Il cittadino e la sanità, intervista al Prof. Giuseppe Catapano

Intervista al Prof. Giuseppe Catapano a cura della redazione.

Prof. Catapano, oltre che per la diligenza con cui svolge la Sue attività, si distingue tra molti altri professionisti nel campo per la Sua attitudine alla scrittura. Dal 2000 ad oggi vanta numerose pubblicazioni di veri e propri manuali allo scopo di “informare per proteggere” il cittadino su sistemi e meccanismi non sempre facilmente comprensibili dall’individuo. La Sua prima pubblicazione risale all’anno 2013 con il libro “Come risanare il debito pubblico senza chiedere un euro ai cittadini”, con la collaborazione dell’Avv. Michele Imperio e pubblicato con la casa editrice Dreams Enterteinment. Ed è proprio vero, il popolo italiano si ritrova a dover investire parte del denaro per riparare il debito pubblico, privandosene per sé stesso e la famiglia. Lei cosa ne pensa?
“Io credo che agli italiani bisogna insegnare la regola aurea per cui è necessario badare a se ed ai propri bisogni ancor prima di deturpare i risparmi in spese ed investimenti infruttiferi. Il debito pubblico rappresenta ancora oggi una problematica importante ,da non sottovalutare. Si pensi che Il primo boom del debito italiano si verifica nel 1897, con la crisi economica di fine Ottocento, quando raggiunge il 117% del Pil nonostante un saldo primario positivo. Solo con la tumultuosa crescita economica del periodo giolittiano torna a scendere a quota 70% (nonostante le spese legate alla guerra di Libia). Le altre due impennate del debito si verificano durante i conflitti mondiali. Nel primo dopoguerra, in particolare, l'enorme debito contratto per lo sforzo bellico tocca il 160% del Pil, a livelli non lontani da quelli attuali della Grecia. La quarta fase di boom del debito è quella di cui stiamo ancora pagando le conseguenze. Lo Stato ,nonostante tutto, potrebbe correre ai ripari da sé senza dover elemosinare il sostegno economico dei cittadini ma a quanto pare sembra fargli comodo!”
Le anomalie bancarie rappresentano un altro argomento a cui Lei non ha dato tregua: ricordiamo le  due pubblicazioni di “Banche e anomalie”,rispettivamente nel 2015 e 2016, scritto in collaborazione con l’Avv. Imperio. Quali sono a dir Suo le problematiche che un professionista puo’incontrare nell’approccio ad una controversia bancaria?
Una, nessuna e centomila, riprendendo il titolo dell’Opera pirandelliana: questo perché dipende dalla competenze del professionista chiamato in causa. E’ necessario, dunque, una preparazione di base ben salda per poter garantire il buon fine della controversia senza il timore di incappare qualche difficoltà. l’Accademia Universitaria degli studi Giuridici Europei(AUGE) di cui sono Rettore si prefigge per l’appunto lo scopo di formare il professionista, fornire le nozioni idonee per affrontare con opportuna qualifica la controversia del caso. Per saperne di più vi invito a visitare il sito www.accdeiauge.com
L’anno 2017 vedrà alla luce un altro volume ,anche questo meritevole di Lode, intitolato : “Sovraindebitamento. Guida Pratica” (Graus Edizioni)scritto a quattro mani con l’Avv. Francesca Pizza. La domanda sarà banale ma può spiegare sinteticamente in cosa consiste il sovraidebitamento?
Con il termine “sovraindebitamento” si intende il perdurante squilibrio tra il patrimonio liquidabile e le obbligazioni contratte, tali da impedire all’imprenditore di adempiere alle stesse attraverso mezzi ordinari. L’istituto della crisi da sovraindebitamento è stata inserita, nell’ordinamento giuridico italiano, mediante decreto legge n.179 del 18 ottobre 2012, convertito con modificazioni dalla legge n.221 del 7 dicembre 2012.
La Sua ultima Opera letteraria si sofferma a trattare una tematica,nuova sotto certi aspetti, ma che sono certa riconfermerà il successo delle pubblicazioni precedenti: “Il cittadino e la sanità”. Lei come valuta l’assistenza fornita dal sistema sanitario nazionale agli italiani?
Il SSN ,in teoria, dovrebbe riguardare indistintamente ogni uomo che abbisogna di cure o ricoveri presso presidi ospedalieri. La realtà è però ben diversa: le cure sono un lusso a cui pochi, pochissimi possono accedere. Il SSN ad oggi non riesce a ricoprire tutte le spese necessarie da sostenere per garantire assistenza a tutto il popolo italiano. La mia personale valutazione dunque non raggiunge la sufficienza.
Nel libro, si nota come Lei si soffermi sulla parola “diritti” con audacia e determinazione: in teoria ne sono contemplati infiniti, ma nella pratica?
Questa domanda è interessante! Nella pratica i diritti sono modellati,maneggiati con sapienza per soddisfare determinate altrui esigenze che esulano dalla garanzia e soddisfazione di colui cui spettano. Ma, comunque, di diritti bisogna parlare affinché le persone sappiano cosa si può fare,cosa è loro garantito e di cosa,invece, si ritrovano a dovere godere.
Informazione e disinformazione sulla sanità: in Italia dove pende l’ago della bilancia?
Cinquanta e cinquanta. Spesso, nei confronti e dialoghi con le persone, mi rendo conto che sono informati ma il più delle volte in modo sbagliato: urge intervenire per evitare la diffusione di notizie errate ,generando panico e confusione.
In questo manuale Lei descrive con minuzia di cui un uomo potrebbe essere affetto. Dunque, dal Suo punto di vista, si può affermare che un uomo ammalato di cancro, per esempio, goda di più o meno diritti se paragonato ad una qualsiasi altra malattia?
Su questo mi consenta mi dissentire. Sulla carta,in effetti, sono previsti diritti e tutele in egual misura per qualsiasi patologia o malattia che dir si voglia. Ovvio che un ammalato che versa in gravi condizioni godrà a sua volta di tutele più significative rispetto ad un più semplice mal di schiena.
Nel libro troviamo un’intervista al Dott. Daniele Orefice e ciò che ha suscitato particolare interesse è la domanda ad oggetto la gestione massiva del malato. Lei, in qualità di professionista, non essendo medico, cosa suggerirebbe per la gestione della problematica?
È una domanda delicata però dal mio punto di vista credo che le liste d’attesa andrebbero gestite diversamente, condivido inoltre pienamente quanto riportato dal Dott. Orefice e dunque la promozione di modalità di cure alternative ovvero le cure primarie.
Lei elenca quando ed in quali casi ricorrere ad analisi particolari,più approfonditi come ad esempio una risonanza magnetica. Ma come si spiega il “fenomeno” secondo cui sempre più italiani sono disposti a sottoporsi a tal tipo di analisi anche senza che sussista la reale necessità?
Questo “fenomeno” come lei lo ha ben definito scaturisce dal dilagare come appunto le dicevo della disinformazione : bisogna informarsi in ogni caso e non lasciarsi travolgere dallo spavento al primo campanello d’allarme. Le analisi si compiono dal basso(analisi del sangue,delle urine) per poi richiedere test specifici,solo se sussiste la necessità e quindi la presenza di fattori allarmanti.
Sanità e diritti ma non solo, all’interno del libro si parla anche di malasanità: quali sono le cause principali e gli ambiti in cui vengono commessi errori?
Le segnalazioni riguardo errori in ambito sanitario, da cui possono scaturire casi di malasanità, sono costanti ad oggi ma peggiorano progressivamente le condizioni delle strutture. Ciò dipende principalmente dal malfunzionamento dei macchinari, dalle precarie condizioni igieniche e da ambienti fatiscenti. Il 58,3% di errori sono principalmente riscontrati nell’ambito delle terapie e a seguire l’area diagnostica con il 41,7%. In ambito terapeutico gli errori più comuni riguardano l’ortopedia e la ginecologia e ostetricia e a seguire la chirurgia generale. Anche per quanto riguarda l’ambito diagnostico gli errori più frequenti vengono commessi in ortopedia e ginecologia e ostetricia. Una situazione non facile, infelice e drastica che senza dubbio non aiuta l’Italia a risplendere.
Fattitaliani

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