Alessandro Ingrà, Massimo Di Stefano e Marco Frosini raccontano il prima e il dopo della loro professione.
IL lockdown ha bloccato il nuovo
progetto. Un lavoro, quello del cinema, che non potrà riprendere fino a quando
il contagio sarà a zero, un lavoro che non è praticamente possibile fare con
modalità di lavoro agile cioè in smart working.
I tre registi, già autori e director
del film giallo/thriller "Storia di un Inganno", girato a fine 2013
nel territorio toscano, tra Greve in Chianti, Firenze e Fiesole e uscito al
cinema e in TV, raccontano il loro
lavoro cristallizzato a quasi due mesi fa.
“Eravamo
nella fase dei casting, sopralluoghi, ricerca sponsor e organizzazione e di
punto in bianco è arrivato questo fulmine al ciel sereno - dicono i tre
registi.
Al primo casting, appena la settimana
prima del grande blocco, ad ogni attore e attrice a fine provino, Alessandro
diceva a tutti la solita cosa: “Inizieremo
le riprese a settembre, Coronavirus permettendo!” E intanto Marco e Massimo lo prendevano un po’
in giro. Nessuno ancora poteva prevedere quanto sarebbe accaduto.
Il contagio zero sarà l’unica
possibilità per tornare a lavorare su una produzione. In un film, ci sono scene
di contatto per gli attori e sul set c’è molta gente anche in una produzione a
basso costo. Con la ripresa attualmente programmata, sarà forse possibile fare
sopralluoghi e casting, uno ad uno su appuntamento e con il distanziamento
sociale e dispositivi di prevenzione.
“L'atmosfera nelle città è surreale, sembrano enormi set
cinematografici abbandonati - dice Ingrà - ma il nostro settore non potrà ripartire se
non quando il contagio sarà a zero. E allora le storie riprenderanno a essere
raccontate, forse con una consapevolezza e una profondità ancora maggiore. Ora
è il tempo della speranza e dell’attesa.
I miei nonni - continua Ingrà - mi hanno raccontato tante volte della
guerra a Firenze, dell'alluvione del 1966 e mi son sempre detto che con il
progresso e la tecnologia eventi così drammatici non sarebbero più accaduti e
invece è successo.”
Ma i tre sono convinti che tutto
finirà con l’estate e sognano di tornare a girare, a raccontare storie.
Intanto scrivono e pensano ad altri
soggetti guardando e ringraziando medici, infermieri, volontari che ogni giorno
si muovono per dare una possibilità a questo paese.
“Una cosa è certa - concludono -
l'Italia ce la farà e ripartirà, compreso il cinema ed il teatro".