di Laura Gorini - Ho sempre amato ascoltare, imparare e raccontare
storie belle, ricche di emozioni. E il giornalista racconta storie.
È una giornalista affermata e una donna concreta e ricca di valori,
Angelica Amodei, direttore della splendida rivista Facile con gusto.
Figlia d'arte, rivela che i suoi più grandi maestri sono stati suo
padre e il compianto Sandro Mayer.
Angelica, chi o che cosa ti ha indotto a diventare una
giornalista?
Ho sempre amato ascoltare, imparare e raccontare storie belle, ricche
di emozioni. E il giornalista racconta storie. Puoi narrare l’amore, la musica,
la medicina, l’arte, la salute, così come il cibo, le ricette e tutto ciò che
ruota intorno al magico mondo degli alimenti. Che sono nutrimento, così come
l’amore è nutrimento dell’anima.
Ma che cosa significa esserlo oggi?
Per me ha lo stesso significato: raccontare. Oggi scrivo di salute,
benessere e trasmetto quello che mi insegnano i medici. Così come mi occupo di
food, ma anche della storia di ciascun cibo. Non smetto di raccontare anche
attraverso le interviste a chef, personaggi, esperti, etc, comprese le ricette
che narrano tradizioni, storie, ricordi, non solo gusto.
Come è cambiato l'universo del giornalismo da quando
ti sei approcciata tu ad ora?
Quando ho iniziato non esistevano internet, i Social. Avevo 19 anni.
C’erano la carta stampata, la TV e la radio. Tutto è cambiato. Oggi è tutto più
veloce, in continua mutazione. Forse prima c’era più cura e più attenzione,
mentre oggi si corre. Ma bisogna anche saper stare al passo con i tempi.
Nonostante tu sia molto giovane hai un curriculum
molto lungo di tutto rispetto, e ora da diverso tempo ti occupi di cucina, come
è nata questa passione?
Mia madre mi ha insegnato a stare ai fornelli. Non sono una cuoca, ma
me la cavo. Cucinare per chi ami, accogliere in casa le persone a cui tieni,
rendere una tavola calda ed accogliente credo sia importante. Tosca D’Aquino mi
ha detto che ogni ricetta che prepari per qualcuno è una dichiarazione d’amore.
Concordo in pieno. Questa è la parte mia privata. Poi il mondo delle ricette mi
ha coinvolto anche professionalmente. Prima al settimanale Gente dove ho
curato servizi in cui diversi personaggi dello spettacolo ci presentavano i
loro piatti e raccontavano delle loro passioni culinarie. Poi ho scritto tanto
di ricette della salute, di sana alimentazione sia per la stampa che per la tv.
E ora è arrivato Facile con Gusto, che sta riscuotendo tanto
gradimento.
Quali credi che siano i suoi punti di forza?
Facile con Gusto racconta ricette, ma anche la storia dei cibi. Ogni
ricetta è scritta da Fabio Campoli, Patrizia Forlin e Sara Albano. Sono tutte
testate e fotografate per assicurare al lettore la riuscita di un piatto. Quante
volte ho provato a rifare un dolce e non mi è venuto, pur seguendo il
procedimento, che magari aveva qualche errore. Oltre ai piatti ci sono i
“viaggi” nel territorio, nel nostro Bel Paese. Ma anche narriamo i piatti della
tradizione nel mondo, facendo scoprire spicchi di città, paesi lontani... E poi
ci sono le rubriche della salute di Rosanna Lambertucci e quella di Katia
Pedrotti, mamma che da consigli anche per la casa! Poi ancora arredamento,
vini, cocktail. E tanto altro...
Come te la cavi ai fornelli? Quale è il piatto che ti
viene meglio e quale è quello di cui sei più ghiotta e che ti ricorda
maggiormente la tua infanzia?
L’infanzia è legata alle polpette e alla crema pasticcera: le due
ricette che ho imparato a rifare da bambina. E che mi ricordano momenti
casalinghi con mia mamma. A me oggi piace preparare i risotti, le vellutate e
gli arrosti.
Ma anche da bambina sognavi di fare la giornalista o
sognavi tutt'altro?
Mi è sempre piaciuto raccontare. Non sapevo come, ma sapevo che volevo
raccontare storie! Ho raccontato storie stupende che porto nel cuore!
Il tuo lavoro abbraccia la comunicazione,
l'informazione la scrittura... Ma come si può fare della valida comunicazione e
della coerente informazione, scrivendo bene, oggigiorno?
Mai dimenticare la serietà e mai ingannare chi ci legge. Raccontare la
verità: questo penso sia fondamentale! Non voler stupire a tutti i costi!
Tramite i Social e Internet non si sta imbruttendo
talora il “tutto”?
I Social in qualche modo ci permettono di conoscere la vita delle
persone, di curiosare di più, di “spiare” nella vita altrui. E questo piace,
credo sia sempre piaciuto, anche se in pochi lo ammettono. Come in tutti i
settori e gli ambienti, ci vuole il rispetto e purtroppo ce n’è a mio avviso
sempre meno. Leggo commenti di una cattiveria incredibile...
Quando invece i Social possono aiutare una persona non
solo a sentirsi meno sola ma anche a imparare a comunicare meglio?
Certo! I Social tengono compagnia, anche se in certi momenti distolgono
dalla realtà che ci circonda. Ormai tutti sugli smartphone. Si parla di meno
vis à vis. L’altro giorno in treno consideravo che nessuno si rivolge più la
parola: tutti immersi nel proprio telefono.
Tu che uso ne fai e quando secondo te, si può dire che
se ne fa uso consapevole e sano?
Io in realtà non sono costante. Ci sono settimane in cui sono assente
dai Social, altri in cui condivido di più la mia vita. Ma non è il mio lavoro,
neanche la mia priorità. Tengo molto lontana la mia vita più privata, mia figlia.
Da mamma come vivi il crescere esponenziale della tecnologia?
Da mamma come vivi il crescere esponenziale della tecnologia?
Mi rendo conto che anche qui, bisogna tutelare, vigilare, ma la
tecnologia appartiene ai nostri figli. È il mondo di oggi, ci appartiene.
Caterina la mia bimba sembra nata con lo smartphone, sa tutto anche se ha un
tempo limitato. Ha una facilità che non avrei mai avuto io!
A proposito di mamma, la tua è una delle più amate del
mondo dello spettacolo, che cosa apprezzi in particolar modo di lei come
professionista e quali sono i più importanti consigli che ti ha dato quando ti
sei apprestata nel mondo del lavoro?
La passione per il suo lavoro, l’impegno, lo studio costante. Non
smette mai di voler imparare. Ho un grande esempio, ho sempre osservato molto.
Mi ha insegnato che nulla piove dal cielo! E a fare sacrifici.
Ma sopratutto, quali sono i valori più importanti che
ti ha trasmesso e che tu cerchi ora di trasmettere a tua figlia?
Lei è una donna che ha sempre lavorato tantissimo, ma è sempre stata
presente. Abbiamo vissuto momenti drammatici insieme sempre insieme. Mi mancava
quando uscivo da scuola perché vedevo le altre mamme. Ma credendo ho capito
quanto contino altre cose. Io cerco di essere una mamma presente, magari anche
facendo quelle cose che a me da bambina sono mancate. Sono due le cose che
ripeto continuamente a mia figlia: di dire sempre la verità e di essere gentile
con gli amici e con gli adulti. La verità, la gentilezza e l’educazione sono
valori fondamentali.
La scuola quale ruolo ha oggi per quanto concerne
l'educazione di un giovane?
Dovrebbe avere un ruolo molto importante, ma penso dipenda anche
dall’insegnante che incontri sul tuo cammino.
Se dovessi scegliere una persona che ti ha insegnato
tanto nel corso della vita, non solo a livello professionale, chi diresti e
perché?
Mio padre e il mio ex direttore Sandro Mayer a Gente. Mio padre
aveva una cultura spaventosa. Era la mia enciclopedia. A lui all’inizio
rileggevo tutti i miei articoli. Se piacevano a lui erano ben fatti.
Sandro Mayer mi ha insegnato a trovare la notizia e a raccontare le
storie. È stato il mio primo direttore, un maestro.