Kaos 2020, Maria Concetta De Marco a Fattitaliani: amo esplorare l'affascinante animo umano nelle sue molteplici sfaccettature. L'intervista

Fattitaliani
L'autrice sul Festival letterario: I Kaotici sono persone sensibili.

Eccoci a un altro appuntamento con il Festival Kaos dal 24 al 26 gennaio 2020 a Sambuca di Sicilia: oggi Fattitaliani intervista  Maria Concetta De Marco, finalista con la raccolta di racconti "Ali Blu" (Medinova editore).
Il colore blu, il genere, Kaos... sembrano esserci molti punti di contatto con la precedente raccolta di racconti... Potrebbe approfondire questo aspetto? 
Oh sì, il colore Blu (non a caso scritto con la maiuscola) rappresenta, per quanto mi riguarda, la Bellezza di questo mondo e dell'esistenza umana, il meglio in ogni campo: colore che induce al rilassamento e alla riflessione, che calma l'animo e spinge al riposo, ha un legame strettissimo con il mio modo di guardare alla vita e per conseguenza con il mio scrivere, con i ricordi più belli della mia infanzia, con le persone che ho amato e amo di più, o ancora con storie di altri che mi emozionano, suscitandomi sentimenti positivi e spingendomi ad eternarle sulla pagina scritta. 
Quanto al Kaos festival, posso dire che mi riempie di entusiasmo la prospettiva di vivere ancora una volta questa straordinaria esperienza che si ripete ormai da tre anni: nel 2017 il mio "Blanco" vinse il Primo Premio nella sezione racconti; nel 2018 "Grazia" conquistò il secondo posto e quest'anno il mio secondo libro "Ali Blu" è tra i 5 finalisti nella sezione libri. I Kaotici sono persone sensibili, riscontro un reale apprezzamento dei miei scritti che, evidentemente, toccano in loro corde profonde.
In ogni scritto mettiamo indubbiamente del nostro. C'è un racconto che più degli altri rivela la sua storia dietro quella dei personaggi? 
In effetti, in molti racconti si può trovare un po' di me ma credo che la storia che più mi rappresenta sia "Alice" inserito nella prima raccolta "Specchio Blu". Il grande amore per i libri da parte della protagonista di certo mi appartiene, Alice che si estranea dalla realtà mentre legge, che si innamora dei personaggi e soffre e gioisce con loro... senza dubbio, in questo senso, Alice è parte di me. 
E poi, quel breve riferimento al padre che le comprava i libri sin da bambina è reale: era mio papà a portarmi in libreria per appagare il mio enorme amore per la lettura.
Ogni racconto è slegato dall'altro? Quale sostrato li accomuna a parte il suo stile? 
Sì, i racconti sono tutti slegati tra loro e auto-conclusivi. E ovviamente li accomuna il mio sentire, il mio modo di approcciarmi alla vita, al quotidiano e alle relazioni con gli altri esseri umani. Credo inoltre che le caratteristiche più evidenti siano l'ottimismo e la speranza, infatti sono tutti a lieto fine, ma non si tratta di un lieto fine banale, bensì di un finale dettato dal desiderio di un'esistenza più bella, serena e appagante per tutti.
Il suo territorio è presente nella narrazione in che modo? È soltanto un contesto o interagisce coi protagonisti? 
Tranne qualche rara eccezione, come in "Miranda", direi che il territorio non è mai presente. Le vicende narrate avvengono in luoghi x e mai nominati, perché si tratta di vicende umane che potrebbero appartenere alla vita di chiunque.
Quale tipo di riscontro da parte del lettore Le fa piacere? 
La frase che mi fa più felice è senz'altro questa: "mi hai fatto ricordare episodi simili della mia vita... e la ricchezza di particolari nelle descrizioni mi ha fatto immaginare la scena quasi come fossi stato/a presente". È una frase che mi è stata detta più volte, sia da uomini che da donne e ogni volta mi strappa un sorriso e un moto di commozione.
È più facile scrivere in una situazione di "Kaos" o di perfetto ordine?
Onestamente non ho bisogno di condizioni particolari per concentrarmi e scrivere; quando ho in mente un'idea e sento di volerla mettere su carta, prendo un foglio e una penna ovunque mi trovi e non mi disturbano neppure gli eventuali brusii o rumori circostanti.
È straordinario sentirsi parte di un mondo che altri conosceranno solo al momento della lettura, ma che inizialmente appartiene solo a te, ed esplorare l'affascinante animo umano nelle sue molteplici sfaccettature. Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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