di Laura
Gorini - È solare, energica, simpatica e nel contempo molto
determinata Cecilia Gayle. Star internazionale, ha deciso di
omaggiare la mitica Giuni Russo, riproponendo per l'estate 2019 una versione
tutta sua della hit “Un'Estate Al Mare”.
Cecilia,
è appena uscita una versione tutta tua della celebre hit “Un'estate
al mare” dell'indimenticabile Giuni
Russo. Come è nata l'idea di riproporre questo storico pezzo e che
effetto ti ha fatto cantarlo?
Sto lavorando
su un album di brani italiani riarrangiati in chiave latina che
uscirà nell'estate 2020. Ho cominciato con "L'Importante
è Finire'' (brano interpretato da Mina e
scritto da Cristiano Malgioglio, ndr) a ritmo di bachata. Inoltre
includerà anche altri generi di ritmi latini come - tra gli altri
- la salsa, il cha cha e la kizomba.Un'artista come Giuni Russo
non poteva mancare, essendo stata una delle più grandi figure
nel panorama artistico-musicale italiano. Tra
l'altro questo brano è molto estivo e mi rappresenta molto perché
nell'immaginario collettivo io sono l'estate.
Che cosa
apprezzi in particolar modo di questo brano e dell'artista?
E' un brano molto
solare e coinvolgente. La mia ammirazione nei confronti di Giuni
Russo non si limita solamente al lato professionale, ma sconfina
anche in quello umano. Era magica a 360°! Infatti non è stato
per niente facile reinterpretare "Un'estate
al mare". Ho dovuto impegnarmi molto.
A
proposito, che cosa significa essere un'artista oggi?
Possedere molto amore,
passione, dedizione, determinazione e spirito di sacrificio perché i
tempi non sono facili.
Tu quando
hai capito di esserlo e come vivi ogni giorno la tua passione per la
musica?
Penso che l'ho capito da
quando ero nel grembo della mia mamma. Provenendo da una famiglia
molto povera, arrivare ad emergere lo vedevo come qualcosa di
molto lontano, tuttavia non ho mai smesso di sognare. Oggi mi
sento una donna fortunata perché la vita e il lavoro
costante mi hanno dato la possibilità di fare ciò che amo.
Oggi
grazie alla nascita di nuove tecnologie è possibile creare canzoni
con poco, credi che ciò possa in qualche maniera sminuire il talento
musicale?
Bisogna camminare assieme
all'evoluzione. L'uomo è molto creativo ed ingegnoso. Sono
convinta che saprà sfruttare, come già lo sta facendo, le mille
possibilità che la tecnologia riserva senza privarsi del suo
talento.
Che cosa
significa possederlo?
Una grande virtù perché
il talento è innato. Si può migliorare ma non si può comprare.
A
proposito di talento, che spettatrice sei dei Talent Show? Credi che
possano essere davvero un efficace strumento per far conoscere ad
ampio raggio alcuni talenti o che siano, come molti sostengono, una
fabbrica di illusioni?
I Talent li guardo poco,
ma sono decisamente favorevole al loro proliferare! Difatti non
riuscivo a concepire che un Paese grande come l'Italia girasse
intorno ad un solo Festival una volta l'anno. E poi ogni ambito della
vita funziona come un Talent Show: c'è chi vince e c'è chi perde.
Tu hai
mai vissuto sulla tua pelle un'illusione? Come sei riuscita a
riconoscerla e a superarla?
Certo, penso che faccia
parte del corso della vita. Personalmente, dopo aver sbattuto la
testa sul muro e versato qualche lacrimuccia, l'ho superato con
pragmaticità, uscendone più forte di prima.
Ad oggi,
che cosa ti senti di consigliare ad un giovane che si affaccia al
vasto mondo della musica?
La
nuova generazione è molto preparata, quindi bisogna studiare tanto,
ma proprio tanto tanto! É difficile farcela, ma non impossibile. Poi
fate musica prima di tutto per voi stessi, quindi perché la amate e
perché vi regala un'emozione.
Ma oggi,
Cecilia, per che cosa o in che cosa ti senti di dire grazie alla tua
persona?
Dico grazie a me stessa
perché il duro lavoro non mi spaventa e non ho paura di ricominciare
con umiltà.