Smako Acustico presentano "Il cartello", album profondamente politico e di parte. L'intervista


Un’immagine: un party notturno. Un party funebre? Gli inconsapevoli e il sistema. “Il Cartello” è Dracula nel 2020, è il narcotraffico di Don Winslow, è il tossico di giorno che nessuno ascolta. Asia zone atomiche, il pericolo dei nuovi barbari. Una quotidianità che soffoca, generazione’80 schiava e regina del mondo osserva il paesaggio e il passaggio  dei suoi quarant’anni. “Il Cartello” è nichilista, ma un nichilismo che agisce consapevole. Dalla decadenza del potere al potere della decadenza.
Parlateci del nuovo album. Che impronta avete voluto dargli?
L’album è profondamente politico e di parte. Parla di attualità narcos e muri, prove di forza nei porti. Dalla decadenza del potere al potere della decadenza. Ma il punto è l’ironia e te lo racconto senza nessuna predica. E’ un disco più per la rivolta che per la predica.   
Quali sono i vostri cantanti di riferimento?
Per questo disco i Molotov, i CCCP, Coltiverò l’ortica de Il Pan del Diavolo, Tony La Muerte.

Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?

I live a Monaco per strada nel 2000.

Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
Un tour nei club dell’est Europa e prima o dopo lo facciamo…
Progetti futuri? un tour?
…già deciso, sciogliamo la band e andiamo a fare cose in Svezia.


Prima foto di Alessandro Colombara
Fattitaliani

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