Approfondimenti della puntata in onda sulle frequenze di Radio CRT di Flaviana Pier Elena Fusi con Edoardo Flaccomio
SALPARE L’ANCORA
Per disincagliare serve una posizione particolare,
perfettamente verticale, che permette di andare. Partire e veleggiare, con il
vento in poppa tra i flutti del mare, per ricercare, scoprire ed osservare, la
Terra da una prospettiva distanziale. La costa a volte è frastagliata, altre è
baia che rallegra la giornata, più avanti c’è la grotta che permette di
riavvolgere la scotta. Chiudersi dentro se stessi, per visitarne gli abissi,
aspettar l’alba di un nuovo giorno e prendere al volo ciò che non fa ritorno.
Questo è il sale della vita, che nessuna strada vede proibita, solo il discernimento renderà il cuore contento. Attraverso una delusione s’impara il senso della direzione, analizzando un accadimento si può ripartire sulle ali del vento e per non stancarsi di viaggiare, basta lasciarsi andare. Aspettare la vita ci inebria di gioia infinita.
Indagine di Edoardo Flaccomio
VASCELLI FANTASMA E CAPITANI
La parola Vascello si fonda sulla radice vasc. Lo scafo è
innegabilmente simile alla comune vasca da bagno.
Le sillabe restanti El e Lo di vascello, alludono ad Elohim,
ad Elì, Dio che si manifesta attraverso la creazione, secondo l’ebraico.
Il ‘Fantasma’ del Vascello è proprio il significato
recondito: Vasca di Dio; impossibile
non associarla al Sacro Graal, entrambi contenitori delle Leggi generanti
l’Ordine Universale.
Gli alberi legnosi dell’imbarcazione, si elevano verso
l’alto, a significare l’avvicinarsi all’Altissimo. È interessante far presente
che il verbo elevare viene da “Ele”, equivalente di El o Elì, nomi
dell’Onnipotente in Medio Oriente.
Le vele, da collegare agli alberi, accolgono brezze per sospingere il veliero. I venti simboleggiano l’alito divino. Tutto torna.
La parola fantasma, si riferisce a
qualcosa di intangibile, all’informazione, a ciò che non si vede ma che guida
la ricerca del significato. Negli svariati racconti sui Vascelli Fantasma, si
ha la netta impressione che tali imbarcazioni conoscano la rotta, in altre
circostanze danno la sensazione di essere guidate da energie consapevoli.
La parola “fantasma” si basa sulla radice ‘fantas’,
annunciatrice di ciò che è fantastico, fantasioso, fantasia.
Il ‘ma’ di fantasma,
in ebraico, significa madre.
La parola Annam, all’interno di fantasma, in sanscrito,
significa Cibo. Letto da destra a sinistra la stessa parola diviene Manna,
proprio un richiamo alla Manna dal cielo che nutrì il popolo ebraico fuggito
dall’Egitto.
Mana, sempre in sanscrito, vuol dire Mente.
Il vocabolo “fantasma” annuncia inoltre la parola Fanat, nel
senso di esaltazione religiosa, derivante dal latino fanum, che vuol dire
tempio.
L’equazione verbale che ne risulta, è la seguente: La fantasia della mente è tempio, cibo e
madre.
Mettendo insieme Vascello Fantasma si ottiene il messaggio
nascosto che la Vita invia agli esseri umani affinché modifichino la rotta da
seguire: Nella Sacra Vasca di Dio, la
Fantasia della Mente è Tempio, Manna e Madre.
La fantasia, se utilizzata per ampliare la Conoscenza, rivela gli arcani.
Quando si parla di Vascelli, ritornano alla mente fiabe,
racconti, capitani.
Capitan Fracassa, Uncino, Tempesta, Matamoros, Spaventa,
Terremoto. Nomi che di primo acchito non incantano. In realtà, la durezza del
Capitano, nella prospettiva della Conoscenza, è legata all’Ordine, alla
disciplina; ciascuno deve eseguire il proprio ruolo, tanto sul bastimento,
quanto in Terra. Non sono concessi sconfinamenti. I Comandi del Capitano sono
il riverbero dell’Ordine Universale. L’autorevolezza che ne deriva, non è
cattiveria, ma rispetto delle Regole Celesti. Si ha l’impressione che il
significato di capitano sia stato alterato. È fuori dubbio che tale parola
contenga la radice Capo, ossia l’essenza della Mente dei Buddisti, il Modello
Assoluto Rosc per gli ebrei, Mana, nei versi sanscriti della cultura vedica.
Emblematica la rappresentazione Wagneriana del Vascello Fantasma. Nella incisione commemorativa della prima rappresentazione del 1876, si vede una donna spinta con forza verso il pazzo capitano olandese. Nella scena finale, il capitano maledetto ottiene il perdono di Dio, grazie al sacrificio della fanciulla che lo ama. Nella raffigurazione si vede il vascello che sta affondando ed il capitano su una nuvola con il braccio destro alzato verso l’alto, ivi compreso lo sguardo. La donna lo abbraccia con trasporto e quasi si intuisce il braccio sinistro del capitano che cinge la vita, il fianco della donna. L’Amore trionfa e punta verso l’alto, lo scafo, il veliero fantasma, portatore del messaggio d’amore, scompare in basso, all’interno del mare, simbolo di Conoscenza.
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Ricetta erboristica di Anna Maria Esposito: responsabile della testata giornalistica di radio CRT e conduttrice del programma “Blaterando”.
Il sedano rapa vanta origine molto antiche. Era già noto
presso i Greci, tanto da essere citato da Omero nell’Odissea in diversi passi.
Lo ritroviamo insieme alle viole nel giardino di Calipso, la ninfa; Achille lo
somministra al suo cavallo, gravemente ammalato, che miracolosamente guarisce.
Tra gli Elleni era ritenuta pianta sacra al punto che la sua effige veniva
rappresentata sulle monete della città Selinunte. Annoverata per le sue
proprietà medicinali, nell’antica farmacopea, Ippocrate e Santa Ildegarda la consigliavano
contro la depressione. Madame de Pompadour l’assumeva per “sensibilizzare i
sensi”. Nel Medioevo era popolare con il nome di “sedano di Verona” perché
tipico di questa zona.
Il sedano è ortaggio da radice, ricco di Sali minerali, vit
K, vit: c gruppo B e fibre. È un toccasana per le sue proprietà
rimineralizzanti, diuretiche, depurative e digestive.
Ricetta
depurativa: succo centrifugato
Un sedano rapa di medie dimensioni sbucciato e centrifugato. Bere mezzo bicchiere di questo succo fresco, prima dei pasti principali, per un mese. Controindicazioni: sconsigliato alle donne in gravidanza per la sua capacità di provocare contrazioni uterine.
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Nel mare della vita la pietanza è servita e se fra i flutti
vogliamo stare, abbiamo necessità di pescare.
Ricetta di
chef Domenico:
calamari ripieni al forno
Ingredienti:
4 calamari medi
8 gamberi
1 Sedano rapa medio
1 cipolla rossa di Tropea
1 uovo
Pane raffermo
Olio extra vergine di oliva
Sale q.b.
Facoltativo grana grattugiato
Preparazione:
lavare bene i gamberi e i calamari, separare il corpo dai
ciuffi e ridurre il corpo a pezzettini, rosolare il sedano rapa tagliato alla
julienne in un po’ d’olio, aggiungere la cipolla tagliata sottilmente, poco dopo
i ciuffi dei calamari tritati e per ultimi i gamberi. Cuocere non oltre 7
minuti in totale. Una volta pronto, aggiungere pane raffermo, un uovo, sale e
pepe a piacere e per ottenere un sapore più deciso è possibile aggiungere del
grana grattugiato. Riempire le sacche dei calamari con il composto fino atre
quarti. Sigillare con uno stuzzicadenti. Disporre i calamari ripieni in una
teglia e infornare a 180 gradi per circa dieci minuti. Buon appetito.
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Bollettino Radiometeo di Flaviana Pier Elena Fusi
Il vascello è un contenitore
di anime unite nell’ardore
che vogliono viaggiare nella vita
dove la magia è infinita.
Solcare mari profondi
scoprire tesori di antichi mondi
recuperare la storia
che resta insegnamento di gloria.
Tutto viaggia sulla scia
di una straordinaria poesia
quando si parla di velieri
la mente corre tra caratteri alteri
che si ritrovano vicini
perché accomunati da destini:
portare parole d’amore
dove c’è fragilità di cuore.
Sono quelle vele spiegate
frutto di sintonie accreditate
è l’equipaggio unito
che salpa l’ancora d’acchito.
Consiglio Radiometeo: il gruppo può viaggiare nel mare
dell’amore, riesce a veleggiare, a ritrovare e ripristinare sublimi armonie
lontane.