Alejandro Fasanini, "Contemporary Tango Trilogy" è una dichiarazione d’amore alla vita. L'intervista di Fattitaliani

Tre ore di musica, 37 composizioni originali in "Contemporary Tango Trilogy", una trilogia che vede la luce dopo tanti anni di lavoro, per l'esattezza a vent'anni di distanza dal suo  primo disco di tango “Reo que confiesa”  con il quale vinse una menzione d’onore nel “Certamen Hugo del Carril” della città di Buenos Aires. Il compositore Alejandro Fasanini ne parla a Fattitaliani. L'intervista.

Partiamo dall'evento-presentazione del disco che avrà luogo nelle Marche, come si svolgerà?
Una grande festa: la trilogia di tango contemporaneo e l'Orchestra "Hijos ilegítimos de Astor", composta da ottimi, anzi direi magici musicisti italiani, sono nate vent'anni fa, quando arrivai in Italia. Gli italiani mi hanno aperto il loro cuore e mi hanno accolto! In tutti questi anni ho incontrato persone meravigliose: inizialmente come pubblico, nei concerti, poi, a poco a poco, con molti di loro è nata una relazione personale, credo per amore di questa musica. Per questo motivo mi sembra bello organizzare questa festa, e invitarli alla nascita di "Contemporary Tango Trilogy" che dopo questi vent'anni di gestazione è finalmente terminata, articolata in tre dischi: "Tentación-Intuición-Contemplación" 37 composizioni, tre ore di musica.  
Quanto "Contemporary Tango Trilogy" racchiude e riassume la tua carriera e la tua musica?
Nel 1999 viene pubblicato il mio primo disco di Tango, "Reo que confiesa". Fondamentalmente, un disco di canzoni in lingua spagnola. In quello stesso anno sono venuto in Italia e ho capito che le mie parole, la mia lingua, non funzionavano più qui. Così ho cominciato a comporre soltanto strumentalmente. La distanza da Buenos Aires, mia città natale, e la mia permanenza in Italia sono stati protagonisti. Nel primo disco della trilogia, "Tentación Tango", Buenos Aires è molto presente; poi, gradualmente, la cultura italiana, e con questo mi riferisco ai suoi dettagli, e sempre torno alle persone, alla loro intensità, al loro modo spontaneo e ai loro desideri, mi ha contagiato completamente. Quindi, in sostanza, è avvenuto un processo che sono riuscito a vivere attraverso la musica. "Contemporary Tango Trilogy" è per me un battesimo e, allo stesso tempo, una dichiarazione d’amore alla vita.  
Quando ti sei avvicinato per la prima volta alla musica? Racconta... 
Ho avuto la fortuna di studiare musica dall’asilo e poi per tutta la scuola elementare; dopo di ché sono entrato in conservatorio. Ma non ho mai smesso di studiare: gli ultimi tre anni, per esempio, mi sono trasferito a Madrid per studiare con il Maestro Luis de Pablo, una persona e un’artista meraviglioso. Trovare Maestri nella vita è qualcosa che amo.
E la prima volta da professionista?
Ero giovane e il mio primo strumento è stato il sassofono tenore, quindi ho fatto qualche concerto suonando standards di Jazz a Buenos Aires.
Parlaci anche di te, delle tue origini...
Ho iniziato a vivere da solo già da molto giovane per le strade di Buenos Aires, cose della vita. Forse in quegli anni è stato un po’ difficile ma anche lì ho trovato persone meravigliose che sono diventate la mia famiglia, quelle persone che chiamiamo amici! Anche suonare mi teneva in vita. 
E il tuo rapporto con l'Italia?
Il mio rapporto con l'Italia: Un sabato, ballando in una milonga a Buenos Aires, conosco una donna italiana, delle Marche. Siamo stati un mese insieme e poi lei è tornata nella sua terra, qui in Italia. Abbiamo continuato a sentirci via email e dopo qualche mese sono venuto a trovarla. La cosa particolare è che non sono mai più tornato a Buenos Aires e non saprei dire il motivo preciso. Comunque, una bella storia d'amore che è durata per qualche anno.
A livello musicale, attorno a te vedi dei movimenti e delle proposte interessanti e che stimolano ulteriormente la creatività?
Credo sia più che interessante che un compositore sappia, ascolti, cosa stanno facendo i suoi contemporanei. Lo stimolo principale lo ricevo da persone come "Irena Sendler", "Berta Cáceres" "Masanobu Fukuoka", fino "Ipazia di Alessandria"; grazie alla loro vita ho composto, e ho dedicato a loro alcune delle mie composizioni. Ma fonte di ispirazione sono anche i fatti, come la strage di Beslan, per esempio: ho composto una ninna nanna dedicata ai 186 bimbi morti. In questo caso, il mio compito attraverso l'arte è di evitare che si ripetano pazzie come queste.
Che cosa ti auguri che si possa provare ascoltando la tua musica?
Ogni manifestazione di vita è sacra e ha una sua sensibilità; se la mia musica può aiutare a considerare questa idea, già per me sarebbe una gioia. Giovanni Zambito.

Orchestra "Hijos ilegítimos de Astor" 
Alejandro Fasanini: Compositore, direttore
Daniela Ferrati: Pianoforte 
Giampaolo Costantini: Bandoneón (Tentación, Intuición)
Gianni Iorio: Bandoneón (Contemplación)
Francesca Giordanino: Violino (Tentación)
Francesco Bonaccini: Violino (Intuición, Contemplación)
Aurelio Venanzi: Viola
Andrea Agostinelli: Violoncello
Riccardo Bertozzini: Chitarra
Ivan Gambini: Percussione 
Gianluca Ravaglia: Contrabbasso (Tentación)
Giacomo Dominici: Contrabbasso (Intuición, Contemplación) 
Valeria Visconti: Voce

Per ascoltare e altre informazioni:

Alejandro Fasanini
Compositore e Lic. in Psicologia Sociale
Nasce a Buenos Aires, Argentina.
Studia presso il Conservatorio “Julian Aguirre”, la Scuola di “Musica Popular Avellaneda” e la Scuola di Musica “Sebastian Piana”, tutte istituzioni di Buenos Aires.
Si perfeziona in armonia e composizione con i Maestri Rodolfo Alchoruon (chitarrista di Eduardo Rovira) e con Juan Carlos Cirigliano (Pianista di Astor Piazzolla). 
Studia in Spagna composizione contemporanea con il maestro Luis de Pablo.
Studia nell’Accademia Nazionale del Tango con i professori: Ricardo Ostuni, Horacio Ferrer, José Gabello, Hector Negro e Oscar del Priore.
Parallelamente alla formazione musicale inizia a studiare il tango come ballerino presso la “Scuola di movimento di Tango Argentino”, perfezionandosi in seguito nella tecnica del “Tango Danza” con Rodolfo Dinzel.
Nel 1999 pubblica il suo  primo disco di tango: “Reo que confiesa”  con il quale vince una menzione d’onore nel “Certamen Hugo del Carril” della città di Buenos Aires.
Già in Italia studia psicologia social nella “Escuela de prevención José Bleger”, psicoanálisis operativa,  “concepción operativa de grupo”. Terminati gli studi incorpora la tecnica acquisita nelle sue attività pedagogici e artistiche.
Per 25 “años” dà lezioni di tango (10 in Buenos Aires e 15 in Italia) lavora come musicalizador in tantissime milongas d’Italia. È direttore artistico del “Festival di tango di Pesaro” e realizza durante tutti questi anni spettacoli e concerti in Italia e Europa.
In Italia vince il “Festival della canzone italiana” con una delle canzoni del disco “Alelí” cantato da Valeria Visconti, presidente di giuria Gianni Bella.
Forma l’orchestra “Hijos ilegítimos de Astor” con la quale pubblica la “Contemporary Tango Trilogy" e vince “Il festival delle orchestre di Roma”.
Fattitaliani

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