Un uomo
intelligente, colto, maturo e pragmatico, grande lavoratore, grande amante
della natura e degli animali, allo stesso tempo imprenditore ricco anche di ideali
e di obbiettivi culturali, ampi orizzonti. Soprattutto aveva capito come
funzionano le cose, in regime democristiano!
Basti sapere che Giulio Andreotti,
il ras della provincia di Frosinone, e alcuni suoi sodali di partito, da sempre
erano normalmente di casa al suo castello, nella campagna di Atina: Armando Mancini da Atina, grazie alle
proprie capacità e anche grazie ai tanti operai e lavoratori attivi nelle sue imprese edilizie, stradali e
agricole, grazie alle sue relazioni politiche, aziendali e commerciali
allacciate pazientemente nel corso degli anni, faceva parte della categoria privilegiata dei grandi elettori cioè di quelli che rappresentavano un nutrito e sicuro
serbatoio di voti. E per converso tangibili occhi di riguardo dal politico: il comune di
Atina amministrato da anni da suoi
devoti, i lavori pubblici comunali e anche provinciali in gran parte affidati alle sue ditte, la
costruzione di una quantità di strade anche nei luoghi meno immaginabili, la bitumazione ricorrente delle strade e
stradine della zona, la costruzione di edifici pubblici in grande quantità, scuole
e uffici postali, un ostello della gioventù, perfino un ippodromo, addirittura
una pista di go-cart e chissà quante altre novità presenti solo ad Atina! Un do ut des perfetto. E in questa situazione di
totale sottomissione alla politica quale impostata in massima parte da Armando Mancini, fu data briglia sciolta a
tutti di fare quello che volevano, purché si facesse e, dopo, si votasse! Ed è
avvenuto quanto oggi è sotto gli occhi di tutti ad Atina, soprattutto in quella
che grazie a lui e per togliersi atavici sassolini fastidiosi dalle scarpe, fu
chiamata Atina Inferiore, con tanto
di tabelle toponomastiche, vale a dire
la pianura e il Ponte Melfa
principalmente, e poi Atina Superiore,
dove risiedevano gli odiati ‘signori’
anche essa abbandonata all’arbitrio: si veda come è stata ridotta la chioma di verde secolare alle
sue spalle! Poco mancò alla creazione di
due amministrazioni autonome! Positivi e
fruttuosi gli interessi personali e aziendali, dunque, disastrosi e
distruttivi, da quinto mondo, quelli pubblici e civili. Ma tale aspetto era parte
di un sistema nazionale, democristiano, come ben si vede in giro.
Epperò il dr
Armando Mancini non è a tale realtà circostante che va misurato e su essa
valutato bensì sul suo apporto culturale
e scientifico che lo innalza e
nobilita e ne conserva la memoria. Ed è di questa componente della sua
personalità, di alto livello culturale ed educativo, unico a mio avviso nella
Ciociaria frusinate di cui vorrei far godere e sentirsi gratificato e
orgoglioso il lettore di queste note e perciò valevole della massima emulazione
e quindi di stimolo anche ai colleghi imprenditori.
A poco a poco la sua attenzione verso la città di
Atina, non più Atina superiore e inferiore, si trasformò in amore vero e
proprio: appoggiato alla conoscenza capillare
dei luoghi e indirizzato dalla
lettura di alcuni vecchi testi specifici
e stimolato dalla
storia romana e dai personaggi atinati di quella remota epoca, iniziò a dedicare una parte del suo tempo all’esame
ravvicinato dei luoghi e dei fatti. E man mano che nomi e vicende e situazioni
si chiarivano e si scoprivano, più cresceva il piacere e più aumentavano le investigazioni ed
indagini. Per inciso e per informazione del lettore, si sappia che Atina,
menzionata da Virgilio più volte, da
Cicerone considerata la sua seconda patria, in epoca romana svolse un ruolo fondamentale anche se sistematicamente
passato sotto silenzio: nel corso dei
secoli e in molti momenti storici della
Repubblica e dell’Impero, gli atinati lasciarono
impronte determinanti. Quindi il contributo del dr Mancini non è quello del
solito studioso locale che descrive la
chiesa madre o la storia paesana bensì
quello del vero e proprio scopritore e innovatore che ha messo a disposizione
della cultura e della scienza lo strumento esaustivo e completo e scientificamente inappuntabile di una
città che non poco contribuì alla crescita
civile e alla grandezza di Roma: non v’è angolo o struttura architettonica
antica o traccia storica del territorio che non sia stata scientificamente
individuata, quando il caso messa in
pianta o, comunque fedelmente illustrata e documentata: qualche geometra
della sua azienda fu occupato a tempo pieno nella stesura delle mappe e piante
e nei sopralluoghi. Il risultato di tale esame topografico e storico è così
completo e totale, per quanto di mia conoscenza, certamente unico nella sua
capillarità ed evidenza: dubito che vi possa essere stato altro personaggio
così intimamente appassionato e innamorato
della propria terra come il dr Mancini e allo stesso tempo in possesso dei
mezzi idonei alla sua valorizzazione. Ci soffermeremo sui suoi contributi alla
storia e alla cultura e anche ad Atina, ma specialmente agli uomini e ai loro
fatti, in una prossima occasione.
Michele
Santulli