con la loro protervia di conquistatori ma un agnello che percorre una strada impervia che lo porterà ad un'inevitabile sacrificio finale. Giuda non è in grado di comprende tutto questo, o forse lo comprende e semplicemente si rifiuta di accettarlo. 
Che cosa hai messo di te nel personaggio?
La passione. Giuda è ferito ed è arrabbiato con il mondo e con un Dio che sente lontano, distaccato, assente. Desidera essere ascoltato e pretende di essere finalmente compreso. È un uomo appassionato. Ho cercato di condividere la sua passione e mi sono ritrovato molto spesso a mescolarla con la mia.
Foto di Azzurra Primavera
Quale insospettabile sfaccettatura hai conosciuto di Giuda interpretandolo?
Mille sfaccettature. Mi sono confrontato con molte ipotesi e ho ricevuto tantissime sollecitazioni. Hanno scritto di tutto su di lui. È uno dei personaggi più saccheggiati dalla letteratura, dalla musica, dalla poesia, dalle arti figurative. Ho potuto quindi studiarlo per bene. Ho diverse immagini in questo momento nella mia testa. Ho conosciuto ad esempio il suo grande amore per la vita, la profonda dedizione al suo popolo, assoggettato in quel momento ai romani. Il suo comprensibile desiderio di riscatto, di rinascita che ne faceva certamente un ottimo zelota. La sua debolezza per le donne e per il buon vino. La sua cultura. E poi il suo coraggio, il suo entusiasmo, ma anche il suo egoismo, la codardia, il suo profondo narcisismo... il suo essere terribilmente umano.
Cosa speri che il pubblico colga della tua interpretazione?
Vorrei solo che ascoltasse la sua voce. Non desidero il suo riscatto, voglio solo dargli modo di raccontare la sua storia.
Noi attori questo possiamo fare. Non possiamo né dobbiamo chieder altro. Giovanni Zambito.
Foto copertina: Azzurra Primavera
LO SPETTACOLO
Giuda racconta la sua verità. L’uomo che l’umanità intera ha messo sotto accusa esce dall’ombra per dare la sua versione dei fatti, riscrivendo i confini del suo rapporto con Cristo. Il suo è stato solo un tradimento?
Il Giuda di questo testo non è solo un uomo del passato, ma rappresenta anche un’icona delle contraddizioni dell'uomo contemporaneo.
L'amore-possesso di Giuda incontra li messaggio di un Amore diverso, immensamente più grande, di Gesù Cristo e in quell'oceano infinito sente la propria inadeguatezza ma rimane prigioniero dei propri limiti terreni. Vorrebbe essere riconosciuto, avere un premio solo per il fatto stesso di esistere, una ricompensa per la sua devozione che lo porta a desiderare la vicinanza di un uomo che, pure, è lontano da quell'ipotesi di Messia che per tanti anni aveva vagheggiato. 
Certo, c'è anche l'ineluttabilità di un disegno divino dietro tutto questo, Giuda sente che, in qualche modo, quello che ha fatto gli è stato chiesto. Nel suo tormento interiore, Giuda è un'icona delle contraddizioni dell'uomo moderno, tanto fragile che, a volte, si smarrisce nella sua ricerca di amore e finisce per commettere delitti persino peggiori di quelli che gli suggerirebbe l'odio.
Maximilian Nisi

54^ Festival Teatrale di Borgio Verezzi 

Maximilian Nisi

in

Giuda 

di Raffaella Bonsignori

a cura di Maximilian Nisi

musiche Stefano De Meo

video art Marino Lagorio

costumi ed elementi scenici Tiziana Gagliardi 

aiuto Paola Schiaffino

coordinamento Cristina Ferrazzi

si ringrazia per la collaborazione la Sartoria Farani di Roma

13 – 14 agosto  / ore 21.30

Teatro Gassman – Borgio Verezzi (Sv) – Evento speciale 

Info: 019 610167

festivalverezzi.it
Fattitaliani

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