L’AQUILA
– E’ uscito in primavera il nuovo romanzo di Francesco Testa “Indelebile
come un tatuaggio” (Graus Edizioni, Napoli, 2019), ma già raccoglie oltre
ai consensi dei lettori quelli della critica, come testimoniano i
riconoscimenti nel campo della narrativa che all’autore sono stati conferiti
per quest’opera, dapprima a Vietri
con il Premio Letterario internazionale “Borgo Albori” 2019, poi a Spoleto con il Premio internazionale
per la Letteratura al “Menotti Art Festival”, infine a Napoli al XXVIII Premio letterario nazionale Megaris. Un romanzo
drammatico e intenso, “Indelebile come un
tatuaggio”, ma a tratti anche leggero e persino comico, che si legge tutto
d’un fiato nelle sue 216 pagine, per la scrittura di qualità e per la storia
coinvolgente del racconto.
E’
la storia di Davide Festa, che tutti chiamano Uccio, che fugge da Istria negli
anni Cinquanta. Uccio è soltanto un bambino quando la sua famiglia, spaventata
dagli ultimi rivolgimenti politici, scappa dalla natia Istria per trasferirsi a
Napoli. Da quel momento vedrà ingiustizie e verità nascoste che gli resteranno
impresse nel corpo e nella mente. Conoscerà la cattiveria dell'accoglienza
rifiutata. E del pregiudizio, nella stazione di Bologna. Sperimenterà povertà e
precarietà in una casa di ringhiera. La curiosità lo spingerà a esplorare la
sua nuova patria; dalla Chiesa delle capuzzelle
alla Basilica di Santa Chiara, dai vicoli dei Tribunali fino alla spiaggia
di Coroglio. La sua è una Napoli viva, pulsante e chiaroscurale, in cui la
crudeltà della criminalità organizzata è bilanciata dall'infinita generosità
degli ultimi. Femminielli e
prostitute, con la loro partecipazione, ad esempio, alle Quattro Giornate di
Napoli, sono, infatti, tra le figure ispiratrici di Uccio, che riesce a vederle
in tutta la loro umanità.

Grazie
a loro Uccio riuscirà a fronteggiare ogni avversità, arrivando a comprendere
come l'amicizia e l'amore possano cambiare un'esistenza. Di questi sentimenti
il ragazzo riconoscerà fin da subito la valenza universale, battendosi contro
chiunque voglia considerarli appannaggio di una specifica razza, religione o
orientamento sessuale. L'amore, però, da ancora di salvezza può trasformarsi rapidamente
in condanna. La traumatica rottura con Elvira, la sua prima ragazza, la triste
morte di John e l'ingiusta incarcerazione di Tommaso, rappresentano altrettanti
momenti di crisi per Uccio, momenti in cui i suoi sentimenti gli si rivoltano
contro facendolo sprofondare nella disperazione.
Nel
pieno della crisi Uccio incontrerà però Don Gino, un prete semplice che ha
dedicato la sua intera esistenza all'Altro, il cui esempio gli permetterà di
riscoprire Dio e di riconciliarsi con il mondo. Ogni sofferenza verrà vista da una
nuova prospettiva, diventando per lui un tesoro da custodire, in quanto parte
fondante della sua persona. Senza dolore non si può veramente crescere e tutto
il dolore di Uccio è destinato a trasformarsi in un amore senza fine e
totalmente disinteressato. Un amore per l'Altro che, indirettamente, è anche
amore per se stessi. La storia di Uccio, dunque, non è soltanto la storia di un
uomo, ma la storia della parte migliore dell'umanità, delle sue qualità e del
suo periglioso cammino.
“[…] La
capacità di mostrare la realtà così com’è – scrive tra l’altro in prefazione
Silvio Mastrocola,
docente presso la Facoltà di Teologia dell’Università Suor Orsola
Benincasa –, senza applicare alcun filtro e fuggendo da qualsivoglia
idealizzazione, è uno dei punti di forza della scrittura di Francesco Testa che
non ha paura di raccontare incredibili e pericolosi mondi sommersi. L’autore,
infatti, non distoglie il proprio sguardo di fronte a verità scomode,
esplorando senza remore ogni aspetto dell’esistenza. Di conseguenza, nelle sue
pagine un sentimento come l’amore riveste importanza capitale, venendo posto
sotto un’immaginaria lente che consente di rivelarne le molteplici sfumature, dall’infatuazione
adolescenziale all’amore genitoriale o amicale. Il ruolo dell’amore è, però,
ambivalente: se esso è diretto verso la persona sbagliata o intralciato dalle
circostanze, da occasione di riscatto può rapidamente divenire fonte di una
profonda sofferenza. […]
Nonostante
la grande densità di contenuti, lo stile di Francesco Testa riesce a mantenersi
vivace e dinamico, crescendo insieme al protagonista, ai cui processi mentali
appare strettamente correlato. […] In conclusione, Indelebile come un
tatuaggio riesce perfettamente nell’intento di riportare alla vita e
all’attenzione del lettore contemporaneo un mondo in parte scomparso e in parte
mutato per sempre. Esso si rivela romanzo drammatico e intenso, ma a tratti
anche leggero e perfino comico; un esempio della bellezza vera, in grado di
riportare i lettori più avanti negli anni ai giorni della propria infanzia,
inducendoli, al contempo, a rendersi conto di quante bazzecole e piccinerie li
distraggano ogni giorno dalle cose veramente importanti. Una presa di coscienza
necessaria per superare i propri limiti e trovare il coraggio di essere
realmente felici.”
La
storia di Uccio è il viaggio di un'anima che, attraverso gioie e dolori, impara
il vero valore dell'amicizia, dell'amore e della compassione, riuscendo infine
a trovare la pace. Il ricordo di ciò che ha vissuto resterà però sempre vivido
sulla sua pelle, appunto indelebile come un tatuaggio. La rara capacità
d’introspezione dell’animo umano di Francesco Testa, esercitata in anni di
attività di psicologo e psicoterapeuta, fanno di questo romanzo una storia
viva, autentica e coinvolgente, ciascuno potendovi ritrovare una parte di sé,
ma soprattutto è testimonianza di valori veri che emergono forti anche alla
prova di disagio e della sofferenza, disegnando i tratti di una umanità che
fortunatamente non perde i tratti della condivisione, della solidarietà, della
fraternità e dell’amore. Un romanzo, dunque, che è bello da leggere ma che è
anche capace di arricchirci dentro.
Goffredo Palmerini
Francesco Testa è
nato ad Udine, vive e lavora a Napoli. Psicologo e psicoterapeuta, è laureato
in Economia aziendale e in Sociologia con lode, H.C. di Doctor of Health
Management Engeneering presso la Constantinian University (State di Rhode
Island, USA). Top manager di primari gruppi industriali e Direttore Generale di
aziende sanitarie e ospedaliere. Presidente dell’Azienda Soggiorno e Turismo di
Paestum. Giornalista pubblicista e Revisore legale. Docente di Economia sanitaria.
Insignito delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
(OMRI), di Cavaliere, Commendatore e Grand’Ufficiale. Per il suo impegno
sociale a favore delle persone sofferenti o svantaggiate è stato anche insignito,
dalla Città del Vaticano, delle onorificenze di Cavaliere e Commendatore
dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. È accademico effettivo
dell’Accademia Teatina per le Scienze e Academicum Ordinarium Nobilis Sanctae
Theodorae Imperatris (USA). Tra le sue pubblicazioni si citano Qualità
in Sanità – Strumenti e strategie di sistema (Edizioni
G. Laterza, Bari, 2001); Controllo e programmazione delle aziende
sanitarie (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); L’ignorante è
schiavo (Graus, Napoli 2010). Nel 2015 inizia una intensa e proficua
collaborazione con Giulia Fera, che porta alla pubblicazione dei romanzi Il
canto nel vento. Un sentiero di crescita (Graus, Napoli, 2015), Aironi
di carta (Graus, 2017) e Veleni & Verità (Graus,
2018).