Nikita Placco e il romanzo "Il Giorno Di Cui Non Si Parla": le parole scelte con cura e attenzione

Tra gli ospiti della XX edizione del Festival Duemilalibri di Gallarate (Varese) anche lo scrittore Nikita Placco, che ha presentato con successo - nella serata di ieri -  il romanzo Il giorno di cui non si parla (Licosia).
La presentazione, che ha avuto luogo nell’atrio di Palazzo Borghi, si è contraddistinta per un ricco e stimolante dialogo tra lo scrittore e la giornalista Simona Scacheri, che ha messo in luce gli aspetti e i temi cardine del libro nonché i personaggi che lo abitano, con i loro caratteri e le loro dinamiche. Il romanzo, che racconta la storia di una famiglia vittima del potere distruttivo dei “non detti”, di un percorso personale di liberazione da un destino segnato dai condizionamenti esterni e della conquista di un’esistenza in cui riconoscersi pienamente, si caratterizza per un linguaggio moderno e scorrevole e, allo stesso momento, ricercato ed elegante.

“C'è nella vita di ciascuno di noi un giorno, uno solo, che ha cambiato per sempre il nostro sentire. E’ questo l’incipit del mio romanzo, scritto di getto così una domenica mattina di qualche anno fa sul mio block notes e tale rimasto, senza subire revisioni - afferma lo scrittore Nikita Placco - Un parto spontaneo, come la scelta del linguaggio adottato: non amo l’impoverimento della lingua italiana al quale stiamo assistendo, anche per lo spazio sempre maggiore assunto ovunque dal modo di comunicare sintetico e ridotto figlio della tecnologia. La lingua italiana è per nostra fortuna assai ricca ed è bello poterne usare l’ampio vocabolario attraverso una scelta dei termini, che per me è quasi sempre chirurgica. Le parole del romanzo non potrebbero essere, nel loro contesto, cambiate con altre o con sinonimi, perché scelte con cura e attenzione tali da renderle infungibili”.

Nikita Placco, classe 1968, fa l’avvocato penalista da 25 anni, vive e lavora a Roma. Il giorno di cui non si parla è il suo primo romanzo, una storia forte e profondamente sentita, che sa parlare delle cose e dei fatti privati e famigliari di chiunque di noi, del giorno di cui non si parla, quel segreto che ogni famiglia custodisce nel profondo, ma sempre a rischio di deflagrazione.

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