In occasione del 50° anniversario del Pescara Jazz, Ada Montellanico, cantante jazz e
compositrice parla con fattitaliani.it. Ha musicato anche alcune poesie di Luigi Tenco. L'intervista.
Cinquant’anni e non sentirli e una grande
occasione per festeggiare, non trova? Certamente! È stato il primo in
Italia a portare grandi nomi del jazz che a quei tempi erano ancora super
attivi.
Che sorprese ci sono quest’anno?
C’è
un cartellone molto vasto e importante. Ci sono dei giovanissimi del jazz come
Camilla Battaglia, all’Orchestra sinfonica abruzzese. Poi c’è la sezione di
Pescara Jazz & Song dove il 9 luglio ci sarò anch’io ed è molto
interessante questo connubio tra il jazz e la canzone che è una ricerca che ho
fatto da moltissimi anni e porto Tencology riproponendo molte canzoni del repertorio
tenchiano più alcuni inediti con arrangiamenti jazz. A Tenco avevo già dedicato
due dischi e un libro.
18 concerti in programma con un forte
accento sulla forma-canzone. Cos’è?
È il filo narrativo della musica, la
parte testuale. Tutti gli standard americani sono fondamentalmente canzoni.Questa sezione è molto interessante e anche l’attenzione posta sulla canzone
perché è lì nella forma-canzone che si sviluppa tutto il concetto che il jazz è
importante proprio perché nell’improvvisazione, rielabora la canzone,
raccontandola ognuno a proprio modo. La fusione tra jazz e canzone è molto
bella perché ognuno di noi ha la possibilità di raccontare la stessa canzone
però con la propria storia.
Che ricordi ha di Luigi Tenco?
Pochi
perché ero piccola, crescendo ho avuto modo di conoscerlo perché mi hanno
proposto di scrivere un testo su di lui e di interpretarlo in chiave
jazzistica. Da lì è partita una lunga ricerca sul jazz cantato in italiano.
Sono vent’anni che porto avanti questo genere.
Elisabetta Ruffolo
Foto di Giorgio Bulgarelli